Confronto, trasparenza, comunicazione e motivazione delle azioni. Sono queste le richieste principali avanzate questa mattina dagli agricoltori al loro secondo giorno di protesta. Dopo il sit in di ieri con i rappresentanti di Coldiretti, oggi, 15 luglio, gli agricoltori hanno nuovamente protestato a Novarello mentre era in corso l’assemblea dei delegati di Est Sesia. L’altro ieri, infatti, il consorzio ha deciso di chiudere le derivazioni delle bocche di irrigazione del canale Cavour, del Quintino Sella e dei canali minori per permettere di irrigare i campi di della Lomellina a discapito di quello novaresi.
Gli agricoltori sono riusciti a parlare con il presidente di Est Sesia, Camillo Colli, ma solo attraverso un cancello chiuso. E non è mancato qualche momento di tensione con i colleghi lomellini intervenuti a sostegno del presidente del consorzio. A causare nervosismi tra i presenti, anche il blocco all’ingresso del consigliere provinciale con delega all’Agricoltura, Davide Ferrari, a cui non è stato permesso partecipare all’assemblea.
«Vogliamo sapere perché Est Sesia ha deciso di chiudere l’acqua ai canali irrigui novaresi per lasciarla la Lomellina e soprattutto se queste azioni hanno avuto un qualche beneficio per i colleghi pavesi» hanno chiesto gli agricoltori al presidente del consorzio. Il quale, però, non ha risposto: «Basta guardare tutte le mattine il sito internet della idrometria di Est Sesia per vedere al disponibilità di acqua: se c’è la distribuiamo, se non c’è non possiamo farlo. In quel dato è inclusa tutta la drammaticità della mancanza di acqua. Come ci può essere un beneficio alla nostra campagna quando c’è una scarsità di acqua di questo tipo, dobbiamo cercare di limitare i danni in questo senso è stata presa questa decisione all’unanimità. Credo che a questo punto non si possa portare avanti alcun confronto ragionevole».
«La crisi idrica porta grande criticità nel settore risicolo, cerealicolo e zootecnico – ha affermato Giovanni Chiò, presidente di Confagricoltura -. Ciò che chiediamo è avere una comunicazione migliore e tavoli di concertazione più frequenti insieme alle associazioni di categoria; con il precedente presidente di Est Sesia il dialogo era continuo. Ci sono strategie da attuare: secondo i dati dell’Ente Risi, quest’anno il novarese ha risposto con una riduzione delle superfici per il riso – quelle che richiede una maggiore quantità di acqua – dell’11%; qui ci sono aziende che stanno perdendo i raccolti esattamente come i colleghi della Lomellina. Questa situazione era prevedibile già a febbraio e in quel momento si doveva agire in modo da poter affrontare il problema. Invece oggi il territorio novarese è danneggiato dall’atteggiamento del consorzio».
«Avevamo condiviso la possibilità di fare una turnazione, ma avevamo anche chiesto un preavviso di quattro cinque giorni – ha aggiunto Manrico Brustia, referente di Cia Novara -. Questo però non è avvenuto e lunedì pomeriggio siamo stati avvisati che martedì mattina le bocche delle fontane sarebbe state chiuse».
Nel pomeriggio di ieri, giovedì, gli agricoltori sono stati avvisati da un messaggio whats app che da oggi, venerdì, Est Sesia avrebbe riaperto le bocche per l’irrigazione chiuse in settimana, ma solo per il 10%.
«C’è un problema di programmazione per i prossimi anni – ha proseguito Brustia -. Negli ultimi quarant’anni la Lomellina è aumentata di 60 mila ettari: non si può pensare di andare avanti a usare la stessa rete irrigua. Noi siamo aumentati del 10%, Vercelli nulla. Non vogliamo aprire una guerra fra territori, ma proprio perché il consorzio è di tutti gli agricoltori, deve esserci una condivisione tra le operazioni che vengono fatte».
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