UPO, Roberta Lombardi sarà la nuova direttrice del DISSTE

Professoressa ordinaria di diritto amministrativo, guiderà il dipartimento per lo sviluppo sostenibile e la transizione ecologica fino al 2025

Il 1° gennaio 2022 l’Università del Piemonte Orientale ha istituito il dipartimento per lo sviluppo sostenibile e la transizione ecologica (DISSTE). Il nuovo dipartimento ha sede a Vercelli ma sarà fortemente integrato con le attività di didattica e ricerca dei poli di Alessandria e Novara; attualmente il DISSTE coinvolge 37 fra docenti e ricercatori provenienti da tutte le aree disciplinari.

Nei giorni scorsi gli afferenti al Dipartimento hanno eletto loro rappresentante la professoressa Roberta Lombardi — docente ordinaria di diritto amministrativo e delegata del rettore per l’Inclusione sociale degli studenti, disabilità, disturbi specifici dell’apprendimento e materie relative alle pari opportunità — che sarà direttrice del DISSTE per il quadriennio 2022-2025.

Grazie al DISSTE si concretizza per l’Università del Piemonte Orientale l’idea innovativa di costituire un polo aggregato di studiosi, di differente estrazione scientifico-disciplinare, per finalizzare a comuni obiettivi di didattica, ricerca e terza missione la complessità dei temi che ruotano intorno al concetto di sostenibilità. «L’idea fondante di questa nuova realtà accademica — ha detto la neodirettrice Roberta Lombardi — è quella di profilare nell’ambito della nostra comunità universitaria un nuovo orizzonte epistemologico orientato al tema della integrazione dei saperi in chiave multidisciplinare, in grado di superare le tradizionali divisioni tra scienze empiriche, scienze applicative e scienze sociali. Credo che insieme sapremo guardare all’“unità del sapere” come alla cifra comune del nostro impegno di docenti ricercatori, nella ricomposizione di quella frattura, che ha caratterizzato quasi tutto il secolo scorso, tra “sapere scientifico” e “sapere umanistico”, immettendo problematiche sociali nel lavoro degli scienziati e domande facenti capo alla scienza nel mondo (talvolta) più confortevole degli umanisti.»

«Essendo un Dipartimento che guarda al futuro — ha concluso la professoressa Lombardi — avremo la necessità e il dovere di confrontarci con i giovani (studenti, borsisti, assegnisti e ricercatori) e, grazie alla loro freschezza intellettuale, sapremo trovare gli stimoli giusti per la nostra crescita e affermazione.»

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Professoressa ordinaria di diritto amministrativo, guiderà il dipartimento per lo sviluppo sostenibile e la transizione ecologica fino al 2025

Il 1° gennaio 2022 l'Università del Piemonte Orientale ha istituito il dipartimento per lo sviluppo sostenibile e la transizione ecologica (DISSTE). Il nuovo dipartimento ha sede a Vercelli ma sarà fortemente integrato con le attività di didattica e ricerca dei poli di Alessandria e Novara; attualmente il DISSTE coinvolge 37 fra docenti e ricercatori provenienti da tutte le aree disciplinari.

Nei giorni scorsi gli afferenti al Dipartimento hanno eletto loro rappresentante la professoressa Roberta Lombardi — docente ordinaria di diritto amministrativo e delegata del rettore per l'Inclusione sociale degli studenti, disabilità, disturbi specifici dell'apprendimento e materie relative alle pari opportunità — che sarà direttrice del DISSTE per il quadriennio 2022-2025.

Grazie al DISSTE si concretizza per l'Università del Piemonte Orientale l’idea innovativa di costituire un polo aggregato di studiosi, di differente estrazione scientifico-disciplinare, per finalizzare a comuni obiettivi di didattica, ricerca e terza missione la complessità dei temi che ruotano intorno al concetto di sostenibilità. «L’idea fondante di questa nuova realtà accademica — ha detto la neodirettrice Roberta Lombardi — è quella di profilare nell’ambito della nostra comunità universitaria un nuovo orizzonte epistemologico orientato al tema della integrazione dei saperi in chiave multidisciplinare, in grado di superare le tradizionali divisioni tra scienze empiriche, scienze applicative e scienze sociali. Credo che insieme sapremo guardare all’“unità del sapere” come alla cifra comune del nostro impegno di docenti ricercatori, nella ricomposizione di quella frattura, che ha caratterizzato quasi tutto il secolo scorso, tra “sapere scientifico” e “sapere umanistico”, immettendo problematiche sociali nel lavoro degli scienziati e domande facenti capo alla scienza nel mondo (talvolta) più confortevole degli umanisti.»

«Essendo un Dipartimento che guarda al futuro — ha concluso la professoressa Lombardi — avremo la necessità e il dovere di confrontarci con i giovani (studenti, borsisti, assegnisti e ricercatori) e, grazie alla loro freschezza intellettuale, sapremo trovare gli stimoli giusti per la nostra crescita e affermazione.»

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