Asili nidi e lavoro femminile, Novara “europea”

La città è sopra la soglia minima europea (33%) di offerta dei servizi, meglio del Piemonte. Riflessi sull'occupazione femminile che in Italia è ai minimi continentali

Posti negli asili nido e scuole dell’infanzia: Novara e la sua provincia hanno superato la soglia minima stabilita dall’Unione europea, ma il cammino per una offerta adeguata è ancora lungo. In particolare, considerando che il potenziamento non solo accresce le capacità di apprendimento, di crescita e di sviluppo sociale dei bambini, ma può facilitare la partecipazione delle donne al lavoro.

Il legame tra offerta di nidi e occupazione femminile in Italia è stato analizzato in un rapporto di Openpolis con l’impresa sociale Con i Bambini su dati del 2022 fonte Istat. Il quadro che ne esce disegna l’Italia come uno dei paesi europei con il minor tasso di occupazione delle donne con figli: considerando la fascia di età 20-49 anni con figli di meno di sei anni, lavora solo il 55,3% di madri (media europea 67,8%) a fronte del 90,7% di padri. Un dato emerge su tutti: in Italia 1 donna su 5 lascia il lavoro dopo la maternità.

Si evidenzia anche il forte divario tra Nord e Sud del Paese, osservando come i comuni con maggiore equilibrio tra occupazione di uomini e di donne sono quelli in cui è presente un’offerta di nidi e scuole dell’infanzia superiore alla media nazionale. 

Per questo, è una prima conclusione del rapporto Openpolis, investire in asili nido e scuole dell’infanzia è fondamentale per invertire la tendenza.

Il riferimento del rapporto è uno degli obiettivi stabiliti dal Consiglio europeo riunitosi a Barcellona nel 2002: gli stati membri si impegnano ad offrire un servizio educativo ad almeno il 33% dei bambini sotto i 3 anni. Tale soglia è stata rivista dopo la pandemia, indicando (per l’Italia che aveva raggiunto il 30% nel 2022) un incremento tendenziale al 45%.

NOVARA, QUALCHE LUCE E MOLTE OMBRE

Dal rapporto Novara esce con luci ed ombre: ha il 37,1% di posti in asili nido e servizi di prima infanzia ogni 100 bambini sotto i 3 anni, ma risulta solo 62ª tra i capoluoghi italiani, dei quali 34 (tra cui unica piemontese è Biella, 48,8%) sopra la nuova soglia europea. Del resto il Piemonte non è tra le 11 regioni ad aver superato la soglia iniziale, seppure risulti vicino (32,7%).

A livello provinciale (dove si può valutare mediamente superiore al 35% l’offerta di posti per servizi alla prima infanzia) tra i 14 comuni con più di 5mila abitanti Arona vanta servizi per il 67,5% dei bambini sotto i 3 anni, seguita da Borgo Ticino (45,3%), Gattico-Veruno (39,8%) e Novara. Galliate ha il 32,4% di offerta, Borgomanero il 28,2%, Trecate il 26,4% mentre Gozzano è indicato come privo di posti in asili nido e scuole dell’infanzia.

Se si considerano i comuni sopra i 2mila abitanti emergono Vespolate e San Maurizio d’Opaglio con un’offerta superiore al 100%.

Dal rapporto emerge infine che si arriva a 40 posti nido ogni 100 bambini nei comuni con un rapporto più paritario tra occupazione femminile e occupazione maschile e che nei territori dove il rapporto tra tasso di occupazione maschile è tra 1,2 e 1,5 volte superiore rispetto a quello femminile, l’offerta scende fino al 26%.

Novara, che mostra un tasso di occupazione del 77,8% nelle persone tra 25 e 49 anni, evidenzia il rapporto di 1,22 tra occupazione maschile (85,3% per cui è 24ª in Italia) e femminile (69,8%) nella fascia d’età considerata. In Provincia, praticamente con tutti i comuni sotto il valore di 1,5, un rapporto migliore (attorno a 1,1) è nei piccoli centri dell’alta provincia, Borgomanero e Gattico-Veruno compresi, a Galliate è 1,19, mentre sale a Cerano (1,28) e a Trecate (1,30).

