Elles font l’abstraction
Visitando la mostra del Centre Pompidou di Parigi, “Elle font l’abstraction”, ora in viaggio verso il Guggenheim di Bilbao, non ho potuto fare a meno
Visitando la mostra del Centre Pompidou di Parigi, “Elle font l’abstraction”, ora in viaggio verso il Guggenheim di Bilbao, non ho potuto fare a meno
vevo prenotato la mostra prima di partire per Parigi, ma senza troppa convinzione. Trattandosi di Damien Hirst e, conoscendo la sua produzione artistica, Mo chiedevo
Se è quasi inutile presentare una figura celeberrima come quella di Ambroise Vollard, famoso anche per essere stato ritratto in numerosi dipinti di artisti delle
Sintetizzare o commentare un libro ciclopico è un esercizio vano, poiché un post altrettanto ciclopico non servirebbe a nulla e certo non potrebbe sostituire la
Non è certo una novità vedere un artista che vorrebbe, attraverso le sue opere, interagire col pubblico. E’ una “provocazione” per usare un termine un
Non andate a vedere questa mostra perché potreste rimanere delusi, oppure andateci perché non vi deluderà. Dipende da quali emozioni cerchiate nell’arte. Anzi dipende da
Dalla rubrica Chez Mimich
Vorrei cogliere l’occasione dell’ascolto dell’ultimo lavoro di Marco Colonna (clarinetto basso, sax alto e flauto), Diego Miranda (contrabbasso) e Fabrizio Spera (batteria), intitolato “N-Est”, prodotto
Qualche giorno fa, Lucia Ferraris, una mia compagna del liceo artistico di Novara (mi riferisco alla metà e alla fine degli anni Settanta del “secolo
Come dice il mio amico Marco, per chi ha voglia di “clarté” ovvero di chiarezza cartesiana, ma anche di chiarezza “illuminista”, Roberto Calasso non è
Visitando la mostra del Centre Pompidou di Parigi, “Elle font l’abstraction”, ora in viaggio verso il Guggenheim di Bilbao, non ho potuto fare a meno di pensare che , quando nel 1980 ho visitato a Milano “L’altra metà dell’Avanguardia”, la curatrice della mostra del Beauborug, Christine Macel, aveva undici anni.
vevo prenotato la mostra prima di partire per Parigi, ma senza troppa convinzione. Trattandosi di Damien Hirst e, conoscendo la sua produzione artistica, Mo chiedevo quale bizzarria avesse architettato per far parlare ancora di sé. Dopo essere diventato gallerista (ricordiamo che è di sua proprietà la Newport Street Gallery di
Se è quasi inutile presentare una figura celeberrima come quella di Ambroise Vollard, famoso anche per essere stato ritratto in numerosi dipinti di artisti delle avanguardie storiche, meno conosciuto è il suo successore, per così dire, ovvero Henri Petiet. A queste due grandissimi personaggi dell’arte moderna, è dedicata la deliziosa
Sintetizzare o commentare un libro ciclopico è un esercizio vano, poiché un post altrettanto ciclopico non servirebbe a nulla e certo non potrebbe sostituire la lettura di questo tomo fondamentale per la comprensione di un monumento vivente della storia della musica quale è Bob Dylan. E allora, cercando di essere
Non è certo una novità vedere un artista che vorrebbe, attraverso le sue opere, interagire col pubblico. E’ una “provocazione” per usare un termine un po’ frusto, che può essere fatta risalire agli esordi della Body, della Land e anche della Conceptual Art e, se volessimo essere più precisi, in
Non andate a vedere questa mostra perché potreste rimanere delusi, oppure andateci perché non vi deluderà. Dipende da quali emozioni cerchiate nell’arte. Anzi dipende da quali emozioni cerchiate tout court. La mostra che propone Pirelli Hangar Bicocca, è una mostra per tutti e per nessuno, come disse del suo “Also
Dalla rubrica Chez Mimich
Vorrei cogliere l’occasione dell’ascolto dell’ultimo lavoro di Marco Colonna (clarinetto basso, sax alto e flauto), Diego Miranda (contrabbasso) e Fabrizio Spera (batteria), intitolato “N-Est”, prodotto dall’etichetta polacca “Fudacja Slukaj”, per interrogarmi e riflettere su qualcosa (“anche” su qualcosa), che apparentemente non ha strettamente a che fare con la musica, ma
Qualche giorno fa, Lucia Ferraris, una mia compagna del liceo artistico di Novara (mi riferisco alla metà e alla fine degli anni Settanta del “secolo breve”), mi ha fatto dono di un libro fotografico “creato” (e il termine non è improprio), da Graziano Genoni, Paola Polastri, Mauro Savoini e dalla
Come dice il mio amico Marco, per chi ha voglia di “clarté” ovvero di chiarezza cartesiana, ma anche di chiarezza “illuminista”, Roberto Calasso non è una lettura indicata. Marco ha ragione, ma io che amo anche il torbido, e che al dubbio cartesiano preferisco il travolgimento nietzcheano, non potevo che
La Voce di Novara è un progetto nato nel 2017 con l’obiettivo di offrire una nuova Voce dei nostri territori.
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