Stretta sulle occupazioni abusive nei caseggiati popolari di Novara. Dopo lo sgombero del 4 luglio, nei giorni scorsi Atc ha provveduto a effettuare un altro sempre nello stesso stabile di di via San Bernardino 16: una decina di persone, tra uomini e donne originari del Pakistan, che si erano insediate negli alloggi senza averne il diritto e creando, a quanto pare, una serie di problemi ai vicini, tra cui continue liti e urla anche a tarda notte.
Sul posto è intervenuta una pattuglia di agenti della Polizia locale. «Gli sgomberi degli inquilini abusivi costituiscono un gesto di fatto propedeutico alla riqualificazione degli stabili di proprietà dell’Agenzia territoriale per la casa – dichiara il presidente Marco Marchioni -. Servono azioni decise nei confronti di chi non paga affitti e utenze causando un danno all’Erario e a quei cittadini che, già in graduatoria, sono in attesa di entrare nel loro appartamento. Sgomberare senza fissa dimora che rifiutano l’assistenza e si perdono in giro per costruirsi altri rifugi non è cosa facile ma il nostro obiettivo resta quello di aiutare le persone per bene. Ringrazio le forze dell’ordine che sono intervenute e l’assessore Raffaele Lanzo per la collaborazione. Per fronteggiare questo fenomeno, infatti, siamo in stretto contatto con le forze dell’ordine che ci segnalano tutti i casi a rischio e noi a loro intervenendo quando abbiamo la certezza che l’immobile è occupato da persone che non hanno titolo».
Una modalità operativa, però, che non trova d’accordo il gruppo consiliare di Insieme per Novara (Demos), rappresentato da Piergiacomo Baroni (già consigliere di Atc e di professione funzionario socio educativo), il quale aveva sollevato il problema in consiglio comunale già dopo lo sgombero del 4 luglio. «È assurdo che durante l’intervento non fossero presenti anche gli operatori dei servizi sociali – aveva detto durante la seduta -. Queste sono persone che hanno difficoltà, la logica dello spostamento è sbagliata perchè tra un mese queste stesse persone ce le ritroveremo da un’altra parte. Così come dire loro di bussare alla porta dei servizi sociali non è la risoluzione del problema. Se la Questura non ha provveduto ad attuare alcun decreto di espulsione, significa che nessuno di loro è irregolare. E allora bisogna trovare il modo di risolvere il problema, non solo rimandarlo, togliendole dall’irregolarità e capire se sono interessate a un percorso di inserimento».
Una “profezia” che si è avverata dopo quindici giorni: «Dieci stranieri sono stati allontanati: sarebbe interessante sapere se sono gli stessi cacciati senza alternativa alcuni giorni prima – prosegue Baroni –
Non si può affrontare il problema dell’abusivismo solo in termini di ordine pubblico come nell’800,
è soprattutto un problema sociale. Ci preoccupa questo modo di agire soprattutto in previsione dell’abbattimento di intere palazzine in via Bonola e via Calderara a Sant’Agabio in cui sono presenti nuclei familiari anche con minori. Un modo disumano e soprattutto inutile e miope di affrontare le situazioni di emergenza che, invece, andrebbero gestite con umanità e lungimiranza».