Biandrate, per la Patronale apertura straordinaria dell’archivio storico parrocchiale

Dal 5 all’8 agosto, in occasione della festa patronale di San Sereno, l’archivio storico parrocchiale sarà aperto al pubblico con una serie di visite guidate di circa mezz’ora.

Originariamente conservato al piano terra dell’antica canonica, l’archivio parrocchiale di Biandrate è stato più volte spostato e provvisoriamente diviso in più collocazioni a causa di ristrutturazioni e restauri dei vari edifici. Si tratta di un archivio parrocchiale piuttosto insolito perché, oltre al materiale normalmente presente in questo tipo di raccolte (registri dell’anagrafe parrocchiale, volumi e documenti religiosi, stati patrimoniali, offerte, bilanci, corrispondenza con l’Arcidiocesi), si trova anche la biblioteca di Mons. Giovanni Borgomanero. Prelato biandratese, a cavallo fra ‘800 e ‘900 ebbe incarichi di rilievo presso la Nunziatura Apostolica di Istanbul e la Segnatura Vaticana a Roma. Alla sua morte il fratello Felice donò alla Parrocchia di Biandrate la sua biblioteca contenente testi di teologia, storia, arte e letteratura. Molti in lingua italiana ma numerosi anche quelli in latino, francese e turco. Sono inoltre conservati i suoi quaderni di quando era studente, parecchie lettere ed i brogliacci dei casi che gli venivano sottoposti quando lavorava in Vaticano.

L’intero archivio si compone di circa 1000 documenti e 700 volumi. La gran parte dei testi è ottocentesca ma sono presenti anche una trentina di volumi del 1600 e grandi formati. Facevano parte della raccolta anche alcune decine di preziose cinquecentine che nel 1974 l’allora Vice Parroco Don Mario Capellino ritenne più opportuno trasferire nella Biblioteca Agnesiana di Vercelli dove sono tuttora in deposito.

Dopo l’ultimo grande lavoro di catalogazione, effettuato una ventina di anni fa, lo scorso anno si è pensato di riunire tutto il materiale storico al piano nobile del palazzo canonicale del ‘400, nel cosiddetto appartamento del Vescovo. Un luogo suggestivo e sufficientemente ampio che non solo si presta alla conservazione ma anche alla consultazione e fruizione dei libri e dei documenti.

L’Archivio Storico Parrocchiale di Biandrate non è un polveroso deposito di vecchie ed inutili scartoffie ma un custode silenzioso di preziose testimonianze delle condizioni di vita di coloro che ci hanno preceduto. Basta sfogliare il più antico registro dei morti, datato 1576, per notare la giovane età dei defunti, molto spesso bambini, oppure passare in rassegna i registri di matrimonio dove, ancora alla fine dell’800, soprattutto le donne ponevano una croce non essendo nemmeno in grado di scrivere la propria firma.

Una sorta di capsula del tempo dove si trovano i contenziosi fra i vari enti, le mappe dei terreni posseduti dalla parrocchia, gli atti di vendita delle proprietà, i lasciti ricevuti, i progetti mai realizzati, gli inventari degli arredi sacri e persino i borderò SIAE del salone del cinema. Un vero e proprio patrimonio che meriterebbe di essere riscoperto e studiato ma che, anche solo ad un rapido esame ci permette di guardare con occhi diversi a questa piccola parrocchia in mezzo alle risaie.

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Biandrate, per la Patronale apertura straordinaria dell’archivio storico parrocchiale

Dal 5 all’8 agosto, in occasione della festa patronale di San Sereno, l’archivio storico parrocchiale sarà aperto al pubblico con una serie di visite guidate di circa mezz’ora.

Originariamente conservato al piano terra dell’antica canonica, l’archivio parrocchiale di Biandrate è stato più volte spostato e provvisoriamente diviso in più collocazioni a causa di ristrutturazioni e restauri dei vari edifici. Si tratta di un archivio parrocchiale piuttosto insolito perché, oltre al materiale normalmente presente in questo tipo di raccolte (registri dell’anagrafe parrocchiale, volumi e documenti religiosi, stati patrimoniali, offerte, bilanci, corrispondenza con l’Arcidiocesi), si trova anche la biblioteca di Mons. Giovanni Borgomanero. Prelato biandratese, a cavallo fra ‘800 e ‘900 ebbe incarichi di rilievo presso la Nunziatura Apostolica di Istanbul e la Segnatura Vaticana a Roma. Alla sua morte il fratello Felice donò alla Parrocchia di Biandrate la sua biblioteca contenente testi di teologia, storia, arte e letteratura. Molti in lingua italiana ma numerosi anche quelli in latino, francese e turco. Sono inoltre conservati i suoi quaderni di quando era studente, parecchie lettere ed i brogliacci dei casi che gli venivano sottoposti quando lavorava in Vaticano.

L’intero archivio si compone di circa 1000 documenti e 700 volumi. La gran parte dei testi è ottocentesca ma sono presenti anche una trentina di volumi del 1600 e grandi formati. Facevano parte della raccolta anche alcune decine di preziose cinquecentine che nel 1974 l’allora Vice Parroco Don Mario Capellino ritenne più opportuno trasferire nella Biblioteca Agnesiana di Vercelli dove sono tuttora in deposito.

Dopo l’ultimo grande lavoro di catalogazione, effettuato una ventina di anni fa, lo scorso anno si è pensato di riunire tutto il materiale storico al piano nobile del palazzo canonicale del ‘400, nel cosiddetto appartamento del Vescovo. Un luogo suggestivo e sufficientemente ampio che non solo si presta alla conservazione ma anche alla consultazione e fruizione dei libri e dei documenti.

L’Archivio Storico Parrocchiale di Biandrate non è un polveroso deposito di vecchie ed inutili scartoffie ma un custode silenzioso di preziose testimonianze delle condizioni di vita di coloro che ci hanno preceduto. Basta sfogliare il più antico registro dei morti, datato 1576, per notare la giovane età dei defunti, molto spesso bambini, oppure passare in rassegna i registri di matrimonio dove, ancora alla fine dell’800, soprattutto le donne ponevano una croce non essendo nemmeno in grado di scrivere la propria firma.

Una sorta di capsula del tempo dove si trovano i contenziosi fra i vari enti, le mappe dei terreni posseduti dalla parrocchia, gli atti di vendita delle proprietà, i lasciti ricevuti, i progetti mai realizzati, gli inventari degli arredi sacri e persino i borderò SIAE del salone del cinema. Un vero e proprio patrimonio che meriterebbe di essere riscoperto e studiato ma che, anche solo ad un rapido esame ci permette di guardare con occhi diversi a questa piccola parrocchia in mezzo alle risaie.

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