A Novara il primo Contact center per famiglie che ospitano ucraini

Un servizio attivato dal Cst grazie ai volontari delle associazioni

Novara ancora una volta in prima linea in tema di solidarietà. Il Cst, il Centro servizi per il territorio, che sta supportando i servizi sociali del Comune nelle attività di accoglienza delle persone ucraine fuggite dalla guerra, ha attivato il primo Contact center per le famiglie ospitanti.

«Un servizio che si è reso possibile grazie alla disponibilità delle associazioni – spiega il presidente, Daniele Giaime – . Al momento sono undici per un totale di 35 volontari che ogni settimana contattano le famiglie novaresi (a oggi 160 quelle che hanno dato disponibilità, ndr) e danno una mano a monitorare l’attività di accoglienza. Lo scopo è quello di darà il via a un percorso simile a quello di accompagnamento che viene attivato per le famiglie affidatarie di minori, in futuro anche attraverso un supporto psicologico. Le telefonate partiranno la prossima settimana e a ogni volontario sono state affidate tre famiglie con le quali verrà instaurato un rapporto di fiducia allo scopo di individuare eventuali criticità. Le interviste saranno annotate dagli stessi volontari su un database; i servizi sociali, che hanno manifestato l’esigenza dare continuità all’accoglienza, sono pronti a intervenire per ogni esigenza. In seguito questo servizio sarà ampliato anche alle famiglie ucraine ospitanti».

Oggi, inoltre, dovrebbe essere pubblicato sul sito del Comune il vademecum in doppia lingua italiana e ucraina con tutte le informazioni necessarie in tema di documenti, assistenza sanitaria, scuola in modo da raccogliere le domande e dare risposte mirate.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Novara ancora una volta in prima linea in tema di solidarietà. Il Cst, il Centro servizi per il territorio, che sta supportando i servizi sociali del Comune nelle attività di accoglienza delle persone ucraine fuggite dalla guerra, ha attivato il primo Contact center per le famiglie ospitanti.

«Un servizio che si è reso possibile grazie alla disponibilità delle associazioni – spiega il presidente, Daniele Giaime - . Al momento sono undici per un totale di 35 volontari che ogni settimana contattano le famiglie novaresi (a oggi 160 quelle che hanno dato disponibilità, ndr) e danno una mano a monitorare l’attività di accoglienza. Lo scopo è quello di darà il via a un percorso simile a quello di accompagnamento che viene attivato per le famiglie affidatarie di minori, in futuro anche attraverso un supporto psicologico. Le telefonate partiranno la prossima settimana e a ogni volontario sono state affidate tre famiglie con le quali verrà instaurato un rapporto di fiducia allo scopo di individuare eventuali criticità. Le interviste saranno annotate dagli stessi volontari su un database; i servizi sociali, che hanno manifestato l’esigenza dare continuità all’accoglienza, sono pronti a intervenire per ogni esigenza. In seguito questo servizio sarà ampliato anche alle famiglie ucraine ospitanti».

Oggi, inoltre, dovrebbe essere pubblicato sul sito del Comune il vademecum in doppia lingua italiana e ucraina con tutte le informazioni necessarie in tema di documenti, assistenza sanitaria, scuola in modo da raccogliere le domande e dare risposte mirate.

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