Rovellotti 50 Gold!
Ghemme era un paese industriale, dimentico delle sue radici contadine. Negli anni Sessanta del secolo scorso in provincia avevano fatto le doc di paese (nostalgia o
Ghemme era un paese industriale, dimentico delle sue radici contadine. Negli anni Sessanta del secolo scorso in provincia avevano fatto le doc di paese (nostalgia o
Avrei voluto scrivere “nuovo nel vecchio” per descrivere l’ampliamento della Cantina Le Piane di Boca, nome noto nel panorama vitivinicolo nazionale ed internazionale. Avrei avuto
Prima alla Trattoria Speranza ad Omegna, una vera trattoria e non una sua interpretazione; poi ancora ad Omegna la sera dopo a Punti di Vista, nuovo ed arioso
Le Pro Loco di Invorio, Lesa ed Omegna, dal 26 al 28 agosto, organizzano BordòLago, banco di assaggio vini, frutto di un lungo gemellaggio. La
Ho visto la classifica di 50 Top Pizza 2022 e non ho nulla da dire, anche se un quarto posto a I Tigli di San Bonifacio mi
L’idea di costituire una Comunità Slow Food delle Alpi e Prealpi occidentali dedicata al pesce d’acqua dolce è già di per sé segno di un
Ieri sera ho mangiato la mia prima Finanziera tradizionale, piatto tipico piemontese ricavato dalle frattaglie e acidulato con l’aceto e il marsala. Non sono schizzinoso, ma il
L’idea di costituire una Comunità Slow Food delle Alpi e Prealpi occidentali dedicata al pesce d’acqua dolce è già di per sé segno di un
Leggo con piacere un articolo de “Il Gambero Rosso” (a cui sono abbonato: fatelo anche voi, merita) in cui si critica l’abbondanza delle do (doc) del vino.
Gli italiani sono distratti e anche un poco “gnorri”. Continuo a sentire storie mal raccontate e mal dette. Tipo quella della bresaola valtellinese fatta con
Ghemme era un paese industriale, dimentico delle sue radici contadine. Negli anni Sessanta del secolo scorso in provincia avevano fatto le doc di paese (nostalgia o preveggenza?): sizzano, fara, ghemme e boca… ma le realtà agricole attive erano veramente poche e di poco valore. Poi, trent’anni fa circa alcuni giovani, sempre
Avrei voluto scrivere “nuovo nel vecchio” per descrivere l’ampliamento della Cantina Le Piane di Boca, nome noto nel panorama vitivinicolo nazionale ed internazionale. Avrei avuto il gioco dei rimandi fonetici e logici, ma avrei commesso uno sgarbo. La cantina Le Piane è infatti nata da un incontro; l’incontro fra uno
Prima alla Trattoria Speranza ad Omegna, una vera trattoria e non una sua interpretazione; poi ancora ad Omegna la sera dopo a Punti di Vista, nuovo ed arioso ristorante vista lago (uno dei più belli del Lago per posizione, sia detto subito). In due sere ho mangiato due ottime fritture di pesce di
Le Pro Loco di Invorio, Lesa ed Omegna, dal 26 al 28 agosto, organizzano BordòLago, banco di assaggio vini, frutto di un lungo gemellaggio. La Pro Loco di Invorio (No) ha infatti in essere da anni il gemellaggio con quattro piccoli comuni del Bordeaux: Coubeyrac, Gensac, Juillac e Pessac. Quattro
Ho visto la classifica di 50 Top Pizza 2022 e non ho nulla da dire, anche se un quarto posto a I Tigli di San Bonifacio mi sembra una foglia di fico: è stata la prima pizzeria di qualità italiana, innovativa, bravi. Io ci sono passato un paio di anni fa con
L’idea di costituire una Comunità Slow Food delle Alpi e Prealpi occidentali dedicata al pesce d’acqua dolce è già di per sé segno di un interesse verso del cibo locale per anni negletto. Il pesce di acqua dolce, per intenderci. Un avvenimento assai interessante di cui si parla qui, qui e qui. Solo per
Ieri sera ho mangiato la mia prima Finanziera tradizionale, piatto tipico piemontese ricavato dalle frattaglie e acidulato con l’aceto e il marsala. Non sono schizzinoso, ma il piatto non mi è piaciuto: troppo particolare per i miei gusti. Buono ma non di mio gradimento. Ringrazio comunque Fabrizio che mi ha portato in
L’idea di costituire una Comunità Slow Food delle Alpi e Prealpi occidentali dedicata al pesce d’acqua dolce è già di per sé segno di un interesse verso del cibo locale per anni negletto. Il pesce di acqua dolce, per intenderci. Un avvenimento assai interessante di cui si parla qui, qui e qui. Solo per
Leggo con piacere un articolo de “Il Gambero Rosso” (a cui sono abbonato: fatelo anche voi, merita) in cui si critica l’abbondanza delle do (doc) del vino. L’intervista a Francesco Liantonio (che conosco e saluto) presidente di Valoreitalia in alcuni passaggi è chiara: “Le prime 50 denominazioni coprono il 95% del valore economico complessivo.
Gli italiani sono distratti e anche un poco “gnorri”. Continuo a sentire storie mal raccontate e mal dette. Tipo quella della bresaola valtellinese fatta con la carne di zebù. Tu ascolti e poi sussulti: zebù! Africa! Prodotti tipici!? e poi vai oltre senza approfondire, pronto a ripetere pappagallescamente la storiella. Basterebbe
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