Andate all’Inferno

Il suo nome è Nessuno

“Raccontami, o Musa, l’uomo versatile che a lungo vagò”. E’ l’inizio dell’Odissea e l’uomo versatile, nel X libro del poema, prende contatto con il mondo

I Papi a testa in giù

Se ci sono da denunciare vizi, avidità e corruzione Dante ha una terzina al veleno per tutti e non fa sconti a nessuno, nemmeno ai

Padri e figli

Nel silenzio surreale e spettrale della città di Dite, in una pianura ampia, desolata e buia, cosparsa di tombe scoperchiate e arroventate dalle fiamme, va

Un Prof caro e venerato

“Siete voi qui, ser Brunetto?” Lo sguardo sbalordito di Dante nel ravvisare faticosamente in un “viso abbrusciato” le fattezze del suo maestro Brunetto Latini ha

Un bosco di morte

Oltre a quella oscura in cui smarrisce la diritta via, c’è un’altra selva che Dante attraversa lungo il tragitto all’inferno. Se la prima “selvaggia e

Strozzini, cravattari, scortichini

Nel mondo di Dante è considerato un peccato prestare denaro a interesse, una delle forme più gravi di violenza perché esercitata contro Dio: gli usurai

In questo mondo di ladri

Sabato Santo del 1300, verso le 11 di mattina. Ottavo cerchio, settima bolgia. Dei serpenti strisciano continuamente tra i dannati indifesi, li mordono o ne

Molto pulp, pure troppo

Dante è pulp prima che il pulp fosse inventato. Prima di Hammett e Tarantino, se ci limitiamo al crudo realismo del racconto e a certe

Il veltro è morto e sepolto (a Pisa)

Il valore morale e alcuni elementi narrativi che caratterizzano l’intero poema sono già presenti in tutta la loro importanza nell’incipit dell’Inferno, attraverso l’allegoria profetica del

Andate all’Inferno

Il suo nome è Nessuno

“Raccontami, o Musa, l’uomo versatile che a lungo vagò”. E’ l’inizio dell’Odissea e l’uomo versatile, nel X libro del poema, prende contatto con il mondo degli Inferi per domandare all’indovino Tiresia quale sarà il suo destino. La profezia gli svela il ritorno a Itaca, ma anche che riprenderà a viaggiare

I Papi a testa in giù

Se ci sono da denunciare vizi, avidità e corruzione Dante ha una terzina al veleno per tutti e non fa sconti a nessuno, nemmeno ai pontefici. Nonostante affermi di avere “reverenza per le somme chiavi”, con alcuni vicari di Cristo il poeta non va tanto per il sottile. Tra Adriano

Padri e figli

Nel silenzio surreale e spettrale della città di Dite, in una pianura ampia, desolata e buia, cosparsa di tombe scoperchiate e arroventate dalle fiamme, va in scena un dramma dalle tinte forti, perfetto nell’alternare tempra morale, sentimenti ed emozioni e con una tensione narrativa che mai si allenta. I protagonisti

Un Prof caro e venerato

“Siete voi qui, ser Brunetto?” Lo sguardo sbalordito di Dante nel ravvisare faticosamente in un “viso abbrusciato” le fattezze del suo maestro Brunetto Latini ha alimentato la perplessità di tanti commentatori, evidentemente imbarazzati nell’interpretare la posizione e il giudizio del poeta di fronte ai sodomiti. E’ lo stesso Brunetto, nudo

Un bosco di morte

Oltre a quella oscura in cui smarrisce la diritta via, c’è un’altra selva che Dante attraversa lungo il tragitto all’inferno. Se la prima “selvaggia e aspra e forte” gli procura angoscia solo a ricordarla, nel secondo girone del settimo cerchio si avverte una tensione inquieta di fronte ad un intricato

Strozzini, cravattari, scortichini

Nel mondo di Dante è considerato un peccato prestare denaro a interesse, una delle forme più gravi di violenza perché esercitata contro Dio: gli usurai infatti, non pervertono solo la volontà, la prerogativa che distingue l’uomo dall’animale, ma anche l’ordine delle cose voluto da Dio che ci impone di trarre

Quando sedurre è una frustata all’anima delle donne

La volgare scompostezza della prostituta Taide e gli occhi bassi del podestà Venedico Caccianemico restituiscono al lettore dell’Inferno la sensazione di umiliante vergogna e meschinità connaturate alla colpa e ai dannati delle prime due bolge dell’ottavo cerchio: ruffiani, seduttori e adulatori hanno in vita soddisfatto le voglie altrui e le

In questo mondo di ladri

Sabato Santo del 1300, verso le 11 di mattina. Ottavo cerchio, settima bolgia. Dei serpenti strisciano continuamente tra i dannati indifesi, li mordono o ne tengono avvinte le braccia e talvolta si fondono con loro in una raccapricciante metamorfosi uomo – rettile. Dante ci avvisa che se in vita usiamo

Molto pulp, pure troppo

Dante è pulp prima che il pulp fosse inventato. Prima di Hammett e Tarantino, se ci limitiamo al crudo realismo del racconto e a certe situazioni macabre escludendo il compiacimento sardonico che accompagna tale narrazione contemporanea, il Sommo Poeta ci offre scene sanguinarie e fermo immagine degni delle migliori scene

Il veltro è morto e sepolto (a Pisa)

Il valore morale e alcuni elementi narrativi che caratterizzano l’intero poema sono già presenti in tutta la loro importanza nell’incipit dell’Inferno, attraverso l’allegoria profetica del Veltro che chiude il canto per bocca di Virgilio. I versi ci restituiscono la poetica e drammatica testimonianza di un individuo smarrito nel disordine morale,