«Ho già finito il gasolio e la benzina è agli sgoccioli» racconta un benzinaio della provincia di Novara che preferisce rimanere anonimo «e da stasera chiudo per 48 ore, ma la situazione generale della nostra categoria non migliorerà sicuramente, nemmeno con questi fatidici cartelli con l’esposizione del prezzo medio previsto dal recente decreto trasparenza».
Braccia incrociate dunque anche fra i benzinai del novarese che aderiscono in grande numero allo sciopero indetto da Faib, Fegica, Figisc-Anisa le associazioni che rappresentano la categoria. Il nodo della questione è il nuovo decreto governativo che, anziché prorogare il taglio delle accise, come invece aveva fatto Draghi, ha deciso di intervenire sul caro-carburanti con una norma sulla trasparenza dei prezzi ai distributori, che dovranno esporre il prezzo medio nazionale accanto a quello di vendita, e rinnovando il cosiddetto Bonus benzina per un valore massimo di 200 euro per i lavoratori dipendenti. Misure che non sono affatto piaciute ai gestori che si sono dichiarati favorevoli alla trasparenza «a patto che questa non si trasformi in nuovi appesantimenti gestionali a carico dei benzinai e conseguenti nuove sanzioni».