Arrestata coppia che truffava anziani servendosi anche di minori. L.D. di 45 anni e B.B. di 31 anni sono stati fermati in flagrante dalla squadra mobile di Novara: avevano appena ritirato un “pacco sospetto” dalle mani di un ragazzino. E sul sedile posteriore dell’auto c’era anche la figlioletta, a cui l’hanno consegnato sperando di riuscire a nasconderlo. All’interno c’erano oggetti d’oro di una 83enne novarese, vittima di una telefonata da un sedicente figlio che, con la scusa di un grave incidente stradale effettuato con torto, aveva bisogno di denaro o gioielli per risarcire immediatamente la controparte altrimenti avrebbe rischiato di essere arrestato.
L’episodio risale alla mattina di mercoledì 26 agosto, quando gli agenti, in servizio antirapina, hanno notato due giovani a bordo di uno scooter aggirarsi con fare sospetto in una via del quartiere Sant’Agabio. Il passeggero del ciclomotore è sceso e si è avvicinato a un’abitazione, dalla quale è uscita una donna anziana che, con fare molto agitato, dopo aver parlato al telefono del giovane, gli ha consegnato un pacchetto.
Il ragazzo è salito nuovamente a bordo dello scooter e, seguito dall’equipaggio in borghese, si è diretto nel parcheggio di un supermercato, dove si è incontrato con un uomo, giunto in auto, al quale ha immediatamente consegnato il pacchetto ricevuto, poco prima, dall’anziana donna. L’uomo ha però notato gli agenti di polizia e, cercando di disfarsi del pacchetto, lo ha velocemente consegnato a una donna che si trovava a bordo della sua auto: a sua volta, il pacchettino veniva dato ad una ragazzina seduta a fianco che lo ha occultato sotto i vestiti. Gli agenti sono quindi intervenuti e hanno sottoposto tutti a controllo. E’ così emerso che il pacchetto conteneva diversi monili in oro.
È stato dunque chiesto all’anziana donna che cosa fosse accaduto e la stessa, una 83enne novarese, ha riferito di aver ricevuto una telefonata dal “figlio” che, con la scusa di un grave incidente stradale effettuato con torto, aveva bisogno di denaro contante e/o gioielli per risarcire immediatamente la controparte altrimenti avrebbe rischiato di essere arrestato. Per paura delle gravi conseguenze che potevano capitare al “figlio”, aveva quindi consegnato a un giovane, indicato come “segretario dell’avvocato che seguiva la vicenda”, un pacchetto contenente tutti gli oggetti in oro che custodiva in casa.
La coppia fermata L.D., di 45 anni, e B.B., di 31 anni, risultati essere marito e moglie, entrambi con precedenti per la commissione di reati contro il patrimonio, è stata pertanto tratta in arresto nella flagranza del reato di truffa aggravata perché commessa in danno di un’anziana. Il giovane che materialmente ha ritirato il pacchetto, essendo minorenne, è stato invece segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Torino per il medesimo reato.
Il gip del Tribunale di Novara, su richiesta della Procura della Repubblica, che ha condiviso il grave quadro accusatorio emerso, ha convalidato l’arresto della coppia, disponendo per L.D. la custodia cautelare in carcere mentre per B.B. la custodia cautelare agli arresti domiciliari, avendo la coppia due figli minorenni, tra cui la ragazzina alla quale è stato consegnato il pacchetto.
La Polizia di Stato coglie l’occasione per ricordare ai cittadini ed in particolare alle persone anziane, di «porre molta attenzione alle telefonate che ricevono, soprattutto se riguardano richieste urgenti di denaro e/o gioielli; è probabile che in questi casi si trovino vittime di un tentativo di truffa, che in molti casi viene portato a termine. Questa tipologia di reati è particolarmente odiosa perché colpisce le persone anziane facendo leva sugli affetti più cari e molte volte porta alla consegna di oggetti in oro che, oltre al valore economico, hanno un valore affettivo ben più rilevante. In caso di ricezione di questo tipo di telefonate, si esorta a contattare immediatamente il 112 (Numero Unico di Emergenza), possibilmente con un cellulare, per un pronto intervento da parte di personale delle Forze dell’Ordine».