Vandalo. L’etimologia di questa parola non lascia spazio a fraintendimenti: “Appartenente all’antica popolazione germanica dei Vandali; che distrugge e deturpa senza motivo, per istinto di violenza”. E proprio senza motivo, senza rigore di logica, alcuni vandali hanno deciso di “decapitare” il Gesù bambino del presepe a grandezza naturale posto – come ogni anno dal 2015 – sul sagrato della chiesa.
«Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio persone ancora ignote hanno rotto la statuina di Gesù, così senza motivo» spiega Florilde Miglio, presidente dell’associazione Bellirun che, insieme all’associazione culturale Artificio, si occupa della realizzazione del presepe. Una natività già presa di mira nella notte di Capodanno quando un giovane, probabilmente sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, aveva preso a calci le statue facendole cadere. Il fatto era stato denunciato alle forze dell’ordine da un passante che aveva assistito alla scena e che, nel tentativo di fermare il giovane, aveva anche rimediato un paio di pugni.
«Mi sono accorta del danno recandomi a messa e, vedendo una pattuglia dei Carabinieri impegnata in un altro servizio proprio a pochi metri dal presepe, mi sono avvicinata per parlare con loro. Il piazzale della chiesa è dotato di telecamere a circuito chiuso, è risaputo, ma – confrontandomi con le forze dell’ordine – mi è stato riferito che sono dispositivi datati e la qualità dell’immagine non permetterebbe comunque l’identificazione dei vandali».
«Sarebbe bello poter “sfruttare” un episodio triste come questo e trasformarlo in un’occasione di recupero sociale per questi vandali – aggiunge Miglio -. Magari un laboratorio dove possono imparare a lavorare il legno, a creare. Comprendere il lavoro che c’è dietro a ogni piccola cosa. Stiamo valutando per l’anno prossimo di spostare la natività in un posto più protetto».
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