Uno stage alle Nazioni Unite per gli studenti del classico linguistico Carlo Alberto

Sono stati 27 gli studenti che hanno partecipato alla simulazione diplomatica dell'assemblea generale delle Nazioni Unite a New York

C’erano anche 27 studenti del liceo classico linguistico Carlo Alberto – tra i 5000 provenienti provenienti da oltre 100 Paesi di sei continenti – alla simulazione diplomatica dell’assemblea generale delle Nazioni Unite che si è svolta a New York dal 12 al 20 marzo per il progetto “L’ambasciatore del Futuro 2023”.

Un’esperienza formativa ed educativa grazie alla quale gli studenti hanno potuto approfondire i temi oggetto dell’agenda politica internazionale: hanno tenuto discorsi, preparato bozze di risoluzione, negoziato con alleati e avversari, risolto conflitti e adottato le regole di procedura dell’ONU. Il Model UN Diplomacy L’Ambasciatore del Futuro ha richiesto attività di ricerca, public speaking, elaborazioni di scrittura, lavoro di squadra e leadership.

«Nei giorni di partecipazione al programma i nostri studenti e le nostre studentesse hanno anche potuto ammirare e apprezzare alcuni dei monumenti più importanti della Grande Mela – racconta Marianna Marino, l’insegnante che ha accompagnato i ragazzi insieme alla dirigente scolastica, Barbara Maduli -. Da Times Square, cuore di Manhattan, in cui abbiamo alloggiato, ci siamo mossi per visitare Central Park, Brooklyn Bridge, Staten Island, Ground Zero, Memorial 9/11, MoMa, the Metropolitan Museum, the Museum of Natural History, the Empire State Building e molto altro. Decisamente emozionante è stata la cerimonia finale al Palazzo di vetro».

«Il Model Un Diplomacy è una vera e propria simulazione diplomatica per studenti di tutto il mondo – dice Alice Baldanzi, una delle studentesse della classe quinta F -. Una palestra per mettere alla prova il proprio inglese e sviluppare competenze di leadership, teamwork e mediazione diplomatica. Prima della partenza, dopo un approfondito corso di formazione, ci è stato assegnato un compagno di lavoro, il Paese che insieme avremmo dovuto rappresentare come delegati e una commissione di lavoro. Nel nostro caso i paesi sono stati Malta e Botswana e per commissione la WHA -assemblea mondiale della sanità-. Abbiamo redatto un position paper, un documento dove si esprime la posizione e la situazione attuale del paese assegnato rispetto ad un topic, citando campagne e accordi stipulati da esso- e diversi speech -discorsi diplomatici. Sicuramente questo progetto ha richiesto un impegno economico non indifferente per le nostre famiglie, ma credo che esperienze simili non abbiano prezzo».

«Il lavoro durante i giorni di commissione ha rappresentato una sfida che ha unito diverse delle nostre competenze: la capacità di comunicazione, collaborazione, il coraggio di parlare in pubblico e di esprimere le proprie idee – aggiunge Beatrice Giurati, classe quarta G -. Sono stati tre giorni intensi, con sessioni durate dalla mattina presto alla sera tardi, ma vedere un documento finito, scritto da noi, diversi rappresentanti di paesi da tutto il mondo, è stata una soddisfazione inspiegabile. È stata un’esperienza di crescita personale ed un esempio di responsabilità da parte di tutti, che ci resterà dentro per tutta la vita».

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Sono stati 27 gli studenti che hanno partecipato alla simulazione diplomatica dell’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York

C’erano anche 27 studenti del liceo classico linguistico Carlo Alberto – tra i 5000 provenienti provenienti da oltre 100 Paesi di sei continenti – alla simulazione diplomatica dell’assemblea generale delle Nazioni Unite che si è svolta a New York dal 12 al 20 marzo per il progetto “L’ambasciatore del Futuro 2023”.

Un’esperienza formativa ed educativa grazie alla quale gli studenti hanno potuto approfondire i temi oggetto dell’agenda politica internazionale: hanno tenuto discorsi, preparato bozze di risoluzione, negoziato con alleati e avversari, risolto conflitti e adottato le regole di procedura dell’ONU. Il Model UN Diplomacy L’Ambasciatore del Futuro ha richiesto attività di ricerca, public speaking, elaborazioni di scrittura, lavoro di squadra e leadership.

«Nei giorni di partecipazione al programma i nostri studenti e le nostre studentesse hanno anche potuto ammirare e apprezzare alcuni dei monumenti più importanti della Grande Mela – racconta Marianna Marino, l’insegnante che ha accompagnato i ragazzi insieme alla dirigente scolastica, Barbara Maduli -. Da Times Square, cuore di Manhattan, in cui abbiamo alloggiato, ci siamo mossi per visitare Central Park, Brooklyn Bridge, Staten Island, Ground Zero, Memorial 9/11, MoMa, the Metropolitan Museum, the Museum of Natural History, the Empire State Building e molto altro. Decisamente emozionante è stata la cerimonia finale al Palazzo di vetro».

«Il Model Un Diplomacy è una vera e propria simulazione diplomatica per studenti di tutto il mondo – dice Alice Baldanzi, una delle studentesse della classe quinta F -. Una palestra per mettere alla prova il proprio inglese e sviluppare competenze di leadership, teamwork e mediazione diplomatica. Prima della partenza, dopo un approfondito corso di formazione, ci è stato assegnato un compagno di lavoro, il Paese che insieme avremmo dovuto rappresentare come delegati e una commissione di lavoro. Nel nostro caso i paesi sono stati Malta e Botswana e per commissione la WHA -assemblea mondiale della sanità-. Abbiamo redatto un position paper, un documento dove si esprime la posizione e la situazione attuale del paese assegnato rispetto ad un topic, citando campagne e accordi stipulati da esso- e diversi speech -discorsi diplomatici. Sicuramente questo progetto ha richiesto un impegno economico non indifferente per le nostre famiglie, ma credo che esperienze simili non abbiano prezzo».

«Il lavoro durante i giorni di commissione ha rappresentato una sfida che ha unito diverse delle nostre competenze: la capacità di comunicazione, collaborazione, il coraggio di parlare in pubblico e di esprimere le proprie idee – aggiunge Beatrice Giurati, classe quarta G -. Sono stati tre giorni intensi, con sessioni durate dalla mattina presto alla sera tardi, ma vedere un documento finito, scritto da noi, diversi rappresentanti di paesi da tutto il mondo, è stata una soddisfazione inspiegabile. È stata un’esperienza di crescita personale ed un esempio di responsabilità da parte di tutti, che ci resterà dentro per tutta la vita».

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