“Bonus Novara”, poche domande

Nuovi orari Anagrafe

Alla chiusura del bando lo scorso 30 luglio sono state meno della metà di quelle censite come beneficiarie (in base ai codici Ateco non ricompresi tra quelli già destinatari di bonus statali o regionali, le attività (commercianti, artigiani e piccole imprese) che hanno presentato domanda per il contributo a fondo perduto (da 1200 a 1500 euro) per il periodo di sosta forzata imposta dall’emergenza sanitaria. A disposizione per 340 attività censite, 459mila euro (400mila dal Comune e 50mila della Camera di Commercio) ma solo 144 hanno presentato domanda.

 

 

«Un numero sottostimato rispetto alla previsione – ha detto l’assessore Franzoni in commissione consiliare – Perché poca adesione? Non credo sia stato un problema di comunicazione; ritengo invece che tra le motivazioni più forti ci fosse il fatto che si chiedesse la regolarità contributiva in data antecedente al lockdown e questo abbia inciso. Abbiamo fatto il calcolo di previsione su quante attività potessero beneficiare attraverso elenchi forniti dalla Camera di commercio, in cui a codice Ateco corrispondeva il numero delle attività sul territorio. Un numero rilevante era destinato agli agenti immobiliari, numero che si è ridotto perché molti esercitano l’attività nelle agenzie immobiliari strutturate, che hanno ricevuto il bonus in nome del titolare dell’agenzia. Credo che siano queste le motivazioni. Ho il conforto di sapere che le risorse potranno essere rimesse a disposizione per quelle categorie che ad oggi non hanno ricevuto né il bonus Piemonte né il bonus Novara».

Per Mario Iacopino (M5S) «un errore escludere dal bando chi ha la “residenza” dell’attività che coincide con la “residenza” abitativa, cioè casa e bottega nello stesso luogo». «La riflessione fatta è stata questa – ha risposto Franzoni – Ci sono persone che hanno doppia spesa, per l’immobile in cui abitano e per quello in cui esercitano la loro attività; si è cercato di  non facilitare ampliando a dismisura la platea».

«Ci sono diverse categorie escluse – ha aggiunto l’assessore – su cui porremo l’attenzione, come sartorie, falegnami, produttori di gioielli, piccoli produttori di giocattoli, il mondo della consulenza, pubblicità e comunicazione in supporto di aziende, e anche nel mondo del web.  Sono tante le categorie che ad oggi non hanno ricevuto nulla. Non credo avremo difficoltà in una seconda tornata del bando».

 

 

 

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“Bonus Novara”, poche domande

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Alla chiusura del bando lo scorso 30 luglio sono state meno della metà di quelle censite come beneficiarie (in base ai codici Ateco non ricompresi tra quelli già destinatari di bonus statali o regionali, le attività (commercianti, artigiani e piccole imprese) che hanno presentato domanda per il contributo a fondo perduto (da 1200 a 1500 euro) per il periodo di sosta forzata imposta dall’emergenza sanitaria. A disposizione per 340 attività censite, 459mila euro (400mila dal Comune e 50mila della Camera di Commercio) ma solo 144 hanno presentato domanda.

 

 

«Un numero sottostimato rispetto alla previsione – ha detto l’assessore Franzoni in commissione consiliare – Perché poca adesione? Non credo sia stato un problema di comunicazione; ritengo invece che tra le motivazioni più forti ci fosse il fatto che si chiedesse la regolarità contributiva in data antecedente al lockdown e questo abbia inciso. Abbiamo fatto il calcolo di previsione su quante attività potessero beneficiare attraverso elenchi forniti dalla Camera di commercio, in cui a codice Ateco corrispondeva il numero delle attività sul territorio. Un numero rilevante era destinato agli agenti immobiliari, numero che si è ridotto perché molti esercitano l’attività nelle agenzie immobiliari strutturate, che hanno ricevuto il bonus in nome del titolare dell’agenzia. Credo che siano queste le motivazioni. Ho il conforto di sapere che le risorse potranno essere rimesse a disposizione per quelle categorie che ad oggi non hanno ricevuto né il bonus Piemonte né il bonus Novara».

Per Mario Iacopino (M5S) «un errore escludere dal bando chi ha la “residenza” dell’attività che coincide con la “residenza” abitativa, cioè casa e bottega nello stesso luogo». «La riflessione fatta è stata questa – ha risposto Franzoni – Ci sono persone che hanno doppia spesa, per l’immobile in cui abitano e per quello in cui esercitano la loro attività; si è cercato di  non facilitare ampliando a dismisura la platea».

«Ci sono diverse categorie escluse – ha aggiunto l’assessore – su cui porremo l’attenzione, come sartorie, falegnami, produttori di gioielli, piccoli produttori di giocattoli, il mondo della consulenza, pubblicità e comunicazione in supporto di aziende, e anche nel mondo del web.  Sono tante le categorie che ad oggi non hanno ricevuto nulla. Non credo avremo difficoltà in una seconda tornata del bando».

 

 

 

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