Alla guida sotto l’effetto di alcol 1 giovane su 4. I dati emersi dal convegno “La vita non si beve”

Su 250 ragazzi intervistati tra i 17 e 19 anni, il 96% ha già fatto uso di alcool e il 41% di sostanze stupefacenti. Le testimonianze delle associazioni

Su 250 ragazzi intervistati tra i 17 e 19 anni, il 96% ha già fatto uso di alcool e il 41% di sostanze stupefacenti; uno su quattro ha ammesso di aver guidato in stato di ebbrezza ma solo il 17% è consapevole delle conseguenze. I dati sono emersi durante il convegno “La vita non si beve” organizzato organizzato dalla Prefettura e dal Comune con la Polizia di Stato, con l’Arma dei Carabinieri, il 118 e l’AIVIS venerdì 15 novembre nella sala delle mura del castello di Novara in occasione della giornata mondiale delle vittime della strada.

«Questo progetto di sensibilizzazione è stato portato nelle scuole negli ultimi tre anni con lo scopo di formare e far aumentare la consapevolezza ai ragazzi che si avvicinano a prendere la patente – ha spiegato il prefetto Francesco Garsia – ma a partire dall’evento di oggi l’obiettivo sarà coinvolgere e sensibilizzare anche chi la patente ce l’ha già da molti anni».

Durante l’evento sono emersi numeri che fanno riflettere. «A seguito di un sondaggio fatto durante i vari incontri nelle scuole al quale hanno partecipato circa 250 ragazzi tra i 17 e 19 anni, è emerso che il 96% dei ragazzi ha già fatto uso di alcool e che il 41% ha già provato sostanze stupefacenti – ha evidenziato il funzionario della Prefettura -. Addirittura dal sondaggio emerge che un ragazzo su quattro ha già guidato in stato di alterazione. Ma in generale il fattore che più preoccupa è che solo il 17% conosce le conseguenze».

«Un altro dato preoccupante è che il problema dei ragazzi che si mettono alla guida in stato di alterazione non è il rischio di ferire o uccidere una persona, non è la paura di fare incidenti o procedimenti penali, ma il loro vero problema è soltanto perdere la patente» ha aggiunto il funzionario.

Durante l’incontro hanno preso parola diversi relatori in rappresentanza della Polizia, dei Carabinieri e del 118, che attraverso slide e video hanno sia dato molte informazioni riguardo le regole della strada e gli eventuali procedimenti penali, sia attirato l’attenzione dei presenti con racconti attraverso video di storie di ragazzi che a causa della guida in stato di ebbrezza sono andati incontro a provvedimenti penali o addirittura hanno perso la vita.

«La nostra associazione ha lo scopo di tutelare e aiutare tutte le persone che subiscono gravi infortuni in conseguenza ad incidenti stradali – ha dichiarato la relatrice dell’AIVIS (Associazione Italiana vittime e infortuni della strada) -. Siamo molto attivi nell’ambito della prevenzione, che è utile soprattutto per i giovani. La nostra proposta è quella di rendere obbligatori nelle scuole guide corsi per l’educazione stradale».

Nel finale dell’evento hanno parlato alcuni testimoni che hanno perso i loro cari a seguito di incidenti stradali, raccontando le loro tragiche storie e facendo commuovere i presenti. «In questi anni abbiamo creato un’associazione che collabora con il pronto soccorso – ha dichiarato il padre di Carlo e Veronica, i due fratelli novaresi che hanno perso la vita in un tragico incidente nel 2020 mentre si trovavano in sella alla loro moto alle porte di Novara.

«Rivolgendomi ai ragazzi ci tengo a dire loro di non aver paura di essere sgridati dai propri genitori se non si è in grado di tornare a casa dopo una serata dove si è bevuto qualche bicchiere di troppo – ha raccontato la moglie di una vittima della strada -. Chiamare i propri genitori in situazioni come queste può salvare delle vite».

