Bellinzago, cento anni fa il monumento ai Caduti. L’attualità di Egidio Casarotti

La nipote dello scultore si racconta e svela i lati del carattere dello zio artista

«Ci troviamo oggi ai giardini, al monumento ai caduti», oppure semplicemente «Lì, ai Caduti». Chi è di Bellinzago ha, almeno una volta nella vita, usato come punto di ritrovo o riferimento il soldato di bronzo che svetta nel giardinetto di via Libertà.

Un soldato imponente di due metri e venti che mostra orgoglioso il petto come a dire: «Il mio cuore è della Patria, prendetevelo pure», in piedi ancora armato di fucile e baionetta che si erge su un piedistallo di granito bianco di Alzo sul quale sono presenti lapidi con elenchi di caduti della Prima (sul lato sinistro) e della Seconda guerra mondiale (sul lato destro e retro). L’opera è dell’artista Egidio Casarotti, un aviatore, scultore e soldato della Prima guerra mondiale nato il 1894 a Crosara in provincia di Verona, ma vissuto una vita intera tra Cameri e Laveno Mombello.

«Il monumento risale al 1923 e il soldato, il volto del soldato, è l’autoritratto di mio zio, Egidio – ricorda Laura Casarotti nipote dello scultore -. Aveva deciso, come molti artisti fanno, di “metterci la faccia” visto che il ricordo delle vittime di guerra lo toccavano da molto vicino. Me lo ricordo sempre sorridente, il classico tipo estroso, ma infintamente dolce. Ricordo i suoi studi, gli attrezzi che adoperava e gli enormi tavoli da lavoro: era sempre molto impegnato e scolpire era tutta la sua vita. Le sue opere sono sempre state apprezzate, specie nel nostro territorio dove lo zio Egidio è stato, oltretutto, uno dei primi avieri di Cameri. Infatti all’aeroporto dell’Aeronautica Militare di Cameri c’è una sua opera in granito e bronzo davvero molto bella e imponente: si tratta del Monumento ai 1470 piloti brevettati di Cameri».

«Dopo essersi a lungo cimentato nella lavorazione del bronzo – ricorda la nipote – lo zio si è dedicato anche alla materia ceramica e ai bassirilievi. Molte sono state le opere a carattere religioso che gli furono commissionate, su tutti quelli per la chiesa nuova di Baveno e, più tardi, la chiesa parrocchiale di Santa Maria ausiliatrice della frazione Ponte, vicino a Baveno».

Egidio Casarotti è stato un grande scultore, ma soprattutto un patriota, un giovane soldato aviere pronto a sacrificare la propria vita per la libertà. Un tema che, disgraziatamente, stiamo imparando a conoscere oggi che tutto ci aspettavamo, meno che un’altra guerra, altri giovani armati pronti a tutto per difendere i colori di una bandiera.

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Bellinzago, cento anni fa il monumento ai Caduti. L’attualità di Egidio Casarotti

La nipote dello scultore si racconta e svela i lati del carattere dello zio artista

«Ci troviamo oggi ai giardini, al monumento ai caduti», oppure semplicemente «Lì, ai Caduti». Chi è di Bellinzago ha, almeno una volta nella vita, usato come punto di ritrovo o riferimento il soldato di bronzo che svetta nel giardinetto di via Libertà.

Un soldato imponente di due metri e venti che mostra orgoglioso il petto come a dire: «Il mio cuore è della Patria, prendetevelo pure», in piedi ancora armato di fucile e baionetta che si erge su un piedistallo di granito bianco di Alzo sul quale sono presenti lapidi con elenchi di caduti della Prima (sul lato sinistro) e della Seconda guerra mondiale (sul lato destro e retro). L’opera è dell’artista Egidio Casarotti, un aviatore, scultore e soldato della Prima guerra mondiale nato il 1894 a Crosara in provincia di Verona, ma vissuto una vita intera tra Cameri e Laveno Mombello.

«Il monumento risale al 1923 e il soldato, il volto del soldato, è l’autoritratto di mio zio, Egidio – ricorda Laura Casarotti nipote dello scultore -. Aveva deciso, come molti artisti fanno, di “metterci la faccia” visto che il ricordo delle vittime di guerra lo toccavano da molto vicino. Me lo ricordo sempre sorridente, il classico tipo estroso, ma infintamente dolce. Ricordo i suoi studi, gli attrezzi che adoperava e gli enormi tavoli da lavoro: era sempre molto impegnato e scolpire era tutta la sua vita. Le sue opere sono sempre state apprezzate, specie nel nostro territorio dove lo zio Egidio è stato, oltretutto, uno dei primi avieri di Cameri. Infatti all’aeroporto dell’Aeronautica Militare di Cameri c’è una sua opera in granito e bronzo davvero molto bella e imponente: si tratta del Monumento ai 1470 piloti brevettati di Cameri».

«Dopo essersi a lungo cimentato nella lavorazione del bronzo – ricorda la nipote – lo zio si è dedicato anche alla materia ceramica e ai bassirilievi. Molte sono state le opere a carattere religioso che gli furono commissionate, su tutti quelli per la chiesa nuova di Baveno e, più tardi, la chiesa parrocchiale di Santa Maria ausiliatrice della frazione Ponte, vicino a Baveno».

Egidio Casarotti è stato un grande scultore, ma soprattutto un patriota, un giovane soldato aviere pronto a sacrificare la propria vita per la libertà. Un tema che, disgraziatamente, stiamo imparando a conoscere oggi che tutto ci aspettavamo, meno che un’altra guerra, altri giovani armati pronti a tutto per difendere i colori di una bandiera.

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