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

© 2025 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Picture of Antonio Maio

Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

Condividi l'articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Asili nidi e lavoro femminile, Novara “europea”

La città è sopra la soglia minima europea (33%) di offerta dei servizi, meglio del Piemonte. Riflessi sull’occupazione femminile che in Italia è ai minimi continentali

Posti negli asili nido e scuole dell’infanzia: Novara e la sua provincia hanno superato la soglia minima stabilita dall’Unione europea, ma il cammino per una offerta adeguata è ancora lungo. In particolare, considerando che il potenziamento non solo accresce le capacità di apprendimento, di crescita e di sviluppo sociale dei bambini, ma può facilitare la partecipazione delle donne al lavoro.

Il legame tra offerta di nidi e occupazione femminile in Italia è stato analizzato in un rapporto di Openpolis con l’impresa sociale Con i Bambini su dati del 2022 fonte Istat. Il quadro che ne esce disegna l’Italia come uno dei paesi europei con il minor tasso di occupazione delle donne con figli: considerando la fascia di età 20-49 anni con figli di meno di sei anni, lavora solo il 55,3% di madri (media europea 67,8%) a fronte del 90,7% di padri. Un dato emerge su tutti: in Italia 1 donna su 5 lascia il lavoro dopo la maternità.

Si evidenzia anche il forte divario tra Nord e Sud del Paese, osservando come i comuni con maggiore equilibrio tra occupazione di uomini e di donne sono quelli in cui è presente un’offerta di nidi e scuole dell’infanzia superiore alla media nazionale. 

Per questo, è una prima conclusione del rapporto Openpolis, investire in asili nido e scuole dell’infanzia è fondamentale per invertire la tendenza.

Il riferimento del rapporto è uno degli obiettivi stabiliti dal Consiglio europeo riunitosi a Barcellona nel 2002: gli stati membri si impegnano ad offrire un servizio educativo ad almeno il 33% dei bambini sotto i 3 anni. Tale soglia è stata rivista dopo la pandemia, indicando (per l’Italia che aveva raggiunto il 30% nel 2022) un incremento tendenziale al 45%.

NOVARA, QUALCHE LUCE E MOLTE OMBRE

Dal rapporto Novara esce con luci ed ombre: ha il 37,1% di posti in asili nido e servizi di prima infanzia ogni 100 bambini sotto i 3 anni, ma risulta solo 62ª tra i capoluoghi italiani, dei quali 34 (tra cui unica piemontese è Biella, 48,8%) sopra la nuova soglia europea. Del resto il Piemonte non è tra le 11 regioni ad aver superato la soglia iniziale, seppure risulti vicino (32,7%).

A livello provinciale (dove si può valutare mediamente superiore al 35% l’offerta di posti per servizi alla prima infanzia) tra i 14 comuni con più di 5mila abitanti Arona vanta servizi per il 67,5% dei bambini sotto i 3 anni, seguita da Borgo Ticino (45,3%), Gattico-Veruno (39,8%) e Novara. Galliate ha il 32,4% di offerta, Borgomanero il 28,2%, Trecate il 26,4% mentre Gozzano è indicato come privo di posti in asili nido e scuole dell’infanzia.

Se si considerano i comuni sopra i 2mila abitanti emergono Vespolate e San Maurizio d’Opaglio con un’offerta superiore al 100%.

Dal rapporto emerge infine che si arriva a 40 posti nido ogni 100 bambini nei comuni con un rapporto più paritario tra occupazione femminile e occupazione maschile e che nei territori dove il rapporto tra tasso di occupazione maschile è tra 1,2 e 1,5 volte superiore rispetto a quello femminile, l’offerta scende fino al 26%.

Novara, che mostra un tasso di occupazione del 77,8% nelle persone tra 25 e 49 anni, evidenzia il rapporto di 1,22 tra occupazione maschile (85,3% per cui è 24ª in Italia) e femminile (69,8%) nella fascia d’età considerata. In Provincia, praticamente con tutti i comuni sotto il valore di 1,5, un rapporto migliore (attorno a 1,1) è nei piccoli centri dell’alta provincia, Borgomanero e Gattico-Veruno compresi, a Galliate è 1,19, mentre sale a Cerano (1,28) e a Trecate (1,30).

© 2025 La Voce di Novara
Riproduzione Riservata

Picture of Antonio Maio

Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.