È la storia di un’amicizia che si trasforma in dramma e impresa eroica ad alta quota: “(S)Legati”, lo spettacolo teatrale dell’omonima compagnia (al secolo Mattia Fabris e Jacopo Bicocchi, http://www.compagniaslegati.com/ ) sarà portato in scena a Cameri venerdì 12 maggio alle 21 presso il Cinema Teatro Ballardini. La serata è organizzata da CAI Cameri con la collaborazione del Comune di Cameri, Assessorato alla Cultura, Assessorato allo Sport e Biblioteca. Lo spettacolo è anche l’occasione per festeggiare i 75 anni del CAI Cameri ed il centenario della sezione CAI di Novara.
Quella di Joe Simpson e Simon Yates è la storia di un sogno ambizioso: essere i primi al mondo a scalare il Siula Grande, nelle Ande Peruviane, attaccato dalla parete ovest. Ma è anche la storia di un’amicizia e della corda che lega questi due giovani ragazzi, la corda che mette la vita dell’uno nelle mani dell’altro come sempre avviene in montagna. C’è dunque una cima da raggiungere, c’è l’estenuante conquista della vetta, c’è la gioia dell’impresa riuscita. E infine, quando il peggio è passato, e la strada è ormai in discesa, c’è la vita, che fa lo sgambetto e c’è la morte, che strizza l’occhio: un terribile incidente in alta quota. Da quel momento in poi, tutto cambia. L’impresa diventa riuscire a tornare vivi, a 5.800 metri. Proprio quando le difficoltà paiono superate ecco che c’è un altro imprevisto, questa volta fatale: e c’è allora il gesto, quel gesto che nessun alpinista vorrebbe mai trovarsi obbligato a fare: Simon è costretto a tagliare la corda che lo lega al compagno. Un gesto che separa le loro sorti unite. Che ne (s)lega i destini per sempre. (S)Legati è la storia di un miracolo. Di un’avventura al di là dei limiti umani. Ed è al contempo una metafora: delle relazioni, tutte, e dei legami.
La montagna diventa la metafora del momento in cui la relazione è portata al limite estremo, in cui la verità prende forma, ti mette alle strette e ti costringe a “tagliare”, a fare quel gesto che sempre ci appare così violento e terribile, ma che invece, a volte, è l’unico gesto necessario alla vita di entrambe.