Entra nell’abitazione dell’amico, pare per chiarire rapporti in sospeso (riferiti ai tempi in cui erano coinquilini) ma, sorpreso dall’uscio di casa, ne nasce una colluttazione al termine della quale se ne va con alcuni contanti e le chiavi di un’auto, che però decide di non utilizzare per la fuga. Una fuga durata pochi minuti: al suo rientro a casa, infatti, si trova i carabinieri ad aspettarlo.
Quanto accaduto il 28 agosto dello scorso anno a Castelletto Ticino ha portato alla condanna di A.A., 22 anni, a 4 anni di reclusione per rapina aggravata. I giudici, che hanno inflitto una pena superiore a quella chiesta dal pm, ovvero 3 anni e 4 mesi, hanno anche stabilito una provvisionale di risarcimento del danno per il giovane aggredito, un coetaneo residente a Varallo Pombia, per un importo di 1.500 euro.
Vittima e imputato si conoscevano già perché in precedenza erano stati coinquilini. Poi, in base a quanto emerso nel corso del processo, la coabitazione si era interrotta con accuse reciproche di furto. Il giorno dei fatti c’era stata una discussione proprio per soldi e A.A. aveva colpito l’amico: «E’ piombato in casa aggredendo e minacciando me e la mia fidanzata, per poi andare via con 220 euro e le mie chiavi dell’auto».
Tutt’altra versione quella resa dall’imputato: «Ho subito degli ammanchi che non ho mai denunciato – si è difeso – e volevo solo delle risposte. Ma non sono piombato in casa: il cancello era aperto e mi sono fermato sulla porta. Lui mi ha tirato un pugno e io ho solo reagito. Non ho rubato nulla». Alla scena aveva assistito la fidanzata della vittima, che, mettendosi a urlare, era corsa a chiedere aiuto. I carabinieri avevano poi arrestato il responsabile.