Circa 10500 alloggi, 4500 garage e 119 tra uffici e negozi nelle province di Novara, Vercelli, Biella e Vco; oltre 2000 proprietà sono solo sulla città di Novara. A tanto ammonta il patrimonio di Atc Piemonte Nord, l’agenzia territoriale per la casa, l’ente di proprietà regionale che si occupa della gestione degli immobili di edilizia residenziale.
«I dati societari sono in ordine, grazie al buon lavoro che stiamo svolgendo nell’ente, ma serve impiegare sempre maggiori risorse in un settore, quello delle case popolari, che più di altri necessità di investimenti. Ma serve la completa collaborazione dello Stato» spiega a La Voce il presidente di Atc, Marco Marchioni.
In tema di investimenti, quattro sono i blocchi sui quali l’agenzia sta lavorando. Il più consistente riguarda gli interventi che rientrano nel 110%: «Per la sola città di Novara abbiamo messo a disposizione un budget di 31 milioni e 600 mila euro su 671 immobili di esclusiva proprietà di Atc per interventi di efficientamento energetico: cappotto esterno, rimozione dell’amianto, serramenti, caldaie – commenta il presidente -. I lavori negli alloggi di via Spreafico, invece, sono già iniziati perché fanno parte di un altro lotto del valore 6 milioni e mezzo di euro».
Sui tempi di realizzazione, Marchioni fa un appello al governo: «Confidiamo di poter portare a termine tutti questi interventi inseriti nel piano triennale approvato da poco, ma le ultime indicazioni dell’esecutivo Draghi, che speriamo siano modificate, ci mettono in grande difficoltà. Entro il mese di giugno 2023, infatti, le imprese appaltatrici dovranno completare il 60% dei lavori e non il 30% come era stato precedentemente indicato. Chiediamo quindi che questo nuovo termine sia emendato per consentici di raggiungere tutti gli obiettivi prefissati: d’altronde è interesse dello Stato fare in modo che le case popolari siano migliorate in tutti i loro aspetti. Lo scopo è quello di riammodernare il patrimonio statale e dare un comfort abitativo maggiore ai nostri inquilini».
Per quanto riguarda i fondi del Pnrr, invece, la Regione ha messo a disposizione di 10 milioni e 500 mila euro per tutto il Quadrante in cui opera Atc: «Di questi, abbiamo deciso di investirne 9 milioni e 300 mila sul territorio del comune di Novara per sei progetti che comprendono grandi interventi con un massimo di 50 mila euro per ogni appartamento nelle vie San Bernardino, Calvari, Bonzanini, Poletti e Caviggioli – prosegue il presidente -. Altri finanziamenti sono determinati dalla Legge 80 attraverso la quale la Regione ha stanziato 1 milione e mezzo di euro per interventi di manutenzione ordinaria sotto i 15 mila euro e per altri interventi per 6 milioni e 500 mila euro sull’intero Quadrante».
Due gli ambiti in cui Atc collabora con il Comune: «Grazie al Cipe, il programma integrato di edilizia residenziale, la Regione ha finanziato due progetti: uno su Novara nelle vie Calderara, Casorati e Morazzone e un altro a Vercelli per oltre 5 milioni di euro per rifacimento totale degli alloggi – continua Marchioni -. Siamo, inoltre, di supporto al Comune per quanto riguarda lo spostamento degli inquilini dell’ex campo Tav per i quali abbiamo già individuato gli appartamenti che andranno a occupare in vista della riqualificazione dell’area».
Accanto a investimenti per oltre 55 milioni di euro, il presidente Marchioni lancia l’allarme per quanto riguarda la morosità colpevole, aumentata in modo esponenziale negli ultimi due anni: se nel 2018 la cifra si aggirava intorno ai 40 mila euro e nel 2019 ai 60 mila, nel 2020 si è verificato un impressionante balzo in avanti: 735 mila euro nel 2020 e 497 mila nel 2021. Gli anni del Covid hanno determinato una morosità complessiva (colpevole più incolpevole) rispettivamente di 3 milioni e 300 mila euro e 4 milioni e 175 mila euro.
«Mediamente la morosità sul Quadrante è pari al 35-40% – aggiunge il presidente -. Abbiamo predisposto dei piani di rientro, ma purtroppo le procedure sono complicate: nel momento in cui ci rendiamo conto che siamo di fronte a una morosità, dobbiamo chiedere ai Comuni di verificare il motivo: se è colpevole bisogna pronunciare la decadenza ed eseguirla; a quel punto, però, si pone un problema sociale e politico anche perché l’inquilino colpevole non può più essere assegnatario di casa popolare».
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