All’ospedale Maggiore mancano medici, infermieri, oss e tecnici di laboratorio. L’appello del direttore

Molteplici le cause tra cui anche la scelta da parte dei sanitari di rinunciare al posto. Situazione simile all'Asl ma con dati che vanno aggiornati costantemente

All’ospedale Maggiore di Novara mancano 118 figure professionali nell’ambito sanitario tra medici, infermieri, oss e tecnici di laboratorio. Tra le cause principali la rinuncia da parte di chi è in graduatoria, la carenza di specializzazioni e il tetto massimo di spesa economica imposto all’azienda.

La situazione è stata illustrata dal direttore generale dell’ospedale, Gianfranco Zulian, considerando anche i distaccamenti del San Giuliano e di Galliate: «Sono 2981 i dipendenti di cui 531 medici, 15 dirigenti amministrativi, 57 dirigenti sanitari 57, 1159 infermieri e 345 oss. Sul numero totale, però, 367 hanno limitazioni orarie e 328 limitazioni funzionali anche di salute. Attualmente mancano 30 medici, perché non si trovano specialisti, in particolare medici legali e anatomopatologi, ma anche anestesisti e rianimatori iniziano a essere carenti. A questo si aggiunge il fatto che la specialità per i medici è obbligatoria ma non sempre ci sono le scuole di specializzazione o i medici laureati vogliono intraprendere quella determinata qualifica. Succede anche che chi è in graduatoria rinunci al posto preferendo altre sistemazioni più convenienti dal punto di vista economico e più vicine a casa».

«Mancano inoltre anche 40 infermieri, 300 oss e 18 tecnici di laboratorio – ha continuato Zulian -. L’indicazione regionale è di assumere il più possibile, ma allo stesso tempo non possiamo superare il tetto massimo di spesa previsto per il personale. Nel caso in cui questo vincolo non venisse rispettato, rischieremmo di avere delle limitazioni nelle assunzioni».

«Come si fa ad assumere se non ci sono risorse o se possono essere impiegate solo in parte?» ha chiesto la consigliera del Pd, Milù Allegra. «Cercando di pareggiare il bilancio e tenendo sotto controllo le voci di spesa – ha risposto il direttore -. Questo è un impegno che abbiamo assunto con la Regione».

In tema di liste d’attesa, Zulian ha aggiunto: «Stiamo recuperando e le urgenze vengono sempre garantite. Il Maggiore un hub, ma spesso si trova a dover svolgere mansioni anche di primo livello e questo aspetto intasa il lavoro».

Situazione simile all’Asl che gestisce sia le sedi territoriali che l’ospedale di Borgomanero. «I nostri dipendenti sono circa 1900, ma questo dato va aggiornato costantemente: la metà, circa 990, lavorano in ospedale, l’altra metà sul territorio – ha spiegato il direttore generale, Angelo Penna -. Durante il Covid, il decreto ministeriale 77 che ha messo a disposizione risorse per assumere personale sanitario territoriale come gli infermieri di famiglia e di comunità, così come il Dl arcuri che ha voluto il rafforzamento dei posti di terapia intensiva e semi intensiva. Per anni ci siamo riusciti a coprire solo il turn over, ma grazie a queste due misure emergenziali abbiamo potuto inserire personale in più».

Penna ha elencato una serie di numeri: «Attraverso i concorsi concorsi stiamo assumendo una settantina infermieri, 30 su 33 già operativi in ospedale e 32 per territorio; il 50% è assunto grazie ai decreti. Inoltre a Borgomanero sono in arrivo 24 medici di cui 6 già attivi tra anestesia, medicina interna, otorinolaringoiatria, radiologia e psichiatra; gli altri concorsi si svolgeranno entro la fine dell’anno e poi ci sarà uno scorrimento della graduatoria. Sul territorio ne sono previsti 26 ne abbiamo, 10 già assunti: un primario di cure palliative e un altro del servizio di Igiene degli alimenti e della nutrizione, 3 specializzandi per la Salute dei lavoratori e 4 psichiatri.

