Al Maggiore nuova degenza intensiva, ora per Covid poi resterà al Pronto Soccorso. È stata inaugurata questa mattina la già operativa nuova area con sette posti di terapia semintensiva, in un’ora trasformabili in intensiva, dotata delle migliori eccellenze strumentali e realizzata in 12 settimane. I lavori sono stati avviati il 14 aprile, in piena emergenza pandemia, e ultimati a inizio luglio.
Un’opera, realizzata accanto al Pronto Soccorso di cui è parte integrante per l’assistenza di alto livello, resa possibile interamente grazie alla donazione di 500mila euro da parte della Fondazione De Agostini, a cui è stata intitolata.
Destinata alle prestazioni ad elevata intensità, pronta per l’emergenza della pandemia, garantirà anche nel futuro un’adeguata assistenza ai malati che arrivano al Pronto Soccorso, in quanto progettata come struttura flessibile e adattabile alle esigenze che di volta in volta si presenteranno. Inoltre è collocata in locali adiacenti alla Struttura di medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza, che è diretta dal prof. Giancarlo Avanzi anche rettore dell’Università Piemonte Orientale, e rappresenta una grande opportunità didattica per i futuri medici e specializzandi dell’Ateneo che vi si potranno perfezionare.
La nuova area, per un totale di 180 metri quadri, è derivata dalla completa ristrutturazione edile e impiantistica degli spazi un tempo destinati all’attesa degli accompagnatori dei degenti in Pronto Soccorso, è attrezzata con le più moderne dotazioni tecniche per la cura e il monitoraggio dei pazienti, con due posti letto, dei sette presenti, a pressione negativa.
Dal direttore generale del Maggiore, Mario Minola, è arrivato anzitutto il profondo ringraziamento alla Fondazione De Agostini «per una donazione che fa seguito ad altri significativi interventi del passato. Una scommessa che è astata vinta per dare garanzie all’oggi e proteggere il nostro futuro». Minola ha anche ricordato «i recenti tempi dolorosi in cui abbiamo dovuto ribaltare l’ospedale per trasformarlo a dare risposte immediate ed efficaci alla pandemia. Grazie anche alla disponibilità eccezionale di tutto il personale e di volontari che sono tornati, nessuno è rimasto senza cure». Ha sottolineato anche la vicinanza del territorio «capace di raccogliere per le necessità dell’ospedale quasi 2 milioni di euro, compresi quelli della Fondazione De Agostini, e di donare molte strumentazioni tecnologiche». Tutto ciò ha permesso il ricovero di 1190 pazienti affetti da Covid, di cui 653 passati in terapia intensiva, purtroppo con oltre trecento decessi. Oggi ci sono tre ricoveri in terapia subintensiva. Infettati anche 337 operatori sanitari, attualmente ne sono contagiati ancora due, ma nessuno è deceduto.
«La richiesta di avere un reparto di avanguardia e realizzato con una tempistica rapida – ha spiegato il presidente di Fondazione De Agostini, Roberto Drago – si sono mostrati impegni rispettati dall’azienda ospedaliera. Sono molto soddisfatto di essere qui a inaugurare questo reparto dopo aver deciso di investire sul Servizio Sanitario Nazionale visti i mesi drammatici che il nostro Paese ha affrontato». Ha quindi aggiunto: «Grazie all’impegno di tutti, ai sacrifici, alla coesione sociale e alla solidarietà che si è attivata tra pubblico e privato, il nostro territorio esce rafforzato e più capace di affrontare le incognite del futuro».
«Particolare gratitudine per Fondazione De Agostini» e soddisfazione hanno accompagnato anche l’intervento del primario e rettore, Giancarlo Avanzi: «Dieci anni fa arrivai a dirigere il Pronto Soccorso, che è palestra per tutti i medici, e da subito chiesi l’affiancamento di una degenza intensiva. Ora c’è, nata per fronteggiare il Covid, ma ci auguriamo possa presto essere adibita ad esclusiva unità di supporto a tutta la casistica del Pronto Soccorso. La struttura inoltre offre una grande opportunità didattica, affiancando medici e infermieri operativi altamente preparati a studenti universitari e specializzandi che potranno perfezionare le loro competenze. Tutto ciò farà diventare questa nuova entità un punto di riferimento per l’intero quadrante». Avanzi ha inoltre ricordato come la Struttura di medicina d’urgenza abbia negli anni ottenuto riconoscimenti di qualità e crescente interesse portandola ad essere ai primi posti in Italia.
All’inaugurazione sono intervenuti anche il sindaco Alessandro Canelli, l’assessore regionale alla ricerca per emergenza Covid, il novarese Matteo Marnati, con il collega alla sanità, Luigi Genesio Icardi.
Oltre ai ringraziamenti a Fondazione e operatori sanitari, da Canelli è venuto l’invito «a continuare a lavorare tutti insieme per evitare che vi sia una recrudescenza dell’epidemia». Marnati ha ricordato l’impegno della Regione per nuovi laboratori che consentano di eseguire più tamponi e «i 10 milioni di euro da fondi europei destinati a progetti di ricerca universitaria, per i quali attendiamo lo sblocco dal governo». Infine Icardi, ricordando il periodo iniziale di grandi difficoltà e di incertezze scientifiche ma anche il successivo impegno con il raddoppio dei posti di terapia intensiva e l’adeguamento delle strutture ospedaliere, ha sottolineato sia la situazione oggi tranquilla del Piemonte, sia la «vicinanza e la coesione della popolazione che ha prodotto tantissime donazioni».
Da tutti gli amministratori (di appartenenza leghista) è infine venuto il convinto appello a non abbassare la guardia e a usare tutte le precauzioni di igiene, distanziamento e protezione personale con «atteggiamento di grande responsabilità» (Marnati) e consapevoli «che le nostre libertà hanno un confine a riguardo della società e della salute delle persone deboli. Se tutti useremo responsabilità – la conclusione di Icardi – non sarà un problema sconfiggere il virus».