Si è avviata nel Novarese, come nel resto d’Italia, la raccolta del riso, ma a condizionarla è il maltempo. Il Novarese – insieme a Pavese e Vercellese – rappresenta il 90% della risicoltura italiana, che vede oltre diecimila famiglie, fra dipendenti e imprenditori, impegnate in questa filiera produttiva.
Secondo le prime stime di Coldiretti la raccolta si dovrebbe mantenere sui livelli del 2023, nonostante l’incremento del 7% dei terreni seminati, che aveva portato la superficie a 226mila ettari, invertendo una tendenza al ribasso che durava da ben tre stagioni.
«I cambiamenti climatici stanno influendo sulla produzione – spiega Fabrizio Rizzotti (nella foto), vicepresidente di Coldiretti Novara-Vco e Presidente di Campagna Amica – perché le piogge insistenti ad aprile e maggio hanno creato di fatto non pochi problemi durante il periodo delle semine, posticipando la messa a dimora della coltura in un periodo non più ottimale che ha generato, di fatto, ritardi nel ciclo fisiologico delle piante. Ritardi che oggi rischiano di riflettersi negativamente sul potenziale produttivo finale, senza però inficiarne la qualità. Oltretutto l’ondata di maltempo degli ultimi giorni sta ostacolando ulteriormente la raccolta».
Il presidente Fabio Tofi e il direttore Luciano Salvadori aggiungono come «sul nostro riso pesala concorrenza sleale tanto che più di un 1 pacco di riso su 4 venduto in Italia è straniero, spesso proveniente da Paesi che non rispettano le stesse regole sul piano ambientale, sociale e sanitario. Nelle risaie asiatiche si utilizza peraltro il triciclazolo, un potente pesticida vietato nell’Unione Europea».
Per questo, concludono, «Coldiretti e Filiera Italia si sono schierate contro al
riconoscimento Igp per il riso da India e Pakistan. Serve, quindi, che l’Ue istituisca il principio di reciprocità, facendo in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione Europea rispettino gli stessi standard in materia di tutela dell’ambiente e di rispetto dei diritti dei lavoratori seguiti dai risicoltori italiani».
Coldiretti consiglia che acquistando un pacco di riso si verifichi, che in etichetta sia indicata l’origine italiana per avere un prodotto sano e coltivato secondo criteri di sostenibilità ambientale e sociale.