«Vulcanico ed esuberante, aveva il carattere di un artista». La moglie Elena Monfalcone ricorda così Massimiliano Gennari, lo “chef degli chef”, scomparso improvvisamente nella notte fra il 10 e l’11 giugno e salutato da una vera e propria folla commossa nel pomeriggio di venerdì 18 giugno. La chiesa di Sant’Antonio non è riuscita a contenere tutte le persone accorse per l’ultimo saluto, non solo per le limitazioni legate al Covid.
«I suoi ex colleghi di Milano sono venuti tutti a salutarlo, persino il suo ex capo di Mirtillo, realtà che gli aveva dato moltissimo – racconta Elena – Ci hanno scritto e chiamato in tantissimi, anche il produttore di Masterchef, che mi ha riferito che erano tutti sconvolti, Cannavacciuolo, Barbieri e Locatelli compresi. Con loro stava già lavorando alla nuova edizione di Masterchef». Gennari gestiva i catering per il noto talent, ma anche di molte altre trasmissioni a tema gastronomico, come ci aveva raccontato lui stesso in un’intervista a febbraio (leggi qui). Mesi di grande entusiasmo professionale, arrivati dopo un periodo duro, di stop forzato legato al Covid. «Massimiliano si occupava di catering per aziende e grandi eventi: tutte realtà ancora ferme a causa della pandemia – spiega la moglie – Per fortuna fra settembre e ottobre la televisione era ripartita e aveva gestito i catering anche di Family Food Fight, Antonino Chef Academy e ora era appena stato contattato per la nuova trasmissione di Alessandro Borghese e per delle collaborazioni con Palazzo Grimaldi e Fiera Milano. Stava lavorando davvero tantissimo per la progettazione in questo clima di ritorno alla normalità. Il suo obiettivo era raggiungere il meritato successo, voleva ricostruirsi professionalmente, per se stesso e con Marco Scotti del Covo. Collaborare con lui gli dava moltissima carica e lo ha aiutato moltissimo anche a sviluppare tante idee e progetti (leggi qui), anche nel periodo più duro del lockdown».
Gennari aveva alle spalle una carriera di oltre vent’anni in Italia e all’estero, che lo aveva portato a cucinare per tanti vip e ora a lavorare a contatto con il mondo della tv. Proprio per quei talent culinari che ispirano sempre più ragazzi a intraprendere la carriera per diventare chef. «E’ un percorso difficile, una vita dura – ammette Elena, che ha vissuto accanto a lui per 25 anni – Gli chef lavorano quando gli altri si divertono, è un mestiere che richiede molte energie. Soprattutto ad alti livelli, tutto deve essere sempre perfetto. E infatti lui controllava ogni singola portata che uscisse dalla sua cucina, firmava letteralmente ogni piatto con tre puntini di una salsa a base di aceto balsamico. Quello dello chef è un lavoro che da una parte lascia spazio alla creatività e permette di raccogliere tante soddisfazioni, ma dall’altra richiede tanto sacrificio, anche alla famiglia. Quando lavorava al Senso di Ginevra ci vedevamo ogni 15 giorni: qualsiasi fosse il meteo, caricavo Sebastiano (il figlio maggiore che sta per compiere 22 anni, ndr) in auto e andavamo a raggiungerlo. Per il resto del tempo io ero sola con un figlio piccolo».
Alla figlia Isabella di 10 anni è invece dedicata la raccolta fondi, attivata in ricordo di Gennari. L’iniziativa è stata raccontata in modo dolce e toccante anche dalla pagina social “Bar Papà”, che ha definito il loro un «rapporto da Cavaliere e Principessa» (leggi qui). «Isabella è piccola e io ora sono sola, ma vorrei che potesse proseguire serenamente gli studi, come ha potuto fare suo fratello Sebastiano che è arrivato all’università – spiega Elena – Come avrebbe voluto anche Massimiliano. La sua famiglia era al centro dei suoi pensieri in tutto ciò che faceva. In 25 anni insieme, in qualunque parte del mondo si trovasse, non è mai passato un giorno senza una telefonata, un messaggio. È questo ciò che mi manca di più di lui ora».