Chez Mimich

Elles font l’abstraction

Visitando la mostra del Centre Pompidou di Parigi, “Elle font l’abstraction”, ora in viaggio verso il Guggenheim di Bilbao, non ho potuto fare a meno

Damien Hirst: “Cerisiers En Fleur”

vevo prenotato la mostra prima di partire per Parigi, ma senza troppa convinzione. Trattandosi di Damien Hirst e, conoscendo la sua produzione artistica, Mo chiedevo

Neil Beloufa, “Digital mourning”

Non è certo una novità vedere un artista che vorrebbe, attraverso le sue opere, interagire col pubblico. E’ una “provocazione” per usare un termine un

Maurizio Cattelan: “Breath Ghosts Blind”

Non andate a vedere questa mostra perché potreste rimanere delusi, oppure andateci perché non vi deluderà. Dipende da quali emozioni cerchiate nell’arte. Anzi dipende da

Marco Colonna, Diego Miranda, Fabrizio Spera: “N-Est”

Vorrei cogliere l’occasione dell’ascolto dell’ultimo lavoro di Marco Colonna (clarinetto basso, sax alto e flauto), Diego Miranda (contrabbasso) e Fabrizio Spera (batteria), intitolato “N-Est”, prodotto

Roberto Calasso: Allucinazioni Americane

Come dice il mio amico Marco, per chi ha voglia di “clarté” ovvero di chiarezza cartesiana, ma anche di chiarezza “illuminista”, Roberto Calasso non è

Chez Mimich

Elles font l’abstraction

Visitando la mostra del Centre Pompidou di Parigi, “Elle font l’abstraction”, ora in viaggio verso il Guggenheim di Bilbao, non ho potuto fare a meno di pensare che , quando nel 1980 ho visitato a Milano “L’altra metà dell’Avanguardia”, la curatrice della mostra del Beauborug, Christine Macel, aveva undici anni.

Damien Hirst: “Cerisiers En Fleur”

vevo prenotato la mostra prima di partire per Parigi, ma senza troppa convinzione. Trattandosi di Damien Hirst e, conoscendo la sua produzione artistica, Mo chiedevo quale bizzarria avesse architettato per far parlare ancora di sé. Dopo essere diventato gallerista (ricordiamo che è di sua proprietà la Newport Street Gallery di

Édition Limité, Vollard, Petiet et l’Estampe De Maîtres

Se è quasi inutile presentare una figura celeberrima come quella di Ambroise Vollard, famoso anche per essere stato ritratto in numerosi dipinti di artisti delle avanguardie storiche, meno conosciuto è il suo successore, per così dire, ovvero Henri Petiet. A queste due grandissimi personaggi dell’arte moderna, è dedicata la deliziosa

Alessandro Carrera: “La voce di Bob Dylan”

Sintetizzare o commentare un libro ciclopico è un esercizio vano, poiché un post altrettanto ciclopico non servirebbe a nulla e certo non potrebbe sostituire la lettura di questo tomo fondamentale per la comprensione di un monumento vivente della storia della musica quale è Bob Dylan. E allora, cercando di essere

Neil Beloufa, “Digital mourning”

Non è certo una novità vedere un artista che vorrebbe, attraverso le sue opere, interagire col pubblico. E’ una “provocazione” per usare un termine un po’ frusto, che può essere fatta risalire agli esordi della Body, della Land e anche della Conceptual Art e, se volessimo essere più precisi, in

Maurizio Cattelan: “Breath Ghosts Blind”

Non andate a vedere questa mostra perché potreste rimanere delusi, oppure andateci perché non vi deluderà. Dipende da quali emozioni cerchiate nell’arte. Anzi dipende da quali emozioni cerchiate tout court. La mostra che propone Pirelli Hangar Bicocca, è una mostra per tutti e per nessuno, come disse del suo “Also

Marco Colonna, Diego Miranda, Fabrizio Spera: “N-Est”

Vorrei cogliere l’occasione dell’ascolto dell’ultimo lavoro di Marco Colonna (clarinetto basso, sax alto e flauto), Diego Miranda (contrabbasso) e Fabrizio Spera (batteria), intitolato “N-Est”, prodotto dall’etichetta polacca “Fudacja Slukaj”, per interrogarmi e riflettere su qualcosa (“anche” su qualcosa), che apparentemente non ha strettamente a che fare con la musica, ma

Un libro fotografico con foto inguardabili

Qualche giorno fa, Lucia Ferraris, una mia compagna del liceo artistico di Novara (mi riferisco alla metà e alla fine degli anni Settanta del “secolo breve”), mi ha fatto dono di un libro fotografico “creato” (e il termine non è improprio), da Graziano Genoni, Paola Polastri, Mauro Savoini e dalla

Roberto Calasso: Allucinazioni Americane

Come dice il mio amico Marco, per chi ha voglia di “clarté” ovvero di chiarezza cartesiana, ma anche di chiarezza “illuminista”, Roberto Calasso non è una lettura indicata. Marco ha ragione, ma io che amo anche il torbido, e che al dubbio cartesiano preferisco il travolgimento nietzcheano, non potevo che