A qualche giorno dalle parole dell’ex vicesindaco di Cerano Alessandro Albanese (leggi qui) in merito alla sua revoca da vice appunto per il tweet sulla partita Milan-Napoli, anche il Pd locale ha voluto esprimersi.
Albanese, rimasto comunque assessore, con alcune affermazioni ha voluto puntare il dito a Fratelli d’Italia, il partito che a suo parere ha gonfiato il suo errore sui social per poter affidare la poltrona di vice a un suo uomo, in questo caso a una sua donna, ossia Monica Aina; l’assessore spiega che le prime diatribe erano già nate durante le elezioni quando si era scelto Albanese in base al quantitativo di voti presi. Il tweet sarebbe stata l’occasione per spodestarlo.
«Da subito avevamo parlato di regolamento di conti, soprattutto dopo aver letto il surreale atto di revoca che bollava le affermazioni incompatibili col ruolo di vicesindaco, ma evidentemente ritenute legittime per un assessore, tanto che più che una vittima siamo di fronte a un graziato, – ha detto il segretario di circolo Tommaso Vitarelli – ora sappiamo, nella versione di Albanese, che il ruolo di vicesindaco era nel mirino già dall’esito elettorale e che nelle tanto trasparenti stanze si è colta l’occasione. Non avranno creduto ai loro occhi gli esponenti di Fratelli d’Italia, ma forse sapevano che sarebbe bastato aspettare. Ora sappiamo che il primo cittadino è soggetto a pressioni che ne condizionano le scelte, pressioni politiche che ci pare di intendere siano politiche non locali, con buona pace del Prima Cerano. Su una cosa siamo d’accordo: l’essere di fronte agli aspetti peggiori della politica e il silenzio dei chiamati in causa è preoccupante».
Il Pd locale ha tenuto a ribadire il proprio pensiero generale sulla vicenda: «Rimaniamo convinti che le esternazioni sui social di Albanese avrebbero dovuto portare a dimissioni, spontanee o meno».