Amazon apre ad Agognate ma, sul tema, le parti politiche non chiudono la guerra

Sono previsti 900 posti di lavoro selezionati dalla primavera e operativi dal mese di settembre, 55 mila metri quadrati di capannoni, 15 mila ettari di verde con la piantumazione di 1500 tra arbusti e alberi, oltre alla riqualificazione di 9 ettari del bosco di Agognate e la piantumazione di 11 mila nuovi alberi insieme all’utilizzo di specie autoctone. In un tratto delle sponde del Canale Cavour verranno create barriere vegetali tra le aree naturali e quelle urbanizzate a tutela della fauna e verranno costruite piste ciclabili per incentivare metodi di trasporto alternativi.

Il polo logistico di Agognate prende forma e nella giornata di ieri è arrivata la notizia ufficiale: sarà il colosso dell’e-commerce Amazon a insediarsi nei capannoni di proprietà di Vailog gestiti da BMS. Ma sull’arrivo di Amazon i novaresi non sono certamente stati colti di sorpresa; la multinazionale, infatti, avrebbe dovuto aprire un centro distribuzione proprio al polo di Agognate (piano messo in moto dalla giunta Giordano) nel 2016 quando era sindaco Andrea Ballarè. In consiglio comunale, però, il progetto si era incagliato in seguito alla forte opposizione di Alessandro Canelli, allora capo dell’opposizione, e di alcuni consiglieri di maggioranza che si erano messi di traverso. E così Amazon aveva scelto Vercelli e proprio lì aveva aperto il suo centro di distribuzione.

«Ero contrario a quel progetto da un milione di metri quadrati e continuerò a esserlo. Quello che noi oggi vediamo realizzarsi è di 200 mila metri quadrati – dichiara il sindaco Canelli -. Il problema di allora era la variante strutturale: trasformare terreni agricoli in logistici produttivi significava modificare il piano regolatore. Anche la Regione aveva risposto che un progetto del genere era inopportuno perchè sforava i parametri massimi. Siamo, dunque, di fronte a un piano totalmente diverso rispetto a quello del 2016 e che porterà solo benefici alla città».

Il primo cittadino pone l’attenzione sui posti di lavoro: «Sono 900 per cominciare – prosegue – poi non è detto che l’azienda decida di implementare il numero. Un’occasione che porterà a un rafforzamento del capitale umano che vive il nostro territorio: il polo, infatti, sarà altamente robotizzato, questo significa che sarà necessario assumere personale specializzato, in grado di fare ricerca scientifica e innovazione. Questo aspetto porterà a uno svilippo virtuoso in quanto molte di queste persone potrebbero diventare nuovi residenti; senza dimentare la parte di Imu sui capannoni che spetta al Comune e che consentirà di rifornzare il bilancio. Infine non ci sarà alcun impatto negativo sul commercio locale in quanto non si tratta di un punto vendita, ma di un centro di distribuzione che serve tutta Europa».

A rivendicare la partenità del progetto è l’ex sindaco Andrea Ballarè, colui che aveva fortemente voluto l’insediamento della multinazionale. «Sono contento perchè tutto questo va esattamente nella stessa direzione di ciò che noi avevamo impostato anni fa. La realizzazione di questo progetto dimostra che nel 2016 Canelli non era contrario: ha usato in modo strumentale questo tema, così come altri verso i quali si era sviluppata una certa sensibilità nell’opinione pubblica, per fare campagna elettorale. Lo stessa posizione assunta con il Musa: prima contrario, poi una volta sindaco ha ritrattato portando avanti progetti iniziati da noi. I cittadini dovrebbero sentirsi presi in giro. Voglio vedere cosa saranno pronti a dire quelli che nel 21016 erano contrari ad Agognate».

«La mancanza di visione futura della città da parte di Canelli è imbarazzante – continua l’ex sindaco -. Si è persa l’occasione di concentrare la logistica in un unico punto della città. L’area, infatti, sarà più piccola e questo genera un limite in quanto la logistica continua a essere dislocata in più punti di Novara, dunque meno gestibili. La nostra città si trova in un punto strategico sull’asse Torino – Milano; una visione che non è in grado di concentrare la logistica in un unico luogo, rischia di generare la cannibalizzazione del territorio: lo abbiamo visto con il polo di Trecate che ha generato un muro di cemento all’ingresso del paese. A breve si muoveranno anche gli altri comuni limitrofi perchè queste sono operazioni che generano interesse grazie all’accesso ai contributi. Se oggi Canelli porta a casa progetti come il polo di Agognate, seppur modificato, il parcheggio sotterraneo o la pedonalizzazione di piazza Martiri, è solo perchè noi in passato abbiamo messo le basi con il coinvolgimento di tutta la città».