Sulla carenza di personale, Penna ha specificato: «Le figure devono aumentare, ma non posso dare dati precisi. Il numero degli operatori dipende dalla programmazione: il Covid ci ha insegnato che alcuni settori vanno potenziati».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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All’ospedale Maggiore mancano medici, infermieri, oss e tecnici di laboratorio. L’appello del direttore

Molteplici le cause tra cui anche la scelta da parte dei sanitari di rinunciare al posto. Situazione simile all’Asl ma con dati che vanno aggiornati costantemente

All’ospedale Maggiore di Novara mancano 118 figure professionali nell’ambito sanitario tra medici, infermieri, oss e tecnici di laboratorio. Tra le cause principali la rinuncia da parte di chi è in graduatoria, la carenza di specializzazioni e il tetto massimo di spesa economica imposto all’azienda.

La situazione è stata illustrata dal direttore generale dell’ospedale, Gianfranco Zulian, considerando anche i distaccamenti del San Giuliano e di Galliate: «Sono 2981 i dipendenti di cui 531 medici, 15 dirigenti amministrativi, 57 dirigenti sanitari 57, 1159 infermieri e 345 oss. Sul numero totale, però, 367 hanno limitazioni orarie e 328 limitazioni funzionali anche di salute. Attualmente mancano 30 medici, perché non si trovano specialisti, in particolare medici legali e anatomopatologi, ma anche anestesisti e rianimatori iniziano a essere carenti. A questo si aggiunge il fatto che la specialità per i medici è obbligatoria ma non sempre ci sono le scuole di specializzazione o i medici laureati vogliono intraprendere quella determinata qualifica. Succede anche che chi è in graduatoria rinunci al posto preferendo altre sistemazioni più convenienti dal punto di vista economico e più vicine a casa».

«Mancano inoltre anche 40 infermieri, 300 oss e 18 tecnici di laboratorio – ha continuato Zulian -. L’indicazione regionale è di assumere il più possibile, ma allo stesso tempo non possiamo superare il tetto massimo di spesa previsto per il personale. Nel caso in cui questo vincolo non venisse rispettato, rischieremmo di avere delle limitazioni nelle assunzioni».

«Come si fa ad assumere se non ci sono risorse o se possono essere impiegate solo in parte?» ha chiesto la consigliera del Pd, Milù Allegra. «Cercando di pareggiare il bilancio e tenendo sotto controllo le voci di spesa – ha risposto il direttore -. Questo è un impegno che abbiamo assunto con la Regione».

In tema di liste d’attesa, Zulian ha aggiunto: «Stiamo recuperando e le urgenze vengono sempre garantite. Il Maggiore un hub, ma spesso si trova a dover svolgere mansioni anche di primo livello e questo aspetto intasa il lavoro».

Situazione simile all’Asl che gestisce sia le sedi territoriali che l’ospedale di Borgomanero. «I nostri dipendenti sono circa 1900, ma questo dato va aggiornato costantemente: la metà, circa 990, lavorano in ospedale, l’altra metà sul territorio – ha spiegato il direttore generale, Angelo Penna -. Durante il Covid, il decreto ministeriale 77 che ha messo a disposizione risorse per assumere personale sanitario territoriale come gli infermieri di famiglia e di comunità, così come il Dl arcuri che ha voluto il rafforzamento dei posti di terapia intensiva e semi intensiva. Per anni ci siamo riusciti a coprire solo il turn over, ma grazie a queste due misure emergenziali abbiamo potuto inserire personale in più».

Penna ha elencato una serie di numeri: «Attraverso i concorsi concorsi stiamo assumendo una settantina infermieri, 30 su 33 già operativi in ospedale e 32 per territorio; il 50% è assunto grazie ai decreti. Inoltre a Borgomanero sono in arrivo 24 medici di cui 6 già attivi tra anestesia, medicina interna, otorinolaringoiatria, radiologia e psichiatra; gli altri concorsi si svolgeranno entro la fine dell’anno e poi ci sarà uno scorrimento della graduatoria. Sul territorio ne sono previsti 26 ne abbiamo, 10 già assunti: un primario di cure palliative e un altro del servizio di Igiene degli alimenti e della nutrizione, 3 specializzandi per la Salute dei lavoratori e 4 psichiatri.

Sulla carenza di personale, Penna ha specificato: «Le figure devono aumentare, ma non posso dare dati precisi. Il numero degli operatori dipende dalla programmazione: il Covid ci ha insegnato che alcuni settori vanno potenziati».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore