VCO: la Regione approva gli investimenti in edilizia sanitaria

Grazie all'investimento due ospedali nel VCO

Via libera con il voto del gruppo Lega Salvini Piemonte alla proposta di deliberazione 196 “Prima programmazione di indirizzo di carattere strategico generale di investimenti in edilizia sanitaria per la realizzazione di nuovi presidi ospedalieri”. L’atto, già approvato dalla commissione sanità, definisce lo schema per la realizzazione dei primi sei progetti per un importo complessivo di un miliardo e 285 milioni di euro grazie ai fondi messi a disposizione dai piani triennali di investimento dell’Inail.

Nel dettaglio, è stata individuata la primaria necessità di realizzare nuovi presidi ospedalieri-Dea di primo livello a sostituzione del Maria Vittoria e dell’Amedeo di Savoia nell’Asl Città di Torino (importo 185 milioni di euro) dell’ospedale di Ivrea nell’Asl To4 (importo 140 milioni di euro) del Sant’Andrea di Vercelli (importo 155 milioni di euro), che potrebbe essere costruito sul terreno retrostante l’immobile esistente e già di proprietà dell’Asl Vc, e degli ospedali di Savigliano, Saluzzo e Fossano nell’Asl Cn1 (importo 195 milioni di euro). A questi si aggiungono altri due presidi ospedalieri-Dea di secondo livello, in sostituzione dell’ospedale Santi Antonio e Biagio ad Alessandria (importo 300 milioni di euro) e degli ospedali Santa Croce e Carle di Cuneo (importo 310 milioni di euro), oltre agli ospedali già inseriti e finanziati nella programmazione Inail per l’Asl To5 e l’Asl Vco.

«Una delibera attesa – ha sottolineato nel suo intervento il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni – perché porta in dote nuovi ospedali a una rete sanitaria vecchia, come purtroppo il Covid ha dimostrato. Sei nuove strutture che si aggiungono alle due previste dalla delibera dell’allora assessore Saitta, compresa quella del Vco di cui ben conosco le vicissitudini. Un territorio prettamente montano e con le sue peculiarità per il quale la precedente amministrazione aveva pensato a un ospedale unico sulla collina di Ornavasso, sopprimendo quelli di Domodossola e di Verbania. Una soluzione impraticabile alla prova dei fatti, anche perché avrebbe privato le nostre comunità di un fondamentale indotto economico. Oggi, grazie anche alla collaborazione dell’assessore Icardi, non si parla più di un ospedale unico, ma di nuovi presidi per il Verbano-Cusio-Ossola.

Una procedura che può già contare su uno studio dell’Ires, oltre a essere seguita da un gruppo di lavoro composto da Assessorato, Asl e appunto da Ires. Interventi che sarebbero stati irrealizzabili nel pieno della lotta alla pandemia – ha poi aggiunto il capogruppo leghista – ma per i quali oggi i tempi sono maturi. E rispetto ai 5 anni persi dal centrosinistra, sono sicuro che questa amministrazione adotterà atti incontrovertibili, in una riorganizzazione generale della Sanità regionale che sia efficiente e celere. A proposito, attendiamo a breve la delibera sugli ospedali di comunità e le case della salute per i territori più marginali, all’interno dei parametri dettati da Agenas. Confidiamo pertanto nella collaborazione dello Stato nel formare, reperire e valorizzare i medici di base e ospedalieri necessari perché queste strutture non restino delle scatole vuote».

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Grazie all’investimento due ospedali nel VCO

Via libera con il voto del gruppo Lega Salvini Piemonte alla proposta di deliberazione 196 “Prima programmazione di indirizzo di carattere strategico generale di investimenti in edilizia sanitaria per la realizzazione di nuovi presidi ospedalieri”. L’atto, già approvato dalla commissione sanità, definisce lo schema per la realizzazione dei primi sei progetti per un importo complessivo di un miliardo e 285 milioni di euro grazie ai fondi messi a disposizione dai piani triennali di investimento dell’Inail.

Nel dettaglio, è stata individuata la primaria necessità di realizzare nuovi presidi ospedalieri-Dea di primo livello a sostituzione del Maria Vittoria e dell’Amedeo di Savoia nell’Asl Città di Torino (importo 185 milioni di euro) dell’ospedale di Ivrea nell’Asl To4 (importo 140 milioni di euro) del Sant’Andrea di Vercelli (importo 155 milioni di euro), che potrebbe essere costruito sul terreno retrostante l’immobile esistente e già di proprietà dell’Asl Vc, e degli ospedali di Savigliano, Saluzzo e Fossano nell’Asl Cn1 (importo 195 milioni di euro). A questi si aggiungono altri due presidi ospedalieri-Dea di secondo livello, in sostituzione dell’ospedale Santi Antonio e Biagio ad Alessandria (importo 300 milioni di euro) e degli ospedali Santa Croce e Carle di Cuneo (importo 310 milioni di euro), oltre agli ospedali già inseriti e finanziati nella programmazione Inail per l’Asl To5 e l’Asl Vco.

«Una delibera attesa – ha sottolineato nel suo intervento il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni – perché porta in dote nuovi ospedali a una rete sanitaria vecchia, come purtroppo il Covid ha dimostrato. Sei nuove strutture che si aggiungono alle due previste dalla delibera dell’allora assessore Saitta, compresa quella del Vco di cui ben conosco le vicissitudini. Un territorio prettamente montano e con le sue peculiarità per il quale la precedente amministrazione aveva pensato a un ospedale unico sulla collina di Ornavasso, sopprimendo quelli di Domodossola e di Verbania. Una soluzione impraticabile alla prova dei fatti, anche perché avrebbe privato le nostre comunità di un fondamentale indotto economico. Oggi, grazie anche alla collaborazione dell’assessore Icardi, non si parla più di un ospedale unico, ma di nuovi presidi per il Verbano-Cusio-Ossola.

Una procedura che può già contare su uno studio dell’Ires, oltre a essere seguita da un gruppo di lavoro composto da Assessorato, Asl e appunto da Ires. Interventi che sarebbero stati irrealizzabili nel pieno della lotta alla pandemia – ha poi aggiunto il capogruppo leghista – ma per i quali oggi i tempi sono maturi. E rispetto ai 5 anni persi dal centrosinistra, sono sicuro che questa amministrazione adotterà atti incontrovertibili, in una riorganizzazione generale della Sanità regionale che sia efficiente e celere. A proposito, attendiamo a breve la delibera sugli ospedali di comunità e le case della salute per i territori più marginali, all’interno dei parametri dettati da Agenas. Confidiamo pertanto nella collaborazione dello Stato nel formare, reperire e valorizzare i medici di base e ospedalieri necessari perché queste strutture non restino delle scatole vuote».

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