A Novara una panchina viola per far capire l’epilessia

Inaugurata sull'Allea e in queste sere si illumina la Cupola. I medici: «Combattere lo stigma di questa malattia e vicinanza a chi ne soffre»

C’è una nuova panchina viola all’interno del parco dell’Allea. E’ stata inaugurata in occasione della Giornata Internazionale contro l’Epilessia 2024: il colore viola è simbolo dell’inclusione, della riflessione e in questi giorni illumina anche la Cupola della Basilica di San Gaudenzio.

L’evento è nell’ambito del progetto “Metti in panchina l’Epilessia”, promosso a livello nazionale dalla Lega Italiana Contro l’Epilessia (LICE) e organizzato a Novara dai Centri per l’Epilessia dell’adulto e dell’età evolutiva dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara e sostenuto dall’Autoamatori Club Novara e dall’Associazione Italiana Epilessia Farmacoresistente (AIEF APS). 

Una iniziativa «per essere vicini a tutte le persone con epilessia e combattere insieme lo stigma di una malattia “da mettere in panchina”» come affermano il direttore della Struttura di Neurologia, prof. Roberto Cantello, e di Neuropsichiatria infantile, dott. Maurizio Viri.

Novara riceve i malati di epilessia in due centri di qualità, il Centro per l’adulto e quello per l’età evolutiva. «Le due strutture dell’Aou – spiega il neurologo dott Gionata Strigaro – hanno voluto celebrare la Giornata, inaugurando la panchina viola, perché la gente ha paura dell’epilessia in quanto non la conosce, non la comprende e quindi va informata».

E’ intervenuta anche l’assessore alle politiche sociali del Comune di Novara, Teresa Armienti: «Novara è una città solidale e sensibile. Lo dimostrano ogni giorno le associazioni, i volontari e i cittadini che, di concerto con le istituzioni, operano a favore della comunità. Questa panchina, oggi, rappresenta un ulteriore strumento di sensibilizzazione nei confronti di una patologia purtroppo diffusa su cui c’è bisogno di tanta attenzione e ricerca».

«Un importante evento simbolico» conclude il direttore generale dell’Aou, il dott. Gianfranco Zulian, che sottolinea: «E’ una iniziativa utile per abbattere le forme di pregiudizio che ancora esistono nei confronti della malattia».

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A Novara una panchina viola per far capire l’epilessia

Inaugurata sull’Allea e in queste sere si illumina la Cupola. I medici: «Combattere lo stigma di questa malattia e vicinanza a chi ne soffre»

C’è una nuova panchina viola all’interno del parco dell’Allea. E’ stata inaugurata in occasione della Giornata Internazionale contro l’Epilessia 2024: il colore viola è simbolo dell’inclusione, della riflessione e in questi giorni illumina anche la Cupola della Basilica di San Gaudenzio.

L’evento è nell’ambito del progetto “Metti in panchina l’Epilessia”, promosso a livello nazionale dalla Lega Italiana Contro l’Epilessia (LICE) e organizzato a Novara dai Centri per l'Epilessia dell’adulto e dell’età evolutiva dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara e sostenuto dall’Autoamatori Club Novara e dall’Associazione Italiana Epilessia Farmacoresistente (AIEF APS). 

Una iniziativa «per essere vicini a tutte le persone con epilessia e combattere insieme lo stigma di una malattia “da mettere in panchina”» come affermano il direttore della Struttura di Neurologia, prof. Roberto Cantello, e di Neuropsichiatria infantile, dott. Maurizio Viri.

Novara riceve i malati di epilessia in due centri di qualità, il Centro per l’adulto e quello per l’età evolutiva. «Le due strutture dell’Aou – spiega il neurologo dott Gionata Strigaro - hanno voluto celebrare la Giornata, inaugurando la panchina viola, perché la gente ha paura dell’epilessia in quanto non la conosce, non la comprende e quindi va informata».

E’ intervenuta anche l’assessore alle politiche sociali del Comune di Novara, Teresa Armienti: «Novara è una città solidale e sensibile. Lo dimostrano ogni giorno le associazioni, i volontari e i cittadini che, di concerto con le istituzioni, operano a favore della comunità. Questa panchina, oggi, rappresenta un ulteriore strumento di sensibilizzazione nei confronti di una patologia purtroppo diffusa su cui c’è bisogno di tanta attenzione e ricerca».

«Un importante evento simbolico» conclude il direttore generale dell’Aou, il dott. Gianfranco Zulian, che sottolinea: «E’ una iniziativa utile per abbattere le forme di pregiudizio che ancora esistono nei confronti della malattia».

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