Quattro anni: questa la sentenza emessa questa mattina dal Collegio del Tribunale di Novara per un ventenne chiamato in aula a rispondere dell’accusa di violenza sessuale su una ragazza, all’epoca dei fatti, ancora minorenne. Per l’accusa, che ha concluso con la richiesta di condanna alla pena finale di 6 anni, nessun dubbio sulla sua colpevolezza: «la ragazza (che non si è costituita parte civile e che era stata ascoltata con la formula dell’incidente probatorio, ndr) è assolutamente credibibile».
Lui, l’imputato, di contro, si è sempre difeso sostenendo che la giovane era consenziente.
Un’ora di camera di consiglio, quindi la sentenza di condanna a 4 anni. Il difensore ha preannunciato appello.
Quello celebrato questa mattina è uno dei primi processi che arrivano in aula alla ripresa dell’attività con le regole formulate dal presidente del Tribunale che prevedono, utilizzo dei dispositivi e distanziamento a parte, che si celebrino prioritariamente, almeno per quanto riguarda il dibattimento, solo quelli in fase avanzata, senza la presenza di testimoni o con un numero limitato degli stessi. Obbligatoria la mascherina e, all’ingresso, la compilazione di un’autocertificazione.