Cabina di regia Rsa, i sindacati: «Ora pensiamo alla “fase 2”»

Chiusa la due giorni della cabina di regia sulle Rsa. Quel che, tra le altre cose, è emerso è una fotografia, con l’esecuzione dei tamponi, della situazione che, a tutt’oggi,  c’è nelle case di riposo del territorio: «Sono circa 33 le strutture  interessate – dice Paolo Del Vecchio della Fp Cgil – delle quali ad oggi coi dati esposti nelle riunioni, circa la metà risultano, con varie dimensioni numeriche, con parte di anziani ospiti e operatori positivi al covid per la stragrande maggioranza entrambi asintomatici».

 

 

Ma adesso, al di là dell’immediatezza dell’emergenza sanitaria, obiettivamente prioritaria, emergono altri problemi.

Primo fra tutti: come saranno gestite, a livello organizzativo, le strutture nelle quali sono state rilevate criticità, sia per gli utenti che per il personale che all’interno lavora? La discussione ora dunque si declina al futuro: che si fa?

«Teniamo ciascuna struttura (nella quale siano state riscontrate criticità, ndr) gestita con due modalità diverse? – si chiede e chiede Paolo Del Vecchio della Fp Cgil –  Come ci comportiamo, nell’immediato, con gli utenti? Secondo noi con una programmazione corretta, occorrerà andare ad individuare, con la Regione e con i familiari degli utenti, Rsa Covid ed Rsa non Covid. Scelta che permetterebbe non solo una corretta gestione degli utenti ma anche un’adeguata assistenza specializzata. A nostro avviso è impossibile trasferire gli ospiti in ospedale, per questioni logistiche e di sicurezza loro».

E sul fronte degli operatori «Il personale “libero” (quello risultato negativo, ndr)  – sottolinea – non riuscirà a reggere più tanto, e non solo sotto il profilo squisitamente lavorativo, in termini di mole di lavoro, ma anche sotto quello psicologico».

Da qui la richiesta di reperimento di personale attraverso varie modalità che dovrebbero comprendere, secondo Del Vecchio, il ricorso al personale Asl.

Questioni tutte che, par di capire, verranno discusse nel corso di un ulteriore incontro della cabina di regia, che si terrà la prossima settimana, quando dovrebbe essere elaborato «un documento propositivo (da indirizzare all’Unità di crisi e alla Regione, ndr) che ragiona su due livelli, territoriale e regionale, contenente vere e proprie elaborazioni. Una scelta, questa, condivisa non solo dalle sigle sindacali ma anche da tutti gli altri attori della cabina. Questo è l’impegno assunto al termine della due giorni. E  questo – sottolinea Del Vecchio – è quanto avevamo chiesto e sostenuto: non incontri fini a se stessi ma costruttivi e propositivi».

 

 

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Cabina di regia Rsa, i sindacati: «Ora pensiamo alla “fase 2”»

Chiusa la due giorni della cabina di regia sulle Rsa. Quel che, tra le altre cose, è emerso è una fotografia, con l’esecuzione dei tamponi, della situazione che, a tutt’oggi,  c'è nelle case di riposo del territorio: «Sono circa 33 le strutture  interessate – dice Paolo Del Vecchio della Fp Cgil - delle quali ad oggi coi dati esposti nelle riunioni, circa la metà risultano, con varie dimensioni numeriche, con parte di anziani ospiti e operatori positivi al covid per la stragrande maggioranza entrambi asintomatici».     Ma adesso, al di là dell’immediatezza dell’emergenza sanitaria, obiettivamente prioritaria, emergono altri problemi. Primo fra tutti: come saranno gestite, a livello organizzativo, le strutture nelle quali sono state rilevate criticità, sia per gli utenti che per il personale che all’interno lavora? La discussione ora dunque si declina al futuro: che si fa? «Teniamo ciascuna struttura (nella quale siano state riscontrate criticità, ndr) gestita con due modalità diverse? – si chiede e chiede Paolo Del Vecchio della Fp Cgil -  Come ci comportiamo, nell’immediato, con gli utenti? Secondo noi con una programmazione corretta, occorrerà andare ad individuare, con la Regione e con i familiari degli utenti, Rsa Covid ed Rsa non Covid. Scelta che permetterebbe non solo una corretta gestione degli utenti ma anche un’adeguata assistenza specializzata. A nostro avviso è impossibile trasferire gli ospiti in ospedale, per questioni logistiche e di sicurezza loro». E sul fronte degli operatori «Il personale “libero” (quello risultato negativo, ndr)  – sottolinea – non riuscirà a reggere più tanto, e non solo sotto il profilo squisitamente lavorativo, in termini di mole di lavoro, ma anche sotto quello psicologico». Da qui la richiesta di reperimento di personale attraverso varie modalità che dovrebbero comprendere, secondo Del Vecchio, il ricorso al personale Asl. Questioni tutte che, par di capire, verranno discusse nel corso di un ulteriore incontro della cabina di regia, che si terrà la prossima settimana, quando dovrebbe essere elaborato «un documento propositivo (da indirizzare all’Unità di crisi e alla Regione, ndr) che ragiona su due livelli, territoriale e regionale, contenente vere e proprie elaborazioni. Una scelta, questa, condivisa non solo dalle sigle sindacali ma anche da tutti gli altri attori della cabina. Questo è l’impegno assunto al termine della due giorni. E  questo - sottolinea Del Vecchio - è quanto avevamo chiesto e sostenuto: non incontri fini a se stessi ma costruttivi e propositivi».    

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