La montagna con le sue leggi non ammette errori, pena la morte, ma può anche concedere spazio per azioni di folle altruismo: è il caso della storia di Gary Hemming, protagonista nel 1966 di una disperata spedizione di salvataggio sul Petit Dru, la parete più dura del Monte Bianco. La vicenda, assieme ai fatali strascichi lasciati in Hemming, sarà raccontata a Cameri il prossimo giovedì 6 aprile alle ore 21 in Biblioteca civica (via Novara 20) dall’alpinista scrittore Enrico Camanni autore del libro “Se non dovessi tornare. La vita bruciata di Gary Hemming, alpinista fragile” appena pubblicato con Mondadori. L’incontro, condotto da Federica Mingozzi, fa parte della rassegna “I Campioni si raccontano” iniziata lo scorso 10 marzo con Aldo Serena e realizzata dall’Assessorato alla Cultura e dalla Commissione Biblioteca in collaborazione con la libreria Feltrinelli Point di Arona.
La rassegna “I Campioni si raccontano” continuerà venerdì 14 aprile in Sala Polivalente, alle ore 21, incontrando il ciclista Beppe Saronni per la presentazione di “Saronni. Goodwood e le altre verità” (Graphot, 2022), con l’autore Beppe Conti e Federica Mingozzi.
Dalla quarta di copertina di “Se non dovessi tornare”. È il 1966, e l’estate pare essersi dimenticata delle Alpi, lasciando al suo posto piogge e temporali che inchiodano escursionisti e amanti delle cime negli alberghi e nei campeggi. L’arrampicatore californiano Gary Hemming – idealista, sfrontato e carismatico – guarda il Monte Bianco e freme: è venuto in Europa sull’onda dell’insaziabile fame di vita che da sempre lo incendia, e invece si ritrova un tetto di nuvole sopra la testa. La routine si spezza all’improvviso a metà agosto, quando i giornali danno notizia che due scalatori sono rimasti bloccati sul Petit Dru, la parete più dura del Monte Bianco. Hemming intuisce che i soccorsi rischiano di non raggiungere in tempo i dispersi, e con altri cinque pirati delle rocce decide di salvarli seguendo una via diretta. Sembra una follia, un fallimento annunciato che servirà soltanto a mettere in pericolo altre persone, ma Hemming è cresciuto con un imperativo categorico: aiutare sempre, anche a costo della propria vita, perché la prossima volta “potresti esserci tu lassù, ad aver bisogno che qualcuno venga a soccorrerti”. Quei giorni si riveleranno davvero fatali per Gary, ma in un modo che né lui né i suoi amici o i suoi amori possono immaginare.
Enrico Camanni (https://www.enricocamanni.it/bio/), scrittore, giornalista e alpinista, divide la passione per la montagna con quella per la scrittura. Ha diretto alcuni giornali, scritto molti libri e collabora con “La Stampa” in cronaca e cultura. Profondo conoscitore della montagna e dello spirito che la anima, in “Se non dovessi tornare” racconta con stile elettrico, appassionato e struggente gli ultimi anni dell’iconico scalatore, maudit ispirato e irrequieto, figura imprescindibile nella storia dell’arrampicata moderna ma anche e soprattutto zeitgeist dell’incendio del ’68, amico fragile capace di incarnare una filosofia ecologica della scalata, rivoluzionaria e ancora attualissima.