All’evento hanno partecipato decine di persone che hanno occupato la quasi totalità dei posti a disposizione.

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Su 250 ragazzi intervistati tra i 17 e 19 anni, il 96% ha già fatto uso di alcool e il 41% di sostanze stupefacenti. Le testimonianze delle associazioni

Su 250 ragazzi intervistati tra i 17 e 19 anni, il 96% ha già fatto uso di alcool e il 41% di sostanze stupefacenti; uno su quattro ha ammesso di aver guidato in stato di ebbrezza ma solo il 17% è consapevole delle conseguenze. I dati sono emersi durante il convegno “La vita non si beve” organizzato organizzato dalla Prefettura e dal Comune con la Polizia di Stato, con l’Arma dei Carabinieri, il 118 e l’AIVIS venerdì 15 novembre nella sala delle mura del castello di Novara in occasione della giornata mondiale delle vittime della strada.

«Questo progetto di sensibilizzazione è stato portato nelle scuole negli ultimi tre anni con lo scopo di formare e far aumentare la consapevolezza ai ragazzi che si avvicinano a prendere la patente – ha spiegato il prefetto Francesco Garsia – ma a partire dall’evento di oggi l’obiettivo sarà coinvolgere e sensibilizzare anche chi la patente ce l’ha già da molti anni».

Durante l’evento sono emersi numeri che fanno riflettere. «A seguito di un sondaggio fatto durante i vari incontri nelle scuole al quale hanno partecipato circa 250 ragazzi tra i 17 e 19 anni, è emerso che il 96% dei ragazzi ha già fatto uso di alcool e che il 41% ha già provato sostanze stupefacenti – ha evidenziato il funzionario della Prefettura -. Addirittura dal sondaggio emerge che un ragazzo su quattro ha già guidato in stato di alterazione. Ma in generale il fattore che più preoccupa è che solo il 17% conosce le conseguenze».

«Un altro dato preoccupante è che il problema dei ragazzi che si mettono alla guida in stato di alterazione non è il rischio di ferire o uccidere una persona, non è la paura di fare incidenti o procedimenti penali, ma il loro vero problema è soltanto perdere la patente» ha aggiunto il funzionario.

Durante l’incontro hanno preso parola diversi relatori in rappresentanza della Polizia, dei Carabinieri e del 118, che attraverso slide e video hanno sia dato molte informazioni riguardo le regole della strada e gli eventuali procedimenti penali, sia attirato l’attenzione dei presenti con racconti attraverso video di storie di ragazzi che a causa della guida in stato di ebbrezza sono andati incontro a provvedimenti penali o addirittura hanno perso la vita.

«La nostra associazione ha lo scopo di tutelare e aiutare tutte le persone che subiscono gravi infortuni in conseguenza ad incidenti stradali – ha dichiarato la relatrice dell’AIVIS (Associazione Italiana vittime e infortuni della strada) -. Siamo molto attivi nell’ambito della prevenzione, che è utile soprattutto per i giovani. La nostra proposta è quella di rendere obbligatori nelle scuole guide corsi per l’educazione stradale».

Nel finale dell’evento hanno parlato alcuni testimoni che hanno perso i loro cari a seguito di incidenti stradali, raccontando le loro tragiche storie e facendo commuovere i presenti. «In questi anni abbiamo creato un’associazione che collabora con il pronto soccorso – ha dichiarato il padre di Carlo e Veronica, i due fratelli novaresi che hanno perso la vita in un tragico incidente nel 2020 mentre si trovavano in sella alla loro moto alle porte di Novara.

«Rivolgendomi ai ragazzi ci tengo a dire loro di non aver paura di essere sgridati dai propri genitori se non si è in grado di tornare a casa dopo una serata dove si è bevuto qualche bicchiere di troppo – ha raccontato la moglie di una vittima della strada -. Chiamare i propri genitori in situazioni come queste può salvare delle vite».

All’evento hanno partecipato decine di persone che hanno occupato la quasi totalità dei posti a disposizione.

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