Destini Incrociati: da via Greppi a Beaubourg

Al Centre Pompidou di Parigi dal 18 novembre prossimo fino al 4 dicembre, nell’ambito del ciclo de La Cinémathèque du Documentaire à la Bpi (la Bpi è la Bibliothèque publique d’information) viene proiettato il film documentario “De part et d’autre”. Un film che parla di alberi (ma anche di relazioni). Gli alberi infatti comunicano attraverso ramificazioni, anche sotterranee e nascoste, una specie di sistema nervoso che ha molto a che vedere con quello umano. Il film è diretto da Matthieu Chatellier e montato da Daniela De Felice. I due non sono solo una coppia nel lavoro, ma anche nella vita e la loro produzione filmica è ormai corposa. Si tratta di film documentari per chi ama la riflessione su tematiche sociali e politiche, ma non solo. Vorrei ricordare “(G)rêve Général(e)” del 2007 sull’occupazione sull’occupazione studentesca dell’Università di Caen, “La Mécanique des corps” del 2016, documentario sulla costruzione e l’adattamento al corpo di un arto artificiale, lo struggente “Ardenza” del 2022, film su dolore e nostalgia, modellato sulle vicende personali e famigliari di Daniela De Felice.

Vorrei ricordare anche “Mille fois recommencer” magnifico film sulla scultura e sulla materia scultorea del 2020, “Doux amer” (2011), racconto di una malattia feroce. Vicino al Centre Pompidou, dietro al “Quartier de l’Horologe”, al numero 30 di Rue Beaubourg, ecco la “Galerie Daniel Templon”, una delle storiche gallerie d’arte parigine che in queste settimane propone “Paysages insomniaques” di Philippe Cognée, raffinato pittore contemporaneo francese (nato a Nantes nel 1957), che lavora principalmente con la cera fusa e frantumata che crea un effetto spaesante per i suoi soggetti prettamente urbani. La Galerie Templon fu fondata da Daniel Templon negli anni Settanta e si caratterizzò subito per la capacità di ospitare artisti già affermati e numerosi giovani artisti dell’epoca.

Per buttare lì qualche nome: Daniel Buren, Arman, Jean-Miche Basquiat, Jim Dine, Willem de Kooning, Roy Lichtenstein, Robert Rauschenberg, Julian Schnabel, Richard Serra, Fran Stella, Andy Warhol. La direttrice della Galerie Daniel Templon di Rue Beaubourg è attualmente Gloria Sensi, già consulente di un altro tempio sacro del mondo artistico parigino e internazionale, come la Galerie Perrotin. Daniela De Felice e Gloria Sensi, due giovani donne ormai affermate hanno qualcosa in comune, ma non lo sanno. Oltre ad essere italiane, oltre ad essere nel mondo delle arti visive e oltre a vivere ed operare a Parigi (Daniela in realtà vive a Caen, ma lavora nella capitale), Daniela e Gloria si sono formate, in anni diversi, in quella scuola spesso considerata dei “brutti, sporchi e cattivi” che è stato il liceo artistico di Novara, dove le ho conosciute da adolescenti.

A dire la verità hanno in comune anche il fatto di essere nate e cresciute nel magentino, ed anche questo ho dovuto ricordarglielo io. Chissà che Daniela e Gloria diventino amiche, il finale della storia lo richiederebbe…

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Mario Grella

Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.

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Destini Incrociati: da via Greppi a Beaubourg

Al Centre Pompidou di Parigi dal 18 novembre prossimo fino al 4 dicembre, nell’ambito del ciclo de La Cinémathèque du Documentaire à la Bpi (la Bpi è la Bibliothèque publique d’information) viene proiettato il film documentario “De part et d’autre”. Un film che parla di alberi (ma anche di relazioni). Gli alberi infatti comunicano attraverso ramificazioni, anche sotterranee e nascoste, una specie di sistema nervoso che ha molto a che vedere con quello umano. Il film è diretto da Matthieu Chatellier e montato da Daniela De Felice. I due non sono solo una coppia nel lavoro, ma anche nella vita e la loro produzione filmica è ormai corposa. Si tratta di film documentari per chi ama la riflessione su tematiche sociali e politiche, ma non solo. Vorrei ricordare “(G)rêve Général(e)” del 2007 sull’occupazione sull’occupazione studentesca dell’Università di Caen, “La Mécanique des corps” del 2016, documentario sulla costruzione e l’adattamento al corpo di un arto artificiale, lo struggente “Ardenza” del 2022, film su dolore e nostalgia, modellato sulle vicende personali e famigliari di Daniela De Felice.

Vorrei ricordare anche “Mille fois recommencer” magnifico film sulla scultura e sulla materia scultorea del 2020, “Doux amer” (2011), racconto di una malattia feroce. Vicino al Centre Pompidou, dietro al “Quartier de l’Horologe”, al numero 30 di Rue Beaubourg, ecco la “Galerie Daniel Templon”, una delle storiche gallerie d’arte parigine che in queste settimane propone “Paysages insomniaques” di Philippe Cognée, raffinato pittore contemporaneo francese (nato a Nantes nel 1957), che lavora principalmente con la cera fusa e frantumata che crea un effetto spaesante per i suoi soggetti prettamente urbani. La Galerie Templon fu fondata da Daniel Templon negli anni Settanta e si caratterizzò subito per la capacità di ospitare artisti già affermati e numerosi giovani artisti dell’epoca.

Per buttare lì qualche nome: Daniel Buren, Arman, Jean-Miche Basquiat, Jim Dine, Willem de Kooning, Roy Lichtenstein, Robert Rauschenberg, Julian Schnabel, Richard Serra, Fran Stella, Andy Warhol. La direttrice della Galerie Daniel Templon di Rue Beaubourg è attualmente Gloria Sensi, già consulente di un altro tempio sacro del mondo artistico parigino e internazionale, come la Galerie Perrotin. Daniela De Felice e Gloria Sensi, due giovani donne ormai affermate hanno qualcosa in comune, ma non lo sanno. Oltre ad essere italiane, oltre ad essere nel mondo delle arti visive e oltre a vivere ed operare a Parigi (Daniela in realtà vive a Caen, ma lavora nella capitale), Daniela e Gloria si sono formate, in anni diversi, in quella scuola spesso considerata dei “brutti, sporchi e cattivi” che è stato il liceo artistico di Novara, dove le ho conosciute da adolescenti.

A dire la verità hanno in comune anche il fatto di essere nate e cresciute nel magentino, ed anche questo ho dovuto ricordarglielo io. Chissà che Daniela e Gloria diventino amiche, il finale della storia lo richiederebbe…

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Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.