Baldino sui passaggi a livello: «Anni di battaglie ma nulla di concreto»

Baldino sui passaggi a livello: «Anni di battaglie ma nulla di concreto». L’annoso problema dei passaggi a livello che tagliano a metà i centri abitati, città e paesi è tornato alla ribalta una decina di giorni di fa quando alcune segnalazioni di lettori de La Voce ci avevano portato sul posto per constatare cosa accade alle doppie sbarre di via Marconi che restano giù anche 15/20 minuti per volta e più di una volta ogni ora.

Una situazione insostenibile, avevamo scritto, e lo ribadiamo: se la politica locale, ormai da decenni, continua a fare finta di non conoscere il problema, mentre Rfi se ne guarda bene dal trovare una soluzione alternativa, sono i cittadini che ancora una volta hanno dovuto fare presente la questione.

Marco Baldino

«Nel 2009 l’allora prefetto Amelio aveva dato inizio a serie di riunioni con Rfi, poi continuate dal prefetto Castaldo, che, però, non hanno portato a nulla – spiega il vice prefetto Marco Baldino -. Il tutto era scaturito da una serie di segnalazioni che avevamo ricevuto sia dai sindaci dei comuni della provincia (Momo, Nibbiola, Tornaco) a loro volta sostenuti dalle petizioni dei cittadini, ricordo anche quelli di Olengo. Ai prefetti avevo confermato la veridicità di quanto affermato segnalando che anche in città la situazione era tragica ai tre principali passaggi a livello: via Marconi, via Beltrami e tra corso Risorgimento e corso della Vittoria. Io stesso vivo a Santa Rita e ogni giorno vedo transitare anche tre/cinque treni prima che le sbarre si alzino».

 

 

«Un fascicolo era poi stato aperto sempre nel 2009 dopo che un’ambulanza, con a  bordo un paziente che aveva appena avuto un infarto, era rimasta bloccata al passaggio a livello di Nibbiola: il paziente era deceduto durante il trasporto in ospedale. La famiglia aveva sporto denuncia: nessuno saprà mai se la persona sarebbe sopravvissuta o no. Quello, comunque, fu un fatto clamoroso che, però, non spostò Rfi di un millimetro tanto che il passaggio a livello di Nibbiola continua a essere uno dei più problematici del territorio».

«Tutti i sopralluoghi e i successivi incontri con Rfi hanno sempre portato alla stessa risposta da parte loro: l’obiettivo è l’eliminazione dei passaggi a livello – prosegue Baldino -. Sì ma come, chiedevo. Nessuna idea è mai stata portata avanti seriamente. Nel periodo in cui sono stato commissario proprio a Nibbiola, si era pensato a un sovrappasso che però sarebbe venuto a costare circa un milione di euro, dunque il progetto fu abbandonato».

«Se in Paesi come Austria, Svizzera, Francia o Germania cioè tecnologicamente affini all’Italia, non parlo di Giappone o Stati Uniti, riescono a programmare le chiusure intorno ai 30 secondi, perchpè in Italia questo non si può fare? – continua Baldino -. Un interrogativo che sottoponevo a ripetizione ai tecnici di Rfi i quali rispondevano: per una questione di sicurezza. Noi sostenevamo che fosse il contrario: se la gente era costretta a tante attese, sarebbe stata tentata di passare dall’altra parte almeno a piedi o con la bicicletta, come spesso accade, mettendo davvero in pericolo la propria incolumità».

«Si parla di alta velocità e va benissimo farlo – conclude il vici prefetto – poi però i cittadini sono ostaggio delle sbarre che restano abbassatte anche mezz’ora. Magari il nuovo ministero della Transizione Ecologica potrebbe pensare anche ai passaggi a livello i quali, oltre che mettere a repentaglio l’incolumità della gente, sono un elemento molto nocivo per la qualità della vita».

 


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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Baldino sui passaggi a livello: «Anni di battaglie ma nulla di concreto». L'annoso problema dei passaggi a livello che tagliano a metà i centri abitati, città e paesi è tornato alla ribalta una decina di giorni di fa quando alcune segnalazioni di lettori de La Voce ci avevano portato sul posto per constatare cosa accade alle doppie sbarre di via Marconi che restano giù anche 15/20 minuti per volta e più di una volta ogni ora. Una situazione insostenibile, avevamo scritto, e lo ribadiamo: se la politica locale, ormai da decenni, continua a fare finta di non conoscere il problema, mentre Rfi se ne guarda bene dal trovare una soluzione alternativa, sono i cittadini che ancora una volta hanno dovuto fare presente la questione.
Marco Baldino
«Nel 2009 l'allora prefetto Amelio aveva dato inizio a serie di riunioni con Rfi, poi continuate dal prefetto Castaldo, che, però, non hanno portato a nulla - spiega il vice prefetto Marco Baldino -. Il tutto era scaturito da una serie di segnalazioni che avevamo ricevuto sia dai sindaci dei comuni della provincia (Momo, Nibbiola, Tornaco) a loro volta sostenuti dalle petizioni dei cittadini, ricordo anche quelli di Olengo. Ai prefetti avevo confermato la veridicità di quanto affermato segnalando che anche in città la situazione era tragica ai tre principali passaggi a livello: via Marconi, via Beltrami e tra corso Risorgimento e corso della Vittoria. Io stesso vivo a Santa Rita e ogni giorno vedo transitare anche tre/cinque treni prima che le sbarre si alzino».     «Un fascicolo era poi stato aperto sempre nel 2009 dopo che un'ambulanza, con a  bordo un paziente che aveva appena avuto un infarto, era rimasta bloccata al passaggio a livello di Nibbiola: il paziente era deceduto durante il trasporto in ospedale. La famiglia aveva sporto denuncia: nessuno saprà mai se la persona sarebbe sopravvissuta o no. Quello, comunque, fu un fatto clamoroso che, però, non spostò Rfi di un millimetro tanto che il passaggio a livello di Nibbiola continua a essere uno dei più problematici del territorio». «Tutti i sopralluoghi e i successivi incontri con Rfi hanno sempre portato alla stessa risposta da parte loro: l'obiettivo è l'eliminazione dei passaggi a livello - prosegue Baldino -. Sì ma come, chiedevo. Nessuna idea è mai stata portata avanti seriamente. Nel periodo in cui sono stato commissario proprio a Nibbiola, si era pensato a un sovrappasso che però sarebbe venuto a costare circa un milione di euro, dunque il progetto fu abbandonato». «Se in Paesi come Austria, Svizzera, Francia o Germania cioè tecnologicamente affini all'Italia, non parlo di Giappone o Stati Uniti, riescono a programmare le chiusure intorno ai 30 secondi, perchpè in Italia questo non si può fare? - continua Baldino -. Un interrogativo che sottoponevo a ripetizione ai tecnici di Rfi i quali rispondevano: per una questione di sicurezza. Noi sostenevamo che fosse il contrario: se la gente era costretta a tante attese, sarebbe stata tentata di passare dall’altra parte almeno a piedi o con la bicicletta, come spesso accade, mettendo davvero in pericolo la propria incolumità». «Si parla di alta velocità e va benissimo farlo - conclude il vici prefetto - poi però i cittadini sono ostaggio delle sbarre che restano abbassatte anche mezz'ora. Magari il nuovo ministero della Transizione Ecologica potrebbe pensare anche ai passaggi a livello i quali, oltre che mettere a repentaglio l’incolumità della gente, sono un elemento molto nocivo per la qualità della vita».  
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