Claudia Cominoli

La salvezza è nella poesia

“Io sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo e questo è uno dei suoi titoli di nobiltà”. Cominciava

La libreria sulla collina

“Perché ho aperto una libreria in un paesino sconosciuto? Perché avevo bisogno di respirare, perché ero una bambina infelice, perché ero una bambina curiosa, per

Pensati libera

In un mondo a prova di click comunicare per slogan ha assunto un ruolo evidente e preminente persino in ambito politico e istituzionale; niente di

Maria, ecco la croce

Il mio augurio di Buona Pasqua è quello di una persona che pensa sia impossibile conoscere la verità su Dio e la vita futura, soprattutto

Maria, ecco la croce

Il mio augurio di Buona Pasqua è quello di una persona che pensa sia impossibile conoscere la verità su Dio e la vita futura, soprattutto

Nel nome del padre

Leggo con rammarico e perplessità che in una scuola dell’infanzia di Viareggio si era deciso di non celebrare la festa del papà, per non urtare

La pace negata

Uno dei libri più significativi del Novecento europeo, “Gente sul ponte”, appartiene alla produzione più matura della poetessa polacca Premio Nobel Wislawa Szymborska. E’ il

Viscere e cuore

Useppe è un bambino che nasce da una violenza. Una sera dell’inverno 1941, il secondo anno di guerra per l’Italia, un soldato tedesco ubriaco aggredisce

L’altro canto

Oriana Fallaci ed Elsa Morante parlavano di se stesse al maschile, si definivano scrittori. La prima diceva: ‘Sono nata per essere scrittore’; Alda Merini voleva

Claudia Cominoli

La salvezza è nella poesia

“Io sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo e questo è uno dei suoi titoli di nobiltà”. Cominciava così il discorso di Montale quando il 12 Dicembre 1975 riceveva il Premio Nobel per la letteratura, domandandosi se fosse ancora utile scrivere versi nella

La libreria sulla collina

“Perché ho aperto una libreria in un paesino sconosciuto? Perché avevo bisogno di respirare, perché ero una bambina infelice, perché ero una bambina curiosa, per amore di mio padre, perché il mondo va a scatafascio, perché il lettore non va tradito, perché bisogna pensare ai più piccoli, perché mi sono

Pensati libera

In un mondo a prova di click comunicare per slogan ha assunto un ruolo evidente e preminente persino in ambito politico e istituzionale; niente di strano dunque, se anche il lungo e faticoso cammino delle donne per la conquista di diritti e libertà, e di una parità di genere che

Maria, ecco la croce

Il mio augurio di Buona Pasqua è quello di una persona che pensa sia impossibile conoscere la verità su Dio e la vita futura, soprattutto dopo la condizione di aridità esistenziale del ‘secolo’ breve’, e in questo nostro tempo intriso di nichilismo, dove il progresso sembra parlare solo il linguaggio

Maria, ecco la croce

Il mio augurio di Buona Pasqua è quello di una persona che pensa sia impossibile conoscere la verità su Dio e la vita futura, soprattutto dopo la condizione di aridità esistenziale del ‘secolo’ breve’, e in questo nostro tempo intriso di nichilismo, dove il progresso sembra parlare solo il linguaggio

Nel nome del padre

Leggo con rammarico e perplessità che in una scuola dell’infanzia di Viareggio si era deciso di non celebrare la festa del papà, per non urtare la sensibilità dei bambini orfani o lontani dai loro padri naturali; a Lamezia Terme, per evitare disdicevoli discriminazioni, hanno fatto le cose in grande stile,

La pace negata

Uno dei libri più significativi del Novecento europeo, “Gente sul ponte”, appartiene alla produzione più matura della poetessa polacca Premio Nobel Wislawa Szymborska. E’ il 1986, la scrittrice ha più di 60 anni: ha già da tempo superato la delusione della censura del suo primo libro di poesie, giudicato non

Viscere e cuore

Useppe è un bambino che nasce da una violenza. Una sera dell’inverno 1941, il secondo anno di guerra per l’Italia, un soldato tedesco ubriaco aggredisce la maestra elementare Ida Ramundo, mentre torna a casa percorrendo a passi rapidi le strade di Roma; è una vedova di trentasette anni già madre

L’altro canto

Oriana Fallaci ed Elsa Morante parlavano di se stesse al maschile, si definivano scrittori. La prima diceva: ‘Sono nata per essere scrittore’; Alda Merini voleva essere chiamata poeta, e non poetessa, per sfidare un ambiente come quello della poesia italiana del Novecento dominato dagli uomini. La Morante addirittura rifiutò di