Il jazz non è fatto per i teatri, ne conveniva con me ieri sera anche Mr. Corrado Beldì (che del genere se ne intende parecchio). Ed è stato bello sentire questo bel quartetto, che si è esibito ieri sera, nell’ambito di Taste of Jazz, all’Opificio di Novara. Un altro piccolo passo verso la normalità, visto che il Quartetto non si esibiva insieme e dal vivo da quasi tre anni, come ha ricordato in apertura di serata Gabriele Boggio Ferraris. Suoi i brani presentati e che presto andranno a far parte del nuovo cd, dopo il precedente “Penguin Village”.
Sono brani di quelli che fanno star bene e che sanno far star bene le persone tra loro, cosicché anche il vivace pubblico dell’Opificio è risultato essere partecipe e attento. Un jazz spesso dolce e pacato, qualche volta sognante e con belle individualità. Un quartetto composto da Gabriele Boggio Ferraris al vibrafono e compositore, Massimiliano Milesi al sax, Giacomo Papetti al basso (ma solitamente al contrabbasso), Alessandro Rossi alla batteria. Vi svelerò una cosa: i vibrafonisti sono spesso timidi, chissà perché, e Gabriele Boggio Ferraris non fa eccezione nel presentare i pezzi, con delicatezza, quasi timidamente, ma la sua musica è invece dal timbro deciso e senza esitazioni caratterizzata dalla complessità delle lunghe cavalcate strumentali, dall’afflato delle ballate, dalle melodie confortanti, articolate e disperse in mille rivoli, insomma un jazz di qualità.
E poi l’accoppiata vibrafono-sax risulta efficace al punto giusto per “evocare mondi”, che possono essere brasiliani come nordici e Gabriele Boggio Ferraris e Massimiliano Milesi lo sanno fare molto bene: quando c’è la giusta, misura per usare un termine un po’ da bottega artistica, il mélange è perfetto. Qui sax e vibrafono non si pestano mai i piedi, né mai uno prevale sull’altro, la batteria scandisce il tempo di tutto e il basso, che in una formazione jazz è di qualità quando non si nota, è una presenza discreta, ma quando Giacomo Papetti accenna ad un assolo, emergono subito qualità e passione. Si può ben dire che dalla “cucina & bottega”, motto dell’Opificio di Novara, è uscita un’altra, tra le tante, ricette riuscite.
Vale ancora la pena ricordare che, questo locale molto “newyorkese” della pianura padana grazie alla affabilità e alla professionalità di Fabio Barozzi e di Eleonora Marangon e dei loro collaboratori, é diventato la “sede gourmande” di Novara Jazz che, detto per inciso, ha appena aperto anche la nuova sede di rappresentanza nel cuore antico della città (in piazza Giovanetti, letteralmente all’ombra della Cupola) e vale anche la pena spendere due parole per le attività collaterali del Festival novarese, che oltra alla “regular season”, di ormai consolidata tradizione, ha messo in moto anche lo Spazio Nova, presso la dismessa “Caserma Passalacqua”, dove sono previste grandi novità, anche strutturali, e poi gli “Aperitivi in Jazz” della domenica mattina presso il Piccolo Coccia (dependance molto fascinosa del maestoso Teatro Coccia) e, appunto, “Taste of Jazz”, rassegna musical-gastronomica di ottima qualità. A questo si aggiunge un rinnovato e ampliato ufficio stampa, presentato proprio ieri sera agli addetti ai lavori. Che dire? Vi aspettiamo a Novara e a Novara Jazz, naturalmente!