Asl: «I vaccini nelle Rsa proseguono con ritmo. Nessun dissenso da parte del personale». Il direttore del Sisp (servizio di igiene e sanità pubblica), il dottor Edoardo Moia, spiega a che punto è la campagna vaccinale anti Covid nelle circa cinquanta strutture di competenza della Asl: «Lo ammetto, all’inizio eravamo un po’ inesperti, ma dopo qualche settimana ci siamo organizzati meglio e lunedì (18 gennaio) terminereno il primo ciclo – spiega -. Abbiamo anche trovato qualche difficoltà con i pazienti che non erano in grado di dare il consenso in quanto non c’erano indicazioni precise. Poi il decreto ha stabilito che, in caso di mancanza di un tutore legale, ci si può rivolgere al parente più prossimo o al direttore sanitario della struttura. A oggi il vaccino è stato somministrato a 1100 persone tra le 4500 che sono ospiti o lavorano nelle case di riposo novaresi. Per lunedì avremo qualche numero in più e martedì potremo ricominciare con la seconda somministrazione e con la prima su chi l’antidoto non l’ha ancora ricevuto».
Moia, infatti, smentisce le affermazioni secondo le quali molti sanitari delle Rsa si sarebbero rifiutati di sottoporsi al vaccino: «Non si tratta di un dissenso, ma di un’organizzazione delle strutture che hanno preferito dividere il personale in due tranche: in caso di insorgenza di effetti collaterali dopo l’inoculazione, non vogliono rischiare di ritrovarsi con il personale ridotto. Quindi chi ancora non è stato inserito nel primo ciclo, lo sarà nel secondo».
Il dirigente, inoltre, conferma che le dosi vengono somministrate prioritariamente a chi non ha contratto il virus: «Non è una regola – spiega – però non c’è indicazione per chi si è ammalato negli ultimi sei mesi in quanto è probabile che abbia sviluppato una qualche forma di anticorpi, nonostante lo stato immunitario post Covid non sia del tutto noto. Queste persone potranno comunque sottoporsi al vaccino trascorso il tempo necessario».