Era stato denunciato dalla donna nel 2021, quando la polizia era intervenuta a casa dei due conviventi dopo la segnalazione di violente liti. Poi, dal racconto della vittima, erano emersi almeno due anni di vessazioni: in una occasione il compagno le aveva lanciato dietro una statua, provocandole un taglio alla testa con una prognosi di 20 giorni; in un’altra l’aveva colpita alla schiena con un manico di scopa, e ancora le aveva tirato addosso una sedia. E poi schiaffi, labbra rotte, ingiurie e minacce di morte.
Una storia di maltrattamenti e lesioni, l’ennesima fra quelle passate in tribunale a Novara, che si è conclusa con la condanna di S.R., 51enne residente in città già noto alle forze dell’ordine, a 4 anni di carcere, come chiesto dal pubblico ministero. Il difensore dell’imputato aveva chiesto invece l’assoluzione mettendo in evidenza che i fatti non sono stati provati, che nessuno ha visto scontri o litigi di coppia e soprattutto che, anche ammesso qualche episodio in cui si era andati oltre la civile convivenza, non esiste l’abitualità e la sistematicità del comportamento richiesti dal reato.
Al centro del processo episodi avvenuti soprattutto fra il 2019 e il 2021: «Io ti ammazzo», le aveva detto durante una discussione nell’estate di cinque anni fa, mettendole una mano alla bocca per poi prenderle il cellulare e scagliarlo a terra, in mondo che non potesse chiedere aiuto. Un conoscente aveva visto dei lividi sulla donna, e anche il taglio alla testa che stato provocato dal statua, poi sequestrata dalla polizia. Alla luce della denuncia dettagliata della vittima, che ha scelto di non costituirsi parte civile, l’autorità giudiziaria aveva emesso un divieto di avvicinamento a carico del compagno, già condannato per altri reati da codice rosso, anche ai danni di vicini di casa.