Banda delle slot: imputati irreperibili, assolti per 25 furti fra Novarese e Lombardia

I fatti risalgono a dieci anni fa. Sono due uomini di origine romena, di 40 e 35 anni, prosciolti in base alle norme della legge Cartabia

Dieci anni fa, fra la primavera e l’autunno del 2014, il gruppo di ladri aveva fatto una vera e propria razzia nel Novarese ma anche in altre zone di Piemonte e Lombardia: arrivavano a bordo di mezzi rubati, forzavano gli ingressi di bar e ristoranti utilizzando spesso vere e proprie auto-ariete per sfondare inferriate e serrande, poi caricavano i videopoker o i cambiamonete, e fuggivano. I dispositivi venivano poi aperti e svuotati. E i bottini, a volte, erano da migliaia di euro.

Identificati quali presunti autori di 25 di questi «colpi», commessi dalla cosiddetta «banda delle slot» anche in locali di Borgo Ticino, Pombia, Suno, Momo, Veruno, Briona, Pernate oltre che belle province di Alessandria, Milano, Bergamo, Brescia, Pavia, Varese, due uomini di origine romena, di 40 e 35 anni, sono stati prosciolti in base alle norme della legge Cartabia, in quanto irreperibili. Non c’è prova che siano a conoscenza del processo: il dibattimento potrebbe essere riaperto qualora vengano trovati prima della prescrizione dei reati.

Tra i colpi che hanno reso di più, fra tutti, quello in un circolo di Divignano il 6 ottobre di quell’anno: arrivati a bordo di un furgone rubato la stessa notte in paese, i ladri avevano scassinato la porta finestra del ristorante smontando addirittura la ringhiera di un balcone al primo piano, perché altrimenti erano difficili le operazioni di carico delle slot. Poi erano scappati con un bottino di circa 15 mila euro. Anche in un’osteria di Veruno, qualche mese prima, avevano divelto l’inferriata e poi la porta d’ingresso, fuggendo con sei slot e due cambiamonete (bottino circa 10 mila euro) e numerose stecche di sigarette, per un ammontare di 5 mila euro. Indagando sui vari episodi gli investigatori avevano trovato una matrice comune. Ed erano stati identificati così alcuni dei componenti della banda.

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Banda delle slot: imputati irreperibili, assolti per 25 furti fra Novarese e Lombardia

I fatti risalgono a dieci anni fa. Sono due uomini di origine romena, di 40 e 35 anni, prosciolti in base alle norme della legge Cartabia

Dieci anni fa, fra la primavera e l’autunno del 2014, il gruppo di ladri aveva fatto una vera e propria razzia nel Novarese ma anche in altre zone di Piemonte e Lombardia: arrivavano a bordo di mezzi rubati, forzavano gli ingressi di bar e ristoranti utilizzando spesso vere e proprie auto-ariete per sfondare inferriate e serrande, poi caricavano i videopoker o i cambiamonete, e fuggivano. I dispositivi venivano poi aperti e svuotati. E i bottini, a volte, erano da migliaia di euro.

Identificati quali presunti autori di 25 di questi «colpi», commessi dalla cosiddetta «banda delle slot» anche in locali di Borgo Ticino, Pombia, Suno, Momo, Veruno, Briona, Pernate oltre che belle province di Alessandria, Milano, Bergamo, Brescia, Pavia, Varese, due uomini di origine romena, di 40 e 35 anni, sono stati prosciolti in base alle norme della legge Cartabia, in quanto irreperibili. Non c’è prova che siano a conoscenza del processo: il dibattimento potrebbe essere riaperto qualora vengano trovati prima della prescrizione dei reati.

Tra i colpi che hanno reso di più, fra tutti, quello in un circolo di Divignano il 6 ottobre di quell’anno: arrivati a bordo di un furgone rubato la stessa notte in paese, i ladri avevano scassinato la porta finestra del ristorante smontando addirittura la ringhiera di un balcone al primo piano, perché altrimenti erano difficili le operazioni di carico delle slot. Poi erano scappati con un bottino di circa 15 mila euro. Anche in un’osteria di Veruno, qualche mese prima, avevano divelto l’inferriata e poi la porta d’ingresso, fuggendo con sei slot e due cambiamonete (bottino circa 10 mila euro) e numerose stecche di sigarette, per un ammontare di 5 mila euro. Indagando sui vari episodi gli investigatori avevano trovato una matrice comune. Ed erano stati identificati così alcuni dei componenti della banda.

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