25 Aprile, la contestazione al discorso del consigliere Gigantino che disonora la Provincia. VIDEO

L'episodio oggi durante le celebrazioni ufficiali del 25 aprile

Doveva essere un momento solenne e condiviso, ma si è trasformato in una scena di forte tensione e protesta. Durante la cerimonia ufficiale per la Festa della Liberazione (questa mattina al Broletto) il consigliere provinciale Mauro Gigantino (Fratelli d’Italia), in rappresentanza della Provincia e con la fascia azzurra al petto, ha pronunciato un’allocuzione che ha suscitato indignazione e accese contestazioni da parte del pubblico.​

Al posto del presidente Federico Binatti – assente alle celebrazioni sia a Novara come presidente della Provincia sia a Trecate come sindaco – Gigantino ha aperto la celebrazione con un discorso, pronunciato in maniera non casuale e accolto con calore dal senatore Gaetano Nastri, che ha rievocato toni e argomentazioni da tempo oggetto di critica e divisione. «I caduti meritano tutti rispetto, anche quelli che hanno combattuto in buona fede dalla parte sconfitta. Questa festa non deve essere faziosa», ha dichiarato, riproponendo un vecchio slogan ormai desueto, che negli anni ha alimentato revisionismi e polemiche.​

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Dal pubblico sono immediatamente partiti fischi e grida: «Fascista!», «Vattene!», hanno urlato numerosi cittadini, indignati per quello che è stato percepito come un tentativo di equiparare le responsabilità storiche e morali tra Resistenza e fascismo.​ Il passaggio più controverso è arrivato quando Gigantino ha affermato che la memoria di vivere senza libertà in Italia ormai si è persa nel tempo, aggiungendo che a ricordare cosa significhi vivere in una dittatura oggi sono soprattutto «coloro che nell’Europa dell’Est hanno vissuto sotto la dittatura del proletariato e dello stalinismo». Un riferimento che ha ulteriormente alimentato la sensazione di uno stravolgimento del significato autentico del 25 Aprile.​

La presenza di un rappresentante istituzionale, espressione di Fratelli d’Italia, a pronunciare parole così divisive in una giornata simbolo dell’unità nazionale, ha riacceso un dibattito che, evidentemente, è tutt’altro che chiuso. Non è la prima volta che in città – e nel Paese – si tenta di rimettere in discussione il valore fondante della Resistenza. Le dichiarazioni del consigliere, che ha abbandonato la piazza sulle note di “Bella ciao”, non sono solo una provocazione: rappresentano un oltraggio alla memoria storica e ai valori costituzionali. Equiparare i partigiani ai repubblichini, evocare la dittatura stalinista per relativizzare il fascismo italiano, significa tradire lo spirito del 25 Aprile.​

È vergognoso che nel cuore delle istituzioni novaresi si dia spazio a chi tenta di riscrivere la storia, offendendo la memoria dei caduti per la libertà. Il 25 Aprile non è una festa “di parte”: è il giorno in cui l’Italia ha scelto la democrazia, la libertà e la giustizia. Chi non condivide questi valori non dovrebbe rappresentare le istituzioni.​

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Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.

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25 Aprile, la contestazione al discorso del consigliere Gigantino che disonora la Provincia. VIDEO

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Doveva essere un momento solenne e condiviso, ma si è trasformato in una scena di forte tensione e protesta. Durante la cerimonia ufficiale per la Festa della Liberazione (questa mattina al Broletto) il consigliere provinciale Mauro Gigantino (Fratelli d’Italia), in rappresentanza della Provincia e con la fascia azzurra al petto, ha pronunciato un’allocuzione che ha suscitato indignazione e accese contestazioni da parte del pubblico.​

Al posto del presidente Federico Binatti – assente alle celebrazioni sia a Novara come presidente della Provincia sia a Trecate come sindaco – Gigantino ha aperto la celebrazione con un discorso, pronunciato in maniera non casuale e accolto con calore dal senatore Gaetano Nastri, che ha rievocato toni e argomentazioni da tempo oggetto di critica e divisione. «I caduti meritano tutti rispetto, anche quelli che hanno combattuto in buona fede dalla parte sconfitta. Questa festa non deve essere faziosa», ha dichiarato, riproponendo un vecchio slogan ormai desueto, che negli anni ha alimentato revisionismi e polemiche.​

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La presenza di un rappresentante istituzionale, espressione di Fratelli d’Italia, a pronunciare parole così divisive in una giornata simbolo dell’unità nazionale, ha riacceso un dibattito che, evidentemente, è tutt’altro che chiuso. Non è la prima volta che in città – e nel Paese – si tenta di rimettere in discussione il valore fondante della Resistenza. Le dichiarazioni del consigliere, che ha abbandonato la piazza sulle note di “Bella ciao”, non sono solo una provocazione: rappresentano un oltraggio alla memoria storica e ai valori costituzionali. Equiparare i partigiani ai repubblichini, evocare la dittatura stalinista per relativizzare il fascismo italiano, significa tradire lo spirito del 25 Aprile.​

È vergognoso che nel cuore delle istituzioni novaresi si dia spazio a chi tenta di riscrivere la storia, offendendo la memoria dei caduti per la libertà. Il 25 Aprile non è una festa “di parte”: è il giorno in cui l’Italia ha scelto la democrazia, la libertà e la giustizia. Chi non condivide questi valori non dovrebbe rappresentare le istituzioni.​

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