È stato approvato con una delibera di giunta settimana scorsa il progetto «Broken Windows» ispirato alla teoria di Philip Zimbardo che coinvolgerà il Comune di Novara, Filos, la parrocchia di sant’Agabio, il Gruppo Carabinieri Forestali, Assa, Fadabrav e la criminologa Marina Guglielmetti.
È stata proprio lei, insieme all’assessore all’ambiente Elisabetta Franzoni, a spiegare la genesi di questo progetto che coinvolgerà i giovani di sant’Agabio nella rigenerazione di alcuni spazi del quartiere. Come ha spiegato Guglielmetti «la teoria della finestra rotta spiega che in condizioni di degrado anche solo la rottura di una finestra avviene in maniera più lenta, con meno cura, mentre il nostro obiettivo è quello di responsabilizzare i giovani ad essere portatori di bellezza».
L’assessore Franzoni ha spiegato che «il progetto di cittadinanza attiva verrà realizzato in una zona della nostra città che richiede più attenzioni, grazie alla collaborazione con diversi partner che conoscono il quartiere perché ci operano quotidianamente e che quindi possono essere motore e ricettori del beneficio di questo progetto» e ha aggiunto «l’obiettivo è quello di educare i giovani al rispetto dell’ambiente e della legalità creando al contempo i presupposti per una cittadinanza attiva che abbia come fine ultimo quello di essere protagonisti della crescita della città».
«I ragazzi di Filos, dopo una serie di incontri con gli stakeholders, saranno coinvolti in una fase di raccolta sul territorio alla ricerca di contesti di degrado di cui prendersi cura» come ha spiegato la professoressa Elisa Celano «con la terza fase che sarà pratica e concreta di manutenzione e abbellimento di un luogo del quartiere».
Don Andrea Vigliarolo, coadiutore della parrocchia di Sant’Agabio si è detto soddisfatto del coinvolgimento dell’oratorio che porterà avanti «l’idea di riparare, ricosturire e riscoprire la bellezza che c’è anche se non appare in maniera evidente», così come soddisfazione è stata espressa dal maresciallo Erika Todaro, del gruppo Carabinieri forestali che si occuperà della formazione sui rifiuti e sull’importanza del corretto smaltimento per «rendere consapevoli i ragazzi e attraverso loro rendere la nostra società migliore».
Il progetto, che si terrà tra febbraio e maggio, nasce anche grazie al lavoro degli uffici dell’assessorato e dalla dottoressa Cesa che ha concluso spiegando come «la sfida secondo è quella di fare educazione ambientale in maniera diverso, non solo con il racconto frontale, ma tramite un’esperienza che si condivide sull territorio, intercettando la realtà per sviluppare un pensiero eticamente sostenibile».