Quasi dieci anni fa, fra la primavera e l’autunno del 2014, avevano fatto una vera e propria razzia nel Novarese ma anche in province vicine. Il modus operandi dei ladri era quasi sempre lo stesso: arrivavano a bordo di mezzi rubati, forzavano gli ingressi di bar e ristoranti utilizzando spesso vere e proprie auto-ariete per sfondare inferriate e serrande, poi caricavano i videopoker o i cambiamonete, e fuggivano. I dispositivi venivano poi aperti e svuotati. E i bottini, a volte, erano da migliaia di euro.
A distanza di anni, complice il fatto che le indagini per incastrare i presunti responsabili sono state complesse e c’era stato poi qualche problema procedurale, ben venticinque di questi «colpi» sono ora addebitati in tribunale a Novara a due cittadini di origine romena di 40 e 35 anni, residenti in Lombardia, che secondo la procura avrebbero agito a vario titolo in concorso con altre persone mai identificate o rintracciate. A loro vengono addebitati furti avvenuti in locali dell’Ovest Ticino, da Pernate salendo fino a Borgo Ticino, poi a Momo, Briona e Suno, commessi fra aprile e ottobre del 2014, e anche una serie di altri furti riuniti nel processo novarese (essendovi quello più risalente nel tempo), commessi nelle province di Alessandria, Milano, Bergamo, Brescia, Pavia, Varese.
Tra i colpi che hanno reso di più, fra tutti, quello in un circolo di Divignano il 6 ottobre di quell’anno: arrivati a bordo di un furgone rubato la stessa notte in paese, i ladri avevano scassinato la porta finestra del ristorante smontando addirittura la ringhiera di un balcone al primo piano, perché altrimenti erano difficili le operazioni di carico delle slot. Poi erano scappati con un bottino di circa 15 mila euro. Anche in un’osteria di Veruno, qualche mese prima, avevano racimolato un bel bottino di monetine, quasi 10 mila euro e sigarette per 5 mila.