Arriva a pesare 35 chili per paura del compagno. Lui condannato a 4 anni per maltrattamenti

tribunale il caldo
La drammatica denuncia di una diciannovenne novarese, presentata alle forze dell’ordine due anni fa, ha portato alla condanna dell’ex compagno M.S., 24 anni, a 4 anni di reclusione per maltrattamenti in famiglia

«Non riuscivo più a mangiare per colpa delle violenza casalinghe, sono arrivata a pesare 35 chili. E quando gli ho detto che volevo lasciarlo ha cercato di strangolarmi». La drammatica denuncia di una diciannovenne novarese, presentata alle forze dell’ordine due anni fa, ha portato alla condanna dell’ex compagno M.S., 24 anni, a 4 anni di reclusione per maltrattamenti in famiglia. Il tribunale ha anche revocato la sospensione condizionale per una precedente condanna a 1 anno e 8 mesi, per fatti di droga, e stabilito per la vittima, costituita parte civile, una provvisionale di 7.500 euro come risarcimento, anche se il danno sarà poi quantificato dal giudice civile. Il difensore dell’imputato aveva chiesto invece l’assoluzione sostenendo che la ragazza era inattendibile e contraddittoria nel suo racconto. Dopo la lettura delle motivazioni presenterà appello.

Nella sua sofferta testimonianza la vittima ha parlato di un rapporto durato oltre tre anni, costellato di insulti, minacce, schiaffi, spintoni e pugni. «Nel 2018 mi aveva scritto sui social e così ci siamo conosciuti. Poi ci siamo visti. All’epoca ero ancora minorenne. Sono rimasta incinta l’anno dopo e poi, nel 2020, lui ha perso il lavoro. E’ come impazzito». Quando la situazione era diventata insostenibile, la giovane ha cercato di scappare da casa, per chiedere aiuto, ma lui o sua madre non la lasciavano uscire. Faceva fatica anche a parlare coi suoi famigliari: «Ero obbligata a stare con lui: non mi faceva parlare con nessuno, non avevo neanche più il telefono per comunicare con i miei genitori e le poche volte che li chiamavo dovevo farlo col suo cellulare, sorvegliata. Ho dovuto dire loro che la bambina mi aveva rotto il cellulare. E per parlare con loro usavo il cellulare del mo fidanzato. Lui stava sempre lì a guardare e sentire, per evitare che potessi dire loro quello che stava succedendo in casa». Il ragazzo era geloso di tutti: «Non voleva che frequentassi persone, uomini in particolare. Perfino del dermatologo era geloso: quando ho portato nostra figlia a fare una visita voleva entrare anche lui».

Lo scorso anno, per le botte, la visita in ospedale e la prima segnalazione alle forze dell’ordine. Poi, un giorno che lui ha portato la madre al lavoro, la ragazza ha deciso di scappare. Un amico di lui ha capito la gravità della situazione, dopo averla vista dimagrita di 15 chili: «Già pesavo poco, ma in quel periodo sono arrivata a 35 chili. Per l’ansia e la difficile situazione non riuscivo a mettere più nulla in bocca».

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Arriva a pesare 35 chili per paura del compagno. Lui condannato a 4 anni per maltrattamenti

La drammatica denuncia di una diciannovenne novarese, presentata alle forze dell’ordine due anni fa, ha portato alla condanna dell’ex compagno M.S., 24 anni, a 4 anni di reclusione per maltrattamenti in famiglia

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«Non riuscivo più a mangiare per colpa delle violenza casalinghe, sono arrivata a pesare 35 chili. E quando gli ho detto che volevo lasciarlo ha cercato di strangolarmi». La drammatica denuncia di una diciannovenne novarese, presentata alle forze dell’ordine due anni fa, ha portato alla condanna dell’ex compagno M.S., 24 anni, a 4 anni di reclusione per maltrattamenti in famiglia. Il tribunale ha anche revocato la sospensione condizionale per una precedente condanna a 1 anno e 8 mesi, per fatti di droga, e stabilito per la vittima, costituita parte civile, una provvisionale di 7.500 euro come risarcimento, anche se il danno sarà poi quantificato dal giudice civile. Il difensore dell’imputato aveva chiesto invece l’assoluzione sostenendo che la ragazza era inattendibile e contraddittoria nel suo racconto. Dopo la lettura delle motivazioni presenterà appello.

Nella sua sofferta testimonianza la vittima ha parlato di un rapporto durato oltre tre anni, costellato di insulti, minacce, schiaffi, spintoni e pugni. «Nel 2018 mi aveva scritto sui social e così ci siamo conosciuti. Poi ci siamo visti. All’epoca ero ancora minorenne. Sono rimasta incinta l’anno dopo e poi, nel 2020, lui ha perso il lavoro. E’ come impazzito». Quando la situazione era diventata insostenibile, la giovane ha cercato di scappare da casa, per chiedere aiuto, ma lui o sua madre non la lasciavano uscire. Faceva fatica anche a parlare coi suoi famigliari: «Ero obbligata a stare con lui: non mi faceva parlare con nessuno, non avevo neanche più il telefono per comunicare con i miei genitori e le poche volte che li chiamavo dovevo farlo col suo cellulare, sorvegliata. Ho dovuto dire loro che la bambina mi aveva rotto il cellulare. E per parlare con loro usavo il cellulare del mo fidanzato. Lui stava sempre lì a guardare e sentire, per evitare che potessi dire loro quello che stava succedendo in casa». Il ragazzo era geloso di tutti: «Non voleva che frequentassi persone, uomini in particolare. Perfino del dermatologo era geloso: quando ho portato nostra figlia a fare una visita voleva entrare anche lui».

Lo scorso anno, per le botte, la visita in ospedale e la prima segnalazione alle forze dell’ordine. Poi, un giorno che lui ha portato la madre al lavoro, la ragazza ha deciso di scappare. Un amico di lui ha capito la gravità della situazione, dopo averla vista dimagrita di 15 chili: «Già pesavo poco, ma in quel periodo sono arrivata a 35 chili. Per l’ansia e la difficile situazione non riuscivo a mettere più nulla in bocca».

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