Novara scende in piazza per l’Ucraina e lancia un forte appello a favore della pace

Circa cinquecento persone si sono redunate nel pomeriggio di oggi in piazza Duomo per condannare l'invasione delle forze armate della Federzione Russa nel vicino Paese. Cella: «Tutte le guerre sono l'antitesi stessa della vita». Rossi: «Dobbiamo costruire la Repubblica federale d'Europa»

Anche da Novara, come in tante altre città italiane, si è levato forte un grido di pace e di condanna all’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina. Circa cinquecento persone si sono ritrovate oggi, sabato 26 febbraio, nella centrale piazza Duomo alla manifestazione promossa dalle organizzazioni sindacali, da Anpi e da altre associazioni riunite nel tavolo “Mai più fascismi” per portare prima di tutto una forte solidarietà a Kiev.

Tante le bandiere arcobaleno, cartelli che richiamavano l’articolo 11 della nostra Costituzione e vessilli giallo-azzurri sventolati da tante persone (soprattutto donne) della comunità ucraina novarese, che hanno inizialmente cantato il loro inno nazionale, per poi gridare a gran voce “pace, pace”, “no alle guerra”, “grazie agli amici italiani per quello che state facendo”. Non è mancato qualche slogan all’indirizzo del leader del Cremlino Vladimir Putin (“Assassino, aggressore”), ma non contro la popolazione russa, perché, come ha confidato una signora da vent’anni residente in città, «sono in molti fra gli stessi russi a non approvare queste scelte». Come la sua si sono succedute altre commosse testimonianze da parte di chi, pur vivendo da tempo nel nostro Paese, ha comunque ancora familiari e amici in Ucraina; ed è in ansia per la sorte di tanti di loro.

«E’ importante adoperarsi contro la continua e irresponsabile corsa al riarmo – ha detto tra l’altro la presidente provinciale di Anpi Michela Cella – ma le prime parole sono di solidarietà per il popolo ucraino che sono qui a testimoniare con moi la voglia, il bisogno, la necessità di alzare la voce per chiedere la pace. Tutte le guerre sono l’antitesi stessa della vita, portano solo distruzione e morte».

Mentre anche a Novara è iniziata una raccolta fondi per aiutare le popolazioni colpite da questo conflitto, oltre a condannare la Russia «per il suo atto di aggressione», c’é anche chi si chiede, come il consigliere regionale Domenico Rossi, «se anche altri soggetti non siano immuni da colpe, almeno di omissione, come l’Unione europea. In situazioni come questa abbiamo bisogno di un soggetto forte, che possa parlare con una voce sola nell’ambito della politica estera. Noi abbiamo il compito generazionale di arrivare a costruire la Repubblica federale d’Europa».

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

Condividi l'articolo

© 2020-2024 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Picture of Luca Mattioli

Luca Mattioli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Novara scende in piazza per l’Ucraina e lancia un forte appello a favore della pace

Circa cinquecento persone si sono redunate nel pomeriggio di oggi in piazza Duomo per condannare l’invasione delle forze armate della Federzione Russa nel vicino Paese. Cella: «Tutte le guerre sono l’antitesi stessa della vita». Rossi: «Dobbiamo costruire la Repubblica federale d’Europa»

Anche da Novara, come in tante altre città italiane, si è levato forte un grido di pace e di condanna all'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina. Circa cinquecento persone si sono ritrovate oggi, sabato 26 febbraio, nella centrale piazza Duomo alla manifestazione promossa dalle organizzazioni sindacali, da Anpi e da altre associazioni riunite nel tavolo “Mai più fascismi” per portare prima di tutto una forte solidarietà a Kiev.

Tante le bandiere arcobaleno, cartelli che richiamavano l'articolo 11 della nostra Costituzione e vessilli giallo-azzurri sventolati da tante persone (soprattutto donne) della comunità ucraina novarese, che hanno inizialmente cantato il loro inno nazionale, per poi gridare a gran voce “pace, pace”, “no alle guerra”, “grazie agli amici italiani per quello che state facendo”. Non è mancato qualche slogan all'indirizzo del leader del Cremlino Vladimir Putin (“Assassino, aggressore”), ma non contro la popolazione russa, perché, come ha confidato una signora da vent'anni residente in città, «sono in molti fra gli stessi russi a non approvare queste scelte». Come la sua si sono succedute altre commosse testimonianze da parte di chi, pur vivendo da tempo nel nostro Paese, ha comunque ancora familiari e amici in Ucraina; ed è in ansia per la sorte di tanti di loro.

«E' importante adoperarsi contro la continua e irresponsabile corsa al riarmo – ha detto tra l'altro la presidente provinciale di Anpi Michela Cella – ma le prime parole sono di solidarietà per il popolo ucraino che sono qui a testimoniare con moi la voglia, il bisogno, la necessità di alzare la voce per chiedere la pace. Tutte le guerre sono l'antitesi stessa della vita, portano solo distruzione e morte».

Mentre anche a Novara è iniziata una raccolta fondi per aiutare le popolazioni colpite da questo conflitto, oltre a condannare la Russia «per il suo atto di aggressione», c'é anche chi si chiede, come il consigliere regionale Domenico Rossi, «se anche altri soggetti non siano immuni da colpe, almeno di omissione, come l'Unione europea. In situazioni come questa abbiamo bisogno di un soggetto forte, che possa parlare con una voce sola nell'ambito della politica estera. Noi abbiamo il compito generazionale di arrivare a costruire la Repubblica federale d'Europa».

© 2020-2024 La Voce di Novara
Riproduzione Riservata