Atc, al via il cantiere per il recupero della palazzina di via San Bernardino

Avrebbero dovuto prendere il via a fine marzo ma il lockdown ha bloccato i cantieri e così solo una decina di giorni fa sono iniziati i lavori di recupero della palazzina di via San Bernardino 16 a Novara, una delle 7 che costituiscono il complesso, ora di proprietà di Atc, un tempo del Demanio, realizzato negli anni ‘50, gradualmente svuotate nel corso degli anni (una ventina attualmente le famiglie ancora residenti nel complesso che, nella sua totalità, conta 96 alloggi) per permettere un piano di recupero intensivo dell’intera zona.

 

 

Un intervento, il primo nell’edilizia popolare sul territorio regionale ed uno dei primi in Italia, che porterà alla trasformazione dello stabile in edificio con profilo “nZeb”, ovvero “Near zero energy buildings” «cioè edifici ad energia pari praticamente a zero – spiega Luigi Songa, presidente di Atc Piemonte Nord – in un’ottica di produzione autonoma dell’energia necessaria per la ventilazione e la climatizzazione degli ambienti, dell’illuminazione e della produzione di acqua calda. Un nuovo concetto di case di edilizia popolare che punta ad un importante contenimento dei costi di utenza».

Nella sostanza, quello sulla palazzina “a L” è una sorta di “intervento pilota” per il futuro avvio del recupero dell’intero complesso.

«Non è una cattedrale nel deserto», ha sottolineato Songa; infatti già nel corso del prossimo anno si programma l’avvio dei lavori in altre due palazzine del complesso. Costo dei lavori 2 milioni e 53mila euro, finanziati per 781mila euro circa con fondi europei Por-Fesr e per la restante parte da fondi regionali.

«I  costi dell’opera – spiegano da Atc – sono conseguenti alla necessità di mantenere la struttura esistente, di riqualificarla alle normative odierne e di dotarla di impianti al massimo livello di modernizzazione possibile».

 

La palazzina, a lavori ultimati – presumibilmente nella primavera prossima – conterà di 16 alloggi di circa 60 metri quadrati, composti da due camere, soggiorno, cucina e bagno, con la predisposizione di accorgimenti tali da poter apportare modifiche per eventuali portatori di handicap.

«Con questo intervento – ha commentato il vice sindaco e assessore alla Casa Franco Caressa – si va a recuperare una parte storica di Novara. Un percorso che ben si allinea con le linee progettuali su cui sta lavorando il Comune, sempre in ambito di edilizia popolare per i propri immobili. Quello delle utenze è un costo molto importante che spesso va a scontrarsi con le economie degli enti proprietari. Realizzare strutture a bassissimo dispendio energetico permette anche di contenere i costi di gestione degli edifici stessi».

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Atc, al via il cantiere per il recupero della palazzina di via San Bernardino

Avrebbero dovuto prendere il via a fine marzo ma il lockdown ha bloccato i cantieri e così solo una decina di giorni fa sono iniziati i lavori di recupero della palazzina di via San Bernardino 16 a Novara, una delle 7 che costituiscono il complesso, ora di proprietà di Atc, un tempo del Demanio, realizzato negli anni ‘50, gradualmente svuotate nel corso degli anni (una ventina attualmente le famiglie ancora residenti nel complesso che, nella sua totalità, conta 96 alloggi) per permettere un piano di recupero intensivo dell’intera zona.     Un intervento, il primo nell’edilizia popolare sul territorio regionale ed uno dei primi in Italia, che porterà alla trasformazione dello stabile in edificio con profilo “nZeb”, ovvero “Near zero energy buildings” «cioè edifici ad energia pari praticamente a zero - spiega Luigi Songa, presidente di Atc Piemonte Nord - in un’ottica di produzione autonoma dell’energia necessaria per la ventilazione e la climatizzazione degli ambienti, dell’illuminazione e della produzione di acqua calda. Un nuovo concetto di case di edilizia popolare che punta ad un importante contenimento dei costi di utenza». Nella sostanza, quello sulla palazzina “a L” è una sorta di “intervento pilota” per il futuro avvio del recupero dell’intero complesso. «Non è una cattedrale nel deserto», ha sottolineato Songa; infatti già nel corso del prossimo anno si programma l’avvio dei lavori in altre due palazzine del complesso. Costo dei lavori 2 milioni e 53mila euro, finanziati per 781mila euro circa con fondi europei Por-Fesr e per la restante parte da fondi regionali. «I  costi dell’opera - spiegano da Atc - sono conseguenti alla necessità di mantenere la struttura esistente, di riqualificarla alle normative odierne e di dotarla di impianti al massimo livello di modernizzazione possibile».   La palazzina, a lavori ultimati - presumibilmente nella primavera prossima - conterà di 16 alloggi di circa 60 metri quadrati, composti da due camere, soggiorno, cucina e bagno, con la predisposizione di accorgimenti tali da poter apportare modifiche per eventuali portatori di handicap. «Con questo intervento - ha commentato il vice sindaco e assessore alla Casa Franco Caressa - si va a recuperare una parte storica di Novara. Un percorso che ben si allinea con le linee progettuali su cui sta lavorando il Comune, sempre in ambito di edilizia popolare per i propri immobili. Quello delle utenze è un costo molto importante che spesso va a scontrarsi con le economie degli enti proprietari. Realizzare strutture a bassissimo dispendio energetico permette anche di contenere i costi di gestione degli edifici stessi».

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