Agnès Poirier, “Rive Gauche”
Leggere “Rive Gauche” di Agnès Poirier volume di qualche anno fa edito da Einaudi, nel 2018, è un po’ come assistere, affacciati a una finestra,
Leggere “Rive Gauche” di Agnès Poirier volume di qualche anno fa edito da Einaudi, nel 2018, è un po’ come assistere, affacciati a una finestra,
Non credo sia un caso che due dei più grandi registi italiani viventi, Mario Martone e Paolo Sorrentino, siano nati a Napoli. (per la cronaca
“Non ho fatto la sciocchezza di andare a studiare le mele cubiste come voleva Severini, che io non sento, né gli altri ‘purismi’ che si
Se decidete di andare a vedere “The French Dispatch” è meglio che vi scordiate Maurizio Porro che come un disco rotto si ostina a non
Il concerto dell’Earth Ensemble incomincia in maniera avviluppante e, come tutti i progetti che riguardano la terra (e chissà perché?), poteva far preludere ad una
E’ quanto mai difficile scrivere di un artista come Saul Steinberg e lo è per un motivo semplice: descrivere segni con le parole è quasi
Vado sempre a vedere i film di Pedro Almodóvar per dovere perché credo che non mi piacciano, poi alla fine mi piacciono (quasi),sempre. So anche
Il bello dei festival è che in pochi giorni si concentrano un numero di concerti (non li chiamo “eventi”perché il termine mi fa venire l’orticaria),
Il titolo può trarre in inganno, poiché leggendolo si potrebbe pensare ad un saggio storico della casa editrice Il Mulino o magari di Laterza… Invece
Se fosse stato Bob Dylan a scrivere “Il Castello di Barbablù” anzichè Béla Bártok su libretto di Béla Bálazs, forse si sarebbe potuto intitolare “I
Leggere “Rive Gauche” di Agnès Poirier volume di qualche anno fa edito da Einaudi, nel 2018, è un po’ come assistere, affacciati a una finestra, agli eventi che si sono succeduti dopo la liberazione di Parigi, fino alla fine degli anni Cinquanta. Quella finestra potrebbe avere la vista sulla Place
Non credo sia un caso che due dei più grandi registi italiani viventi, Mario Martone e Paolo Sorrentino, siano nati a Napoli. (per la cronaca il terzo, Nanni Moretti, è nato a Roma). Aggiungiamoci che anche uno dei più grandi attori italiani, Tony Servillo, è nato a Napoli e potremmo
“Non ho fatto la sciocchezza di andare a studiare le mele cubiste come voleva Severini, che io non sento, né gli altri ‘purismi’ che si propongono a quelli che cominciano a dipingere. Io non ho fatto che trasportare tutto il mio stesso mondo di decoratore in un mondo di pittore,
Se decidete di andare a vedere “The French Dispatch” è meglio che vi scordiate Maurizio Porro che come un disco rotto si ostina a non capire o a fingere di non capire che il cinema di Wes Anderson è “altro”. Qualcuno potrebbe anche affermare, a torto o a ragione, che
Il concerto dell’Earth Ensemble incomincia in maniera avviluppante e, come tutti i progetti che riguardano la terra (e chissà perché?), poteva far preludere ad una serata di elettronica pura e invece così non è stato, perché questo giovane gruppo sembra aver comunque le radici ben piantate nella musica strumentale e
E’ quanto mai difficile scrivere di un artista come Saul Steinberg e lo è per un motivo semplice: descrivere segni con le parole è quasi impossibile e lo è, tanto più, quando i segni dicono molto di più delle parole. Come per chi del segno grafico ha fatto una lingua
Vado sempre a vedere i film di Pedro Almodóvar per dovere perché credo che non mi piacciano, poi alla fine mi piacciono (quasi),sempre. So anche perché poi mi piacciono: perché in essi, solitamente nella seconda parte, c’è sempre una sorta di agnizione. “Madres Paralelas” non fa eccezione, poiché al solito
Il bello dei festival è che in pochi giorni si concentrano un numero di concerti (non li chiamo “eventi”perché il termine mi fa venire l’orticaria), strabiliante. È il caso di “JazzMi” che in dieci giorni offre più di un centinaio di concerti in punti diversi della città e in orari
Il titolo può trarre in inganno, poiché leggendolo si potrebbe pensare ad un saggio storico della casa editrice Il Mulino o magari di Laterza… Invece no, non si tratta di questo. “Giovani e rivoluzioni” è uno straordinario volumetto di pettegolezzi artistici e dico subito che uso il termine “pettegolezzi” in
Se fosse stato Bob Dylan a scrivere “Il Castello di Barbablù” anzichè Béla Bártok su libretto di Béla Bálazs, forse si sarebbe potuto intitolare “I Contain Multitudes” perché , l’opera breve andata in scena sabato scorso al Teatro Coccia in prima nazionale, è una specie di seduta psicanalitica, dove il
La Voce di Novara è un progetto nato nel 2017 con l’obiettivo di offrire una nuova Voce dei nostri territori.
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