Arredo urbano, al bando partecipa solo la ditta dell’onorevole Liuni. Il Pd interroga il sindaco

Un impegno di spesa di 400 mila euro e due progetti di riqualificazione dell’arredo urbano e del verde che sono rimasti in un cassetto per oltre un anno con un continuo rimbalzo tra il Comune e la Soprintendenza. Poi prima di Natale l’approvazione dei progetti, l’avvio del bando e l’ammissione al prosieguo della gara dell’unica ditta che ha partecipato: la Nova Verde di cui è socio Marzio Liuni, parlamentare novarese e segretario provinciale della Lega. Sull’argomento i consiglieri del Partito Democratico hanno inviato un’interrogazione al sindaco.

Partiamo dall’inizio. Il 25 ottobre 2019 la giunta approva il documento di fattibilità per il rinnovo dell’arredo urbano inserendolo nel Programma triennale delle opere pubbliche 2019-2021; il 17 dicembre 2019 sempre la giunta approva il progetto definitivo, da 700 mila euro, suddiviso in due lotti; il 28 gennaio 2020 viene richiesto il parere di competenza alla Sorpintendenza la quale, il 20 febbraio, approva esclusivamente le opere previste nel lotto 1, imponendo condizioni vincolanti per le successive fasi progettuali, finalizzate a condividere nei dettagli la scelta degli elementi di arredo.

 

 

Il 20 maggio il Comune invia una nuova soluzione progettuale alla Soprintendenza che, però, il 27 agosto richiede integrazioni e approfondimenti puntuali su alcuni temi sensibili del progetto. A quel punto l’amministrazione decide di rimodulare l’idea di riqualificazione, definendo
un nuovo progetto destinato «al recupero delle fioriere e delle panchine e una loro
implementazione e, in alcuni casi, alla loro ricollocazione in altri ambiti urbani, al fine di regolamentare i flussi della viabilità nella Ztl o alla loro trasformazione in elementi di individuazione di ambiti storico/architettonici di pregio».

Il 10 dicembre la Soprintendenza dà parere favorevole e il giorno seguente, l’11, la giunta approva il progetto defintivo di rinnovo dell’arredo urbano e del verde del centro storico per un importo di 210 mila euro insieme a un altro sempre di rinnovo dell’arredo urbano e del verde sul territorio cittadino per 190 mila euro. Nella stessa seduta viene avviato il bando di gara per entrambi i progetti con scadenza sei giorni dopo, il 21 dicembre.

A entrambe le procedure ha partecipato una sola ditta, quella dell’onorevole Liuni. Il 23 dicembre, con una determina degli uffici del Servizio ambiente verde pubblico, il Comune ha ammesso la Nova Verde al prosieguo della gara.

«Una vicenda che appare quanto meno strana – afferma il capo gruppo del Pd, Rossano Pirovano – per questo vogliamo sapere perchè a distanza di 14 mesi dall’avvio della progettazione si è proceduto con così tanta urgenza e rapidità di pubblicazione del bando valido per soli sei giorni lavorativi. Potrebbe essere opportuno, a tutela dell’amministrazione comunale, annullare le gare e ripubblicarle concedendo un termine più ampio e favorendo la partecipazione anche di altre ditte. Chiediamo, inoltre, un parere in merito al segretario comunale, responsabile prevenzione e corruzione per l’ente».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Arredo urbano, al bando partecipa solo la ditta dell’onorevole Liuni. Il Pd interroga il sindaco

Un impegno di spesa di 400 mila euro e due progetti di riqualificazione dell’arredo urbano e del verde che sono rimasti in un cassetto per oltre un anno con un continuo rimbalzo tra il Comune e la Soprintendenza. Poi prima di Natale l’approvazione dei progetti, l’avvio del bando e l’ammissione al prosieguo della gara dell’unica ditta che ha partecipato: la Nova Verde di cui è socio Marzio Liuni, parlamentare novarese e segretario provinciale della Lega. Sull’argomento i consiglieri del Partito Democratico hanno inviato un’interrogazione al sindaco.

Partiamo dall’inizio. Il 25 ottobre 2019 la giunta approva il documento di fattibilità per il rinnovo dell’arredo urbano inserendolo nel Programma triennale delle opere pubbliche 2019-2021; il 17 dicembre 2019 sempre la giunta approva il progetto definitivo, da 700 mila euro, suddiviso in due lotti; il 28 gennaio 2020 viene richiesto il parere di competenza alla Sorpintendenza la quale, il 20 febbraio, approva esclusivamente le opere previste nel lotto 1, imponendo condizioni vincolanti per le successive fasi progettuali, finalizzate a condividere nei dettagli la scelta degli elementi di arredo.

 

 

Il 20 maggio il Comune invia una nuova soluzione progettuale alla Soprintendenza che, però, il 27 agosto richiede integrazioni e approfondimenti puntuali su alcuni temi sensibili del progetto. A quel punto l’amministrazione decide di rimodulare l’idea di riqualificazione, definendo
un nuovo progetto destinato «al recupero delle fioriere e delle panchine e una loro
implementazione e, in alcuni casi, alla loro ricollocazione in altri ambiti urbani, al fine di regolamentare i flussi della viabilità nella Ztl o alla loro trasformazione in elementi di individuazione di ambiti storico/architettonici di pregio».

Il 10 dicembre la Soprintendenza dà parere favorevole e il giorno seguente, l’11, la giunta approva il progetto defintivo di rinnovo dell’arredo urbano e del verde del centro storico per un importo di 210 mila euro insieme a un altro sempre di rinnovo dell’arredo urbano e del verde sul territorio cittadino per 190 mila euro. Nella stessa seduta viene avviato il bando di gara per entrambi i progetti con scadenza sei giorni dopo, il 21 dicembre.

A entrambe le procedure ha partecipato una sola ditta, quella dell’onorevole Liuni. Il 23 dicembre, con una determina degli uffici del Servizio ambiente verde pubblico, il Comune ha ammesso la Nova Verde al prosieguo della gara.

«Una vicenda che appare quanto meno strana – afferma il capo gruppo del Pd, Rossano Pirovano – per questo vogliamo sapere perchè a distanza di 14 mesi dall’avvio della progettazione si è proceduto con così tanta urgenza e rapidità di pubblicazione del bando valido per soli sei giorni lavorativi. Potrebbe essere opportuno, a tutela dell’amministrazione comunale, annullare le gare e ripubblicarle concedendo un termine più ampio e favorendo la partecipazione anche di altre ditte. Chiediamo, inoltre, un parere in merito al segretario comunale, responsabile prevenzione e corruzione per l’ente».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore