Vent’anni di “Benemeriti”, simbolo di «generosità e altruismo»

Il riconoscimento della Fondazione Comunità Novarese andato in questa occasione all'Università della Terza Età di Novara, alla galliatese Apri le braccia, all'EcoMuseo del lago dOrta e Mottarone e alla Parrocchia di San Pietro Apostolo di Casalvolone

Vent’anni di “Benemeriti della solidarietà”. Una cifra tonda, importante, che, come ha voluto sottolineare il presidente della Fondazione Comunità Novarese Davide Maggi «abbiamo scelto di celebrare premiando quattro realtà che si sono impegnate particolarmente lo scorso anno su temi che sono propri dell’attività dell’ente». Per questa edizione il riconoscimento che viene conferito in parallelo ai “Novaresi dell’Anno” e che ha aperto l’appuntamento di ieri pomeriggio al Teatro Faraggiana sono state scelti quattro soggetti che si occupano di servizi alla persona «anche se con modalità differenti»; ci si è poi rivolti al mondo della cultura e dell’arte, nello specifico alla valorizzazione del patrimonio del territorio; e poi a un’organizzazione che si occupa di temi ambientali.


«Non è mai facile scegliere i “Benemeriti” – ha ammesso Maggi – ma questo è un dato positivo, perché ogni anno ci troviamo nell’incertezza dovuta ai numerosi possibili candidati che operano quotidianamente per rendere migliore la qualità della vita della nostra comunità e che ce la mettono tutta per dare il massimo in termini di generosità e altruismo».


Una scelta non facile, ma che alla fine ha premiato nell’ordine l’Università della Terza età per, come è stato spiegato nella motivazione, “l’impegno profuso nel diffondere la cultura e incentivare l’inserimento di chi ha qualche anno in più nella vita sociale e culturale della città”. Una realtà, come ha detto tra l’altro la sua presidente Paola Turchelli, «che ha saputo dopo quarant’anni reinventarsi e trovare anche una nuova sede».


Chi opera da ormai tre decenni è invece la Fondazione Apri le braccia Onlus di Galliate, rappresentata dalla sua responsabile Benedetta Sereno. Un’organizzazione che lavora nelle attività assistenziali, culturali, sociali e nel reinserimento lavorativo a favore delle persone disabili.


Il resto del territorio ha visto poi il riconoscimento di un’altra organizzazione come l’EcoMuseo del lago d’Orta e Mottarone di Pettenasco. Una realtà anch’essa che ha ormai tagliato il traguardo del quarto si secolo di vita e che è diventata un modello di offerta culturale legato alla valorizzazione e alla tutela del delle risorse ambientali, culturali e storico – etnografiche locali, riuscendo inoltre a fare “rete” nello sviluppo di varie opportunità legate anche al turismo e tempo libero. Il premio è stato ritirato dal presdiente Giovanni Debernardi.


Infine un progetto. Quello proposto dalla Parrocchia di San Pietro Apostolo di Casalvolone e legato al restauro del portone principale dello stesso edificio religioso. Nell’occasione la comunità del piccolo centro ha saputo attivare il senso di collaborazione e della condivisione, mettendo in atto una raccolta di fondi che coinvolto tanti. Un vero e proprio “buon esempio” secondo la più tradizionale filosofia perseguita dalla stessa Fondazione Comunità Novarese, che, sempre per Maggi, «è uno “specchio” della nostra comunità, magari silente, che non vuole mettersi in mostra, ma che è presente nei momenti del bisogno».

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Vent’anni di “Benemeriti”, simbolo di «generosità e altruismo»

Il riconoscimento della Fondazione Comunità Novarese andato in questa occasione all’Università della Terza Età di Novara, alla galliatese Apri le braccia, all’EcoMuseo del lago dOrta e Mottarone e alla Parrocchia di San Pietro Apostolo di Casalvolone

Vent’anni di “Benemeriti della solidarietà”. Una cifra tonda, importante, che, come ha voluto sottolineare il presidente della Fondazione Comunità Novarese Davide Maggi «abbiamo scelto di celebrare premiando quattro realtà che si sono impegnate particolarmente lo scorso anno su temi che sono propri dell’attività dell’ente». Per questa edizione il riconoscimento che viene conferito in parallelo ai “Novaresi dell’Anno” e che ha aperto l’appuntamento di ieri pomeriggio al Teatro Faraggiana sono state scelti quattro soggetti che si occupano di servizi alla persona «anche se con modalità differenti»; ci si è poi rivolti al mondo della cultura e dell’arte, nello specifico alla valorizzazione del patrimonio del territorio; e poi a un’organizzazione che si occupa di temi ambientali.


«Non è mai facile scegliere i “Benemeriti” – ha ammesso Maggi – ma questo è un dato positivo, perché ogni anno ci troviamo nell’incertezza dovuta ai numerosi possibili candidati che operano quotidianamente per rendere migliore la qualità della vita della nostra comunità e che ce la mettono tutta per dare il massimo in termini di generosità e altruismo».


Una scelta non facile, ma che alla fine ha premiato nell’ordine l’Università della Terza età per, come è stato spiegato nella motivazione, “l’impegno profuso nel diffondere la cultura e incentivare l’inserimento di chi ha qualche anno in più nella vita sociale e culturale della città”. Una realtà, come ha detto tra l’altro la sua presidente Paola Turchelli, «che ha saputo dopo quarant’anni reinventarsi e trovare anche una nuova sede».


Chi opera da ormai tre decenni è invece la Fondazione Apri le braccia Onlus di Galliate, rappresentata dalla sua responsabile Benedetta Sereno. Un’organizzazione che lavora nelle attività assistenziali, culturali, sociali e nel reinserimento lavorativo a favore delle persone disabili.


Il resto del territorio ha visto poi il riconoscimento di un’altra organizzazione come l’EcoMuseo del lago d’Orta e Mottarone di Pettenasco. Una realtà anch’essa che ha ormai tagliato il traguardo del quarto si secolo di vita e che è diventata un modello di offerta culturale legato alla valorizzazione e alla tutela del delle risorse ambientali, culturali e storico – etnografiche locali, riuscendo inoltre a fare “rete” nello sviluppo di varie opportunità legate anche al turismo e tempo libero. Il premio è stato ritirato dal presdiente Giovanni Debernardi.


Infine un progetto. Quello proposto dalla Parrocchia di San Pietro Apostolo di Casalvolone e legato al restauro del portone principale dello stesso edificio religioso. Nell’occasione la comunità del piccolo centro ha saputo attivare il senso di collaborazione e della condivisione, mettendo in atto una raccolta di fondi che coinvolto tanti. Un vero e proprio “buon esempio” secondo la più tradizionale filosofia perseguita dalla stessa Fondazione Comunità Novarese, che, sempre per Maggi, «è uno “specchio” della nostra comunità, magari silente, che non vuole mettersi in mostra, ma che è presente nei momenti del bisogno».

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