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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Amazon apre ad Agognate ma, sul tema, le parti politiche non chiudono la guerra

Sono previsti 900 posti di lavoro selezionati dalla primavera e operativi dal mese di settembre, 55 mila metri quadrati di capannoni, 15 mila ettari di verde con la piantumazione di 1500 tra arbusti e alberi, oltre alla riqualificazione di 9 ettari del bosco di Agognate e la piantumazione di 11 mila nuovi alberi insieme all’utilizzo di specie autoctone. In un tratto delle sponde del Canale Cavour verranno create barriere vegetali tra le aree naturali e quelle urbanizzate a tutela della fauna e verranno costruite piste ciclabili per incentivare metodi di trasporto alternativi.

Il polo logistico di Agognate prende forma e nella giornata di ieri è arrivata la notizia ufficiale: sarà il colosso dell’e-commerce Amazon a insediarsi nei capannoni di proprietà di Vailog gestiti da BMS. Ma sull’arrivo di Amazon i novaresi non sono certamente stati colti di sorpresa; la multinazionale, infatti, avrebbe dovuto aprire un centro distribuzione proprio al polo di Agognate (piano messo in moto dalla giunta Giordano) nel 2016 quando era sindaco Andrea Ballarè. In consiglio comunale, però, il progetto si era incagliato in seguito alla forte opposizione di Alessandro Canelli, allora capo dell’opposizione, e di alcuni consiglieri di maggioranza che si erano messi di traverso. E così Amazon aveva scelto Vercelli e proprio lì aveva aperto il suo centro di distribuzione.

«Ero contrario a quel progetto da un milione di metri quadrati e continuerò a esserlo. Quello che noi oggi vediamo realizzarsi è di 200 mila metri quadrati – dichiara il sindaco Canelli -. Il problema di allora era la variante strutturale: trasformare terreni agricoli in logistici produttivi significava modificare il piano regolatore. Anche la Regione aveva risposto che un progetto del genere era inopportuno perchè sforava i parametri massimi. Siamo, dunque, di fronte a un piano totalmente diverso rispetto a quello del 2016 e che porterà solo benefici alla città».

Il primo cittadino pone l’attenzione sui posti di lavoro: «Sono 900 per cominciare – prosegue – poi non è detto che l’azienda decida di implementare il numero. Un’occasione che porterà a un rafforzamento del capitale umano che vive il nostro territorio: il polo, infatti, sarà altamente robotizzato, questo significa che sarà necessario assumere personale specializzato, in grado di fare ricerca scientifica e innovazione. Questo aspetto porterà a uno svilippo virtuoso in quanto molte di queste persone potrebbero diventare nuovi residenti; senza dimentare la parte di Imu sui capannoni che spetta al Comune e che consentirà di rifornzare il bilancio. Infine non ci sarà alcun impatto negativo sul commercio locale in quanto non si tratta di un punto vendita, ma di un centro di distribuzione che serve tutta Europa».

A rivendicare la partenità del progetto è l’ex sindaco Andrea Ballarè, colui che aveva fortemente voluto l’insediamento della multinazionale. «Sono contento perchè tutto questo va esattamente nella stessa direzione di ciò che noi avevamo impostato anni fa. La realizzazione di questo progetto dimostra che nel 2016 Canelli non era contrario: ha usato in modo strumentale questo tema, così come altri verso i quali si era sviluppata una certa sensibilità nell’opinione pubblica, per fare campagna elettorale. Lo stessa posizione assunta con il Musa: prima contrario, poi una volta sindaco ha ritrattato portando avanti progetti iniziati da noi. I cittadini dovrebbero sentirsi presi in giro. Voglio vedere cosa saranno pronti a dire quelli che nel 21016 erano contrari ad Agognate».

«La mancanza di visione futura della città da parte di Canelli è imbarazzante – continua l’ex sindaco -. Si è persa l’occasione di concentrare la logistica in un unico punto della città. L’area, infatti, sarà più piccola e questo genera un limite in quanto la logistica continua a essere dislocata in più punti di Novara, dunque meno gestibili. La nostra città si trova in un punto strategico sull’asse Torino – Milano; una visione che non è in grado di concentrare la logistica in un unico luogo, rischia di generare la cannibalizzazione del territorio: lo abbiamo visto con il polo di Trecate che ha generato un muro di cemento all’ingresso del paese. A breve si muoveranno anche gli altri comuni limitrofi perchè queste sono operazioni che generano interesse grazie all’accesso ai contributi. Se oggi Canelli porta a casa progetti come il polo di Agognate, seppur modificato, il parcheggio sotterraneo o la pedonalizzazione di piazza Martiri, è solo perchè noi in passato abbiamo messo le basi con il coinvolgimento di tutta la città».


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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore