«Al lavoro con i mezzi pubblici? Impossibile. Serve un potenziamento delle linee»

La denuncia delle lavoratrici turniste dell'ospedale Maggiore attraverso Fisascat Cisl. Il sindacato solleva anche il problema del trasporto dei lavoratori verso i poli logistici. Chiesto incontro con il sindaco Canelli

Andare al lavoro in ospedale utilizzando i mezzi pubblici è impossibile, almeno quando il turno inizia la mattina presto o finisce la sera tardi. A segnalarlo sono alcune lavoratrici dell’ospedale Maggiore attraverso il sindacato Fisascat Cisl Piemonte Orientale.

«Si tratta principalmente di persone che lavorano nei servizi di pulizia e ristorazione – spiega il segretario Mattia Rago -. Le linee dei bus cittadini non sono frequenti in determinati orari, in particolare per chi termina il turno alle 22 o addirittura a mezzanotte. Nei giorni feriali, sulle linee 1,6,2,4,8 e 5 l’ultimo bus è intorno alle 21; nei festivi anche peggio, solo orari molto sporadici. Lo stesso vale per inizia alle 6: mezzi pubblici non ce ne sono, ma anche alle 14 nei giorni festivi perché l’ultimo bus è intorno alle 18.30 e al termine del servizio non ci sono più mezzi per rientrare a casa».

«Occorre trovare una soluzione per questo grave disagio – continua Rago – per evitare che chi inizia o termina il lavoro fuori da determinate fasce orarie, sia obbligato a continuare ad arrangiarsi, andando a piedi o con propri mezzi che non sempre significa un’automobile. Proviamo ad immaginare cosa vuol dire per una donna attraversare da sola la città alle dieci di sera o a mezzanotte».

Un altro tema evidenziato dal sindaco riguarda il trasporto dei lavoratori nei centri di logistica. «Si parla dei siti, ma mai dei collegamenti con mezzi pubblici, in particolare verso alcune aree ad alta intensità occupazionale. Un esempio? Quello di avoratori e lavoratrici residenti a Novara obbligati ad arrangiarsi con mezzi di fortuna per lavorare nei diversi poli logistici di Biandrate. Emblematica la situazione che ci è stata evidenziata dai lavoratori che operano nel centro Esselunga: nella migliore delle ipotesi sono costretti a chiedere un passaggio ai colleghi, molti di loro usano il monopattino o una bicicletta magari senza giubbino catarifrangente mettendo a rischio la loro incolumità e quella di terze persone. Anche per questi lavoratori, sarebbe opportuno prevedere dei servizi di trasporto ad hoc».

«Abbiamo chiesto un incontro al sindaco di Novara – conclude il segretario – per richiedere il potenziamento delle linee dei mezzi pubblici per andare incontro alle esigenze di questi lavoratori».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«Al lavoro con i mezzi pubblici? Impossibile. Serve un potenziamento delle linee»

La denuncia delle lavoratrici turniste dell’ospedale Maggiore attraverso Fisascat Cisl. Il sindacato solleva anche il problema del trasporto dei lavoratori verso i poli logistici. Chiesto incontro con il sindaco Canelli

Andare al lavoro in ospedale utilizzando i mezzi pubblici è impossibile, almeno quando il turno inizia la mattina presto o finisce la sera tardi. A segnalarlo sono alcune lavoratrici dell’ospedale Maggiore attraverso il sindacato Fisascat Cisl Piemonte Orientale.

«Si tratta principalmente di persone che lavorano nei servizi di pulizia e ristorazione – spiega il segretario Mattia Rago -. Le linee dei bus cittadini non sono frequenti in determinati orari, in particolare per chi termina il turno alle 22 o addirittura a mezzanotte. Nei giorni feriali, sulle linee 1,6,2,4,8 e 5 l’ultimo bus è intorno alle 21; nei festivi anche peggio, solo orari molto sporadici. Lo stesso vale per inizia alle 6: mezzi pubblici non ce ne sono, ma anche alle 14 nei giorni festivi perché l’ultimo bus è intorno alle 18.30 e al termine del servizio non ci sono più mezzi per rientrare a casa».

«Occorre trovare una soluzione per questo grave disagio – continua Rago – per evitare che chi inizia o termina il lavoro fuori da determinate fasce orarie, sia obbligato a continuare ad arrangiarsi, andando a piedi o con propri mezzi che non sempre significa un’automobile. Proviamo ad immaginare cosa vuol dire per una donna attraversare da sola la città alle dieci di sera o a mezzanotte».

Un altro tema evidenziato dal sindaco riguarda il trasporto dei lavoratori nei centri di logistica. «Si parla dei siti, ma mai dei collegamenti con mezzi pubblici, in particolare verso alcune aree ad alta intensità occupazionale. Un esempio? Quello di avoratori e lavoratrici residenti a Novara obbligati ad arrangiarsi con mezzi di fortuna per lavorare nei diversi poli logistici di Biandrate. Emblematica la situazione che ci è stata evidenziata dai lavoratori che operano nel centro Esselunga: nella migliore delle ipotesi sono costretti a chiedere un passaggio ai colleghi, molti di loro usano il monopattino o una bicicletta magari senza giubbino catarifrangente mettendo a rischio la loro incolumità e quella di terze persone. Anche per questi lavoratori, sarebbe opportuno prevedere dei servizi di trasporto ad hoc».

«Abbiamo chiesto un incontro al sindaco di Novara – conclude il segretario – per richiedere il potenziamento delle linee dei mezzi pubblici per andare incontro alle esigenze di questi lavoratori».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore