A bocce ferme e a poco più di 48 ore dalla comunicazione dei risultati definitivi un dato decisamente sorprendente deve essere analizzato al momento della definizione del nuovo Consiglio comunale di Borgomanero nato dal voto di domenica scorsa. Nella maggioranza che sosterrà per i prossimi cinque anni il riconfermato sindaco Sergio Bossi ben otto consiglieri su dodici non appartengono alle formazioni politiche tradizionali. La parte del leone l’ha recitata la civica “Il Borgo”, che con 2.123 voti (24,83%) è di fatto il primo “partito” cittadino, eleggendo ben cinque rappresentanti (Elisa Zanetta, Franco Cerutti, Marco Bertola, Massimo Zanetta e Loredana Abbate) a Palazzo Tornielli; “Noi Borgomanero” (896 voti, 10,48%) ne piazza due (Francesco Valsesia e Lorena Poletti); “Progetto per Borgomanero” (595, 6,96%) conferma il presidente del Consiglio uscente Roberto Nonnis.
Il resto della coalizione – quella con le tre sigle politiche – ha visto Fratelli d’Italia aggiudicarsi il derby a distanza con la Lega. Il partito di Giorgia Meloni ha ottenuto infatti 1.196 voti (13,99%, quasi triplicando il 4,77% del 2017) con due seggi, andati al consigliere provinciale Luigi Laterza e a Mariano Manca; il “Carroccio” si è fermato a 751 voti (8,78%) eleggendo il vicesindaco uscente Ignazio Zanetta. Un solo posto infine a Forza Italia (719, 8,41%), conquistato dall’assessore Annalisa Beccaria.
Sul fronte delle minoranze entrano i due candidati sindaci. Roberto Faggiano grazie ai 669 voti (7,49%), qualcosa in più di personale rispetto ai 636 delle due liste che lo sostenevano (Azione +Europa e Generazione Borgomanero 2022); e poi nella coalizione di centrosinistra Nicoletta Bellone con le sue sue 1.682 preferenze (18,84%). Fra le forze premiate il Pd ha ottenuto 894 voti (10,46%) eleggendo Sonia Biondelli; la civica “Cittadini per Borgomanero” 618 (7,23%), mandando in Consiglio Valentina Zanetta. Insomma, un centrosinistra tutto al femminile.
A livello di analisi, il coordinatore provinciale di Azione Sergio De Stasio si unisce alla soddisfazione già manifestata da Faggiano: «Il voto ha confermato quello che era uno dei nostri obiettivi, una percentuale vicina a quella nazionale. Per il resto sono state premiate alcune nostre scelte legate ai giovani, segnale che la linea politica adottata è quella giusta. Ci siamo ritagliati uno spazio in quell’area riformista che ora dovremo ampliare».
Rossano Pirovano, segretario provinciale del Pd, ha manifestato soddisfazione per quanto ottenuto dalla lista “dem” («Risultato migliore rispetto a quello precedente, segnale che il circolo locale ha lavorato bene»), un po’ meno da quello portato a casa dall’intera coalizione: «Premetto – ha tenuto a precisare – che contro un’autentica “corazzata” come quella messa in campo dal sindaco uscente Bossi si trattava di una missione impossibile. Per questo devo ringraziare prima di tutto Nicoletta Bellone per averci messo prima di tutto la faccia e l’impegno. Ci aspettavamo qualcosa in più a livello di coalizione. Nel centrodestra le “civiche” hanno funzionato bene, questa la differenza».
Tanto De Stasio quanto Pirovano si ritrovano d’accordo sul fatto che se appunto una lista non partito riesca a ottenere un voto su quattro e che le tre “civiche” assommino quasi la metà dei suffragi delle coalizione vincente sia un segnale importante. Tanto quello che anche in questa circostanza quasi un elettore su due abbia disertato i seggi.