A segnalare movimenti sospetti era stato un residente della zona. Si era svegliato in piena notte per il caldo e aveva trovato strano che gli operai potessero essere ancora al lavoro a quell’ora. I carabinieri del Nucleo radiomobile di Arona si erano precipitati sul posto e sorpreso una banda di ladri a caccia di metalli, in particolare il redditizio rame, l’«oro rosso». Due erano stati bloccati e arrestati, ma probabilmente, vista la quantità di merce che stavano caricando sui loro mezzi, c’erano anche dei complici.
Processati per direttissima per l’arresto di luglio in un cantiere a ridosso della stazione ferroviaria di Borgo Ticino, A.S., romeno di 53 anni, e S.K., ucraina di 34, domiciliati a Borgomanero, sono stati condannati rispettivamente a 1 anno e 6 mesi di reclusione lui (con revoca della sospensione condizionale per una condanna inflitta a Milano), e a 1 anno e 2 mesi lei, per tentato furto. Hanno scelto il rito abbreviato e il loro difensore aveva chiesto il minimo della pena, sostenendo che non vi fosse stata effrazione.
L’allarme era scattato martedì notte intorno alle 3. Al loro arrivo i carabinieri avevano trovato tutto a soqquadro: il cancello era stato forzato, box e spogliatoi aperti. I ladri avevano caricato sui loro furgoni bobine, connettori, materiale ferroso, utensili da lavoro. Un bottino del valore stimato di circa 32.900 euro. Alla viste delle sirene i malviventi avevano cercato di scappare: l’uomo era salito su un albero ma era stato visto e invitato a scendere; la compagna aveva cercato di nascondersi dietro una siepe ma era stata raggiunta e bloccata. Ancora in corso le indagini per individuare eventuali altri componenti della banda. I materiali ferrosi, ma soprattutto il rame, in genere vengono facilmente rivenduti nel mercato della ricettazione.