Per una volta non solo soldati, armi e mezzi militari. La tradizionale parata del 2 giugno a Roma lungo via dei fori imperiali – anni fa addirittura cancellata, e talvolta ancora oggi oggetto di pesanti critiche – è stata caratterizzata quest’anno da una piacevole novità. Accanto alle tante divise sono infatti sfilati davanti al palco presidenziale anche numerosi camici bianchi di medici e infermieri e tante fasce tricolori di sindaci. Un modo simbolico per dire “grazie” a tutte quelle persone che durante la pandemia sono state, come soldati al fronte, in “prima linea” fra la gente, autentici presidi sul territorio.
Grazie alla collaborazione dell’Associazione nazionale comuni italiani, il Piemonte ha avuto la possibilità di partecipare alla sfilata con una trentina di primi cittadini, fra cui una piccola delegazione novarese composta dal sindaco di Romagnano Sesia Alessandro Carini (a destra in foto), da quello di Sizzano Celsino Ponti e Castelletto Ticino Massimo Stilo, oltre al vice di Lesa Roberto Grignoli.
«Abbiamo avuto questa opportunità – racconta Carini – e ho deciso di approfittarne, “scendendo” a Roma insieme al mio collega della vicina Sizzano. Nella capitale ho poi trovato il sindaco di Castelletto e il vice di Lesa. Emozionato? Sicuramente sì. Coma rappresentante dell’istituzione Comune alla manifestazione che in un certo senso simboleggia il “compleanno” della nostra Repubblica».
Ma non solo: «E’ stata un’occasione per avviare rapporti e confronti con altri sindaci in arrivo da diverse realtà della nostra Penisola. Personalmente ho avuto modo di familiarizzare addirittura con un paio di primi cittadini abruzzesi, gettando le basi per realizzare magari qualcosa insieme. Nell’insieme è stata una bella esperienza quella di poter sfilare insieme a tante altre persone che tutti i giorni lavorano per la nostra sicurezza e per garantire i servizi, senza dimenticare i sanitari che in questi ultimi due anni hanno combatuto duramente contro il Covid».
«Una bellissima giornata – ha aggiunto ancora Carini – che ci deve far riscoprire l’orgoglio nazionale da parte di tutti noi pur nelle numerose difficoltà quotidiane. In molti campi ancora oggi l’Italia primeggia e ha molto da dare». Infine, «è stata anche l’occasione per ribadire che oggi l’Italia è unica, come lo è stata nei due anni di pandemia. Dietro al tricolore, come ha detto anche il presidente nazionale di Anci Antonio Decaro, si è ritrovato un Paese che ha lottato contro la paura e l’incertezza di non potercela fare di fronte a questo questo nemico». Ma ha poi dimostrato di potercela fare. Ancora una